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Andiamo da Pietro

Fonte:
CulturaCattolica.it

Mentre Benedetto XVI compiva il suo viaggio in Portogallo un gran numero di fedeli si preparava a raggiungere Roma per la recita dell’Angelus di domenica 16 maggio. Un gesto simbolico, stretti attorno al Papa. Si potrebbe interpretare come semplice, se pur estremamente significativa, dimostrazione di solidarietà in un momento in cui il Papa è stato oggetto di attacchi ideologici e pretestuosi, ma sarebbe limitato. Come sempre, la realtà non si può ridurre all’apparenza. La verità più profonda è che siamo noi ad avere bisogno di Lui. Senza il Papa, vicario di Cristo in terra, la Chiesa cosa sarebbe? Rischierebbe di ruotare, come una trottola, sulle proprie iniziative o sui propri sforzi morali. Il Papa, invece, rappresenta il fondamento certo, la roccia sicura, la voce che indirizza il cammino della Chiesa. A Lisbona, parlando della Chiesa, il Papa ha detto: “Sappiamo che non le mancano figli riottosi e persino ribelli, ma è nei Santi che la Chiesa riconosce i propri tratti caratteristici e, proprio in loro, assapora la sua gioia più profonda.” Andiamo a Roma per assaporare questa gioia. Al Santo Padre vogliamo consegnare la nostra fedeltà a Cristo e alla Chiesa. Nella Sua Persona riconosciamo la santità della Chiesa. “Spesso ci preoccupiamo affannosamente delle conseguenze sociali, culturali e politiche della fede, dando per scontato che questa fede ci sia, ciò che purtroppo è sempre meno realista”. Tuttavia “La risurrezione di Cristo ci assicura che nessuna potenza avversa potrà mai distruggere la Chiesa, ma c’è bisogno che questa fede diventi vita in ognuno di noi”. Andando a Roma chiediamo questa grazia, che la fede diventi vita. Incontrando il mondo della cultura Benedetto XVI ha affermato: “Oggi la cultura riflette una «tensione», che alle volte prende forme di «conflitto», fra il presente e la tradizione. La dinamica della società assolutizza il presente, staccandolo dal patrimonio culturale del passato e senza l’intenzione di delineare un futuro”. Ma “la Chiesa appare come la grande paladina di una sana ed alta tradizione”. Nella tradizione della Chiesa, che è viva e operante, presente passato e futuro sono uniti, non si contrappongono ma si alimentano, protesi alla speranza. Nella società secolarizzata, il “conflitto tra la tradizione e il presente si esprime nella crisi della verità, ma unicamente questa può orientare e tracciare il sentiero di una esistenza riuscita, sia come individuo che come popolo. Infatti un popolo, che smette di sapere quale sia la propria verità, finisce perduto nei labirinti del tempo e della storia, privo di valori chiaramente definiti e senza grandi scopi chiaramente enunciati”. L’abbraccio del colonnato del Bernini in piazza San Pietro è un segno imponente della cultura e della fede cristiana che ha attraversato i secoli, che ha educato pazientemente, passando per mille traversie, la coscienza di un popolo. Certi della Verità che è Cristo, ci ritroviamo a Roma attorno al Pastore della Chiesa. È la più grande testimonianza al mondo che la fede è riconoscere una Presenza che ci raggiunge, ci abbraccia e ci esorta. “Fate cose belle, ma soprattutto fate diventare le vostre vite luoghi di bellezza”.

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