In breve... la Sindone
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Io sono laureato in fisica, mi occupo di ricerca, e mio padre è professore di fisica. Durante la mia infanzia egli conobbe bene il professor Luigi Gonella.
Luigi Gonella, professore di fisica al Politecnico di Torino, scomparso da pochi anni, è stato l’incaricato del Cardinal Saldarini a sovraintendere agli esami scientifici condotti sulla Sindone a fine anni ’80. Per questa vicinanza con Gonella, e per la passione scientifica della mia famiglia, posso dire che sento parlare della “questione sindone” fin dalle elementari. Naturalmente non sono un esperto, non sono un professore, non l’ho studiata di persona, non mi sono riletto tutti gli studi, ma mi preme ricordare qui gli aspetti principali, a livello scientifico, di tutta la vicenda.
Vicenda che, dal mio punto di vista è innanzitutto un problema di scienza, e solo successivamente un problema di Fede. Già, perché la Fede di ciascun cristiano poggia sul riconoscimento di un evento storico: Passione, Morte, Resurrezione di Nostro Signore Gesù Cristo. Certo la Sindone parla di questo, ma non sarà mai in grado di dare delle prove di tale evento, essa potrà fornire al massimo degli indizi, degli indizi forti, magari, ma pur sempre indizi. Per questo, ritengo, la Sindone è innanzitutto una questione di sapere, una questione di scienza, perché nessuna Fede di nessun cristiano si basa su di essa.
In questo articolo voglio ricordare molto brevemente, come in un “bigino”, i termini fondamentali della questione, dal punto di vista scientifico. Per brevità non fornisco le fonti: in questo periodo potete trovare numerosi libri sull’argomento, con poderose bibliografie annesse. Se volete farvi un’idea di massima, consiglio il recente, e assai agile, libro di Tornielli.
1. Che cos’è la Sindone? La Sindone è un telo di lino certamente molto antico su cui è impressa l’immagine dell’intero corpo, davanti e di spalle, di un uomo morto per crocifissione, in una maniera assolutamente identica a quella descritta dai Vangeli. Oltre all’immagine essa porta su di sé macchie di sangue, di terra, segni di bruciature, aloni di acqua, zone dannneggiate o mancanti che testimoniano la sua antichità e la sua travagliata storia.
2. Che genere di telo è? Il telo è di lino, tessuto su un telaio su cui non erano stati tessuti altri filati (in particolare mancano tracce di lana, che era il filato più usato il Palestina all’epoca di Gesù), come del resto prescriveva la Legge Mosaica. La tessitura è, per un’epoca pre-industriale, molto accurata, nobile. La foggia di tale tessitura è compatibile con l’epoca di Gesù, anche se è differente da altri (frammenti di) sudari rinvenuti, in genere molto meno curati.
3. Come si è formata l’immagine? Questa è la domanda veramente interessante. L’immagine NON È UN DIPINTO, non c’è traccia alcuna di pigmento. Essa è impressa nelle fibre del lino, che per uno spessore di meno di 2 decimi di millimetro risulta disidratato, assumendo una colorazione più scura del resto del tessuto. Per rendere l’idea.... una sorta di “bruciatura” estrememente sottile.
a. La prima caratteristica dell’immagine, ben nota dal 1898, anno in cui furono fatte alla Sindone le prime fotografie, è che essa è un NEGATIVO FOTOGRAFICO. Se si fotografa la Sindone e se ne guarda il negativo, l’immagine dell’ “uomo della Sindone” appare in positivo, estremamente più chiara ed evidente.
b. L’immagine contiene delle INFORMAZIONI TRIDIMENSIONALI... Che cosa vuol dire? Se si applicano delle ben note leggi fisiche alla distribuzione di intensità dell’immagine della Sindone, è possibile ricostruire perfettamente un corpo tridimensionale. Se si applicasse lo stesso processo a una fotografia o a un dipinto, non si otterrebbe niente di simile. Questo dimostra che la Sindone è stata fatta seguendo delle leggi naturali (come una fotografia), ma, d’altra parte, NON è certamente una fotografia!
c. Sotto le macchie di sangue, l’immagine NON è presente, segno che essa si è formata DOPO che il sangue si è depositato sul telo.
