Come lui ha amato...
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Curo da oltre 15 anni il sito CulturaCattolica.it, e, se devo indicare una caratteristica del lavoro svolto, ho sempre avuto una cura particolare delle immagini pubblicate, che non vogliono essere usate come riempitivo, ma che devono, in qualche modo, già introdurre – o commentare – l’argomento trattato. È vero che viviamo in un’epoca, come dice sr Maria Gloria Riva, in cui, bombardati dalle immagini, non sappiamo però più guardare, ma è anche vero che dobbiamo assumerci una responsabilità in qualche modo educativa nei confronti delle persone cui ci rivolgiamo. E capisco anche che se si vuole in qualche modo essere provocanti, bisogna saper usare tanti mezzi o «trucchi», ma ritengo che non solo ci sia una misura, ma soprattutto ci debba essere anche la consapevolezza che il fine deve saper creare, e non giustificare, i mezzi.
Grande allora è stata la sorpresa, comprando il quotidiano dei cattolici Avvenire (che sta facendo un grosso servizio sia alla realtà cristiana, al popolo, sia alla comunità civile), nel vedere la pubblicità al libro di Aristide Fumagalli «Come lui ha amato: L’eros di Gesù». E mi riferisco soprattutto all’immagine di copertina, anche se, andando poi sul sito dell’editore, ho trovato questa breve recensione che mi pare nella stessa linea: «Il tema dell’amore di Gesù riletto in una chiave provocatoria ma estremamente attenta alla verità del senso biblico e della cultura contemporanea.
Nel corso di tutta la tradizione cristiana c’è un aspetto dell’amore di Gesù che sembra essere rimasto maggiormente in ombra, benché si tratti della tonalità più accesa: la «tonalità erotica». Volendo rappresentarla sulla scala cromatica si collocherebbe, infatti, senz’altro presso il rosso acceso della fiamma ardente. Questo tratto passionale dell’amore di Cristo è stato richiamato all’attenzione dei fedeli da Benedetto XVI, che lo ha audacemente nominato col termine di eros. Un eros passionale che rivela un’umanità straordinaria e mai abbastanza percepita e che ha portato il Figlio di Dio a unirsi a noi