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Alieni e privilegi

Fonte:
http://berlicche.splinder.com
Curzio Maltese su Repubblica, se la prende con la Chiesa e con lo spreco dell'8 per mille, tra errori, inesattezze ed omissioni, l'articolo pare avere a cuore più che la distruzione della "casta ecclesiastica" la distruzione di tutto quanto sia una risposta "non statale" data dagli uomini, ai bisogni di altri uomini.

Quello che si vede in superficie sono scie, spruzzi, onde: ma la vera lotta si sta svolgendo al di sotto dell'acqua. Ci sono mosse e contromosse; i titani si stanno affrontando senza esclusione di colpi.
Se certi quotidiani, certi giornalisti pompano e soffiano sul fuoco che vorrebbe bruciare la "casta" dei politici, in Finanziaria si paventa il taglio ai contributi sulle spese postali ai giornali; e certo non mancheranno le inchieste giudiziarie, i ricorsi alla magistratura, gli appelli alle Consulte e l'impugnare provvedimenti, oltre ad articoli al veleno, pettegolezzi lasciati trasparire ad arte, foto e filmati e satire e servizi ed esclusioni e prime, seconde, terze serate. Dal cadavere in avanzato stato di putrefazione del governo si fa largo per uscire il nuovo Partito Democratico; un bambino nato già vecchio, e più che ad una nascita sembra di assistere al film "Alien".

Che la Chiesa, o meglio ciò che rappresenta, finisse in mezzo al tritacarne c'era da aspettarselo. Se non è per far pressione è per fare repressione, o diversione, o fuoco di sbarramento. "La Stampa", quest'estate, aveva in ogni edizione sei-sette articoli anticattolici, rinverdendo i fasti degli anni '80; e se le reti televisive e radiofoniche nazionali dedicano più spazio ai litigi di tre vecchie suore che alla Birmania...
Non fa meraviglia che Repubblica, il giornale dei mangiapreti veri, pubblichi una caustica primapagina di Curzio Maltese. Che dapprima fa le pulci ai conti ecclesiali confondendo CEI con Vaticano e poi finisce inneggiando alla rivoluzione interna.

Nessuna novità. Sono diversi mesi che Maltese scrive lo stesso articolo con titoli diversi.

Da parte mia, faccio notare che per meno di venticinque-euro-venticinque all'anno, lo zeroottopercento dell'Irpef accantonato da chi ha deciso liberamente per la Chiesa cattolica (e in parte da chi ha deciso di non decidere) tutti i cittadini italiani, anche i giornalisti di Repubblica, possono usufruire dei suoi servizi; e provate a trovarvi veramente in difficoltà, così capirete cosa significa avere sempre qualcuno a cui rivolgersi.
Soldi agli ospedali e alle scuole: certo, eliminiamo tutti quelli gestiti da religiosi, e togliamo tutte le suore dagli ospedali... vogliamo calcolare quanto costerebbe in più? Ci proviamo?
E facciamoli poi pagare l’ICI, a questi oratori! Come la pagano le sedi sindacali, per esempio. Tanto, se poi l’oratorio chiude i ragazzi sanno cosa fare: una canna e sparisce ogni pensiero.
Quanto ai contributi per eventi eccezionali: giusto, evitiamo di spenderci soldi. Basta candidature alle Olimpiadi o a Campionati del Mondo. O convegni, o festival, o feste di partito, o concerti vari, o telethon...

Rammentiamo poi i privilegi di Repubblica? Certo, in fondo pagare nove milioni di euro a questi fieri giornalisti costa al contribuente appena un centesimo di quanto è dato alla Chiesa cattolica... Vero che costoro probabilmente sono meno di un centesimo dei preti, suore e monaci italiani, ma vuoi mettere come parlano schiettamente. E il contribuente stesso non deve neanche poi fare lo sforzo di sceglierlo, il quotidiano all'edicola. I soldi vanno fuori lo stesso. Ma senza il "contributo" probabilmente non avremmo meravigliose perle come l'articolo in questione.
Certo, questi editorialisti non dovrebbero commettere l'errore di confondere visibilità con consenso...

Per chi conosce la storia, l'articolo de "La Repubblica" ricorda molto gli appelli che venivano rivolti ai componenti del clero alla vigilia della rivoluzione francese da parte di quegli illuministi e giacobini che componevano gli Stati Generali. "Rinunciate ai vostri privilegi! Ribellatevi contro il centralismo romano, il Papa! Rinnovate la Chiesa!" Gli sventurati accettarono. La chiesa francese fu sradicata, le chiese devastate, le sue proprietà saccheggiate ed espropriate, i cattolici perseguitati e uccisi a decine di migliaia.

Oh sì, certo, uno Stato che non è più società ma lo stato totalitario giacobino o comunista, lo stato che è casta di funzionari, l'alien che divora il suo stesso ospite può riprenderselo tutto, quello che dà alla Chiesa. Ma la domanda sorge spontanea: poi, che se ne fa?

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