4. Il sangue presente sulla Sindone è VERAMENTE SANGUE, gruppo AB, di tipo maschile. Tuttavia vi sono TRE TIPI diversi di sangue: del sangue venoso, del sangue arterioso e del sangue in cui ha avuto inizio la separazione della parte sierosa, ossia sangue fuoriuscito da un uomo già morto. Quest’ultimo è il sangue presente in corrispondenza della ferita al costato dell’uomo sindonico. Si fa notare come le differenze tra circolazione venosa e arteriosa sia stata individuata verso la fine del XVI, per cui questo elemento rende assai improbabile l’ipotesi di un falsario medioevale.
5. I segni che presenta l’uomo della Sindone sono compatibili con le testimonianze archeologiche che sono in nostro possesso riguardo le tecniche di supplizio e crocifissione dei romani nel I secolo. In particolare i segni della flagellazione mostrano di esser stati prodotti da uno strumento compatibile con tipi di flagelli romani a noi noti. Dal punto di vista archeologico, inoltre, alcuni studiosi hanno affermato di avere individuato l’impronta di due monete del I secolo sulle palpebre dell’uomo della Sindone, tuttavia tali risultati sono ancora dibattuti.
6. Molto più evidente, e molto interessante, è il particolare dei POLSI: l’uomo della Sindone porta i segni dei chiodi nei polsi, contrariamente a tutte le iconografie tradizionali di Gesù, che lo raffigurano crocifisso nel cavo delle mani. In effetti è stato dimostrato che, crocifiggendo ponendo chiodi nel cavo delle mani, queste non sarebbero in grado di sostenere il peso di un corpo, per cui risulta necessario l’inchiodamento per i polsi.
7. Sulla Sindone sono presenti tracce di POLLINI di svariate specie, le quali forniscono importanti elementi per ricostruirne la storia. In particolare è possibile riscontrare pollini di specie che crescono solo in Palestina, e in Anatolia. Inoltre, in corrispondenza dei piedi, sono state trovate tracce di terriccio, terriccio avente una composizione compatibile con quella della terra di Gerusalemme.
8. È certo che l’uomo della Sindone è rimasto nel telo per non più di 30-36 ore: non vi sono infatti segni di putrefazione. Inoltre non si ha alcuna idea di come il cadavere abbia potuto essere stato estratto dal telo senza lasciare tracce quali striature, quasi che esso fosse PASSATO ATTRAVERSO DI ESSO.
9. Tutti questi elementi porterebbero a propendere per un’ipotesi di autenticità della Sindone. Malgrado ciò, l’esame del carbonio 14 (tecnica che fornisce la datazione di un reperto di natura organica), ha fornito una DATAZIONE MEDIOEVALE del telo. Tale esame, che appare in contraddizione con gli altri elementi, è stato tuttavia da più parti contestato. Si parla di imprecisioni nelle misure e di inaffidabilità della Sindone come oggetto analisi. La Sindone, infatti, ha avuto certamente un storia molto travagliata, ed è scampata a diversi incendi (di uno in particolare ne porta evidentissimi i segni), eventi che possono averne alterato la composizione chimico-fisica. Inoltre i campioni da analizzare sono stati prelevati, per ovvie ragioni, dalle zone periferiche del telo, che tuttavia sono certamente le più contaminate, toccate nel corso dei secoli da migliaia di mani. Ci sono stati anche autorevoli studiosi che hanno avanzato l’ipotesi che in quelle zone vi siano toppe e rammendi. Tutt’ora la questione è dibattuta, ed è comunque evidente che i vari esami sulla Sindone forniscono risultati contraddittori.
10. Al di là In tutto questo, è certo che a tutt’oggi, malgrado svariati tentativi, non sappiamo come la Sindone si sia formata e NON SIAMO IN GRADO DI RIPRODURRE UN’IMMAGINE CHE ABBIA (TUTTE) LE PROPRIETÀ DELLA SINDONE.
Il professor Gonella, che pure rieneva corretto l’esame del carbonio 14, poco prima di morire affermò che, stando alle nostre conoscenze, “LA SINDONE È UN OGGETTO CHE NON DOVREBBE ESISTERE”. Epppure essa c’è e continua a interrogarci.
Il Cardinal Martini al termine del suo recente libro “Sindone. Il Dio nascosto” fa una considerazione molto acuta (cito parafrasando): “A mio parere, proprio in questo suo darci una enorme quantità di indizi sulla sua autenticità ma non una prova definitiva, la Sindone porta la firma del Dio Cristiano, del tipico Metodo seguito dal Dio Cristiano. Ecco, forse proprio questa è la prova della sua autenticità”.