Trovare un nemico?
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Carissimi amici di CulturaCattolica.it,
Non voglio protrarmi in una lunga disquisizione che annoierebbe sicuramente i lettori e probabilmente anche colui che ora vi sta scrivendo. Mi permetto allora di dirvi solo poche parole per esprime la mia totale contrarietà in merito all’articolo titolato “Sondaggi e Bioetica”. Capisco perfettamente che trovare un nemico è da sempre la soluzione più semplice, quella che ci mette al riparo da qualsiasi complicazione, domanda, interrogazione su noi stessi. Ebbene, può essere una scelta. Legittima. Il disfacimento della società contemporanea è da ricercarsi nella matrice marxista, e l’obnubilamento delle coscienze della società contemporanea, nella carne e nel corpo dei non credenti. Se questo è un modo per sentirsi tranquilli, protetti, salvi, allora posso anche cercare di comprendere umanamente il senso dei concetti espressi. Se viceversa questa vuole essere un’analisi sociologica della realtà, allora iniziamo a preoccuparci per lo strabismo ingenerato. Un sondaggio, espressione proprio di questa modernità, sarebbe lo strumento capace di spiegarci la disumanizzazione del nostro vissuto! L’assunto che si cerca di sostenere è pregno di pregiudizi, di classificazioni meccaniciste (degne sì, del peggior marxismo). Sento sulla mia pelle la fredda catalogazione, l’assurdo pregiudizio, il fango delle parole. Sono privo della grazia della fede, non credente, con una storia personale e culturale che fonda le radici proprio nella tradizione che riporta al pensatore di Treviri. Così mio padre, i miei amici e compagni più cari. Da anni, onorando la memoria di chi mi ha generato, accanto ad amici dalle estrazioni più disparate, accanto al curatore di questo sito, Don Gabriele e alla mia cara amica Suor Gloria, conduco una battaglia in difesa della vita. Contro l’eutanasia, contro la speculazione dell’aborto, contro ogni forma di manipolazione del genoma umano. Dentro questa battaglia culturale uomini come Giuliano Ferrara e Pietro Barcellona, personalità che non hanno dimestichezza con la fede, ma che conducono una vita, lottando contro le ipotesi prometeiche dello scientismo. Come si può ignorare la realtà, catalogare con definizioni tra l’altro alquanto promiscue (l’agnostico è più vicino al credente) utilizzando un sondaggio come grimaldello per supportare il freddo astrattismo della classificazione? Basterebbe leggere Benedetto XVI e la sua costante ricerca di dialogo e di curiosità nei confronti dei non credenti, la sua indefessa passione per Fede e Ragione, per rendersi conto che gli steccati proposti dal sondaggio, non rendono onore a nessuno. La mia battaglia oggi è accanto ad uomini e donne che amano la vita, a persone che da diverse angolazioni tentano di porre un freno al nichilismo relativista della società moderna. Oggi la vera discriminante è tra chi crede e chi non crede nell’uomo. Non mi fido dei sondaggi, preferisco la realtà.
Carissimo Fabio,
grazie della tua mail. Avevamo parlato di questo articolo con suor Gloria, e ci eri venuto in mente proprio tu. Ho considerato l’articolo come una provocazione, per un dibattito, e ho risposto a un altro lettore proprio in questo senso.
Credo che sia utile aprire un confronto su questo scritto, in modo da non fare altro servizio che alla verità.
A me francamente quel sondaggio ha preoccupato per il fatto che evidenzia come molti cattolici siano lontani dall’insegnamento della Chiesa. E che il discriminante non possa essere una appartenenza religiosa quando non diventi autentica cultura.
In questo senso il cammino che condividiamo insieme è un segno di un percorso da valorizzare, e da rendere possibilità per tutti.
Vorrei aprire il dialogo con tutti, anche sottolineando che una posizione non «cattolica», cioè non universale, imperversa anche nel mondo cattolico.
Ora ti lascio perché mi hanno chiamato, ma voglio andare a fondo della questione con te.
Grazie di cuore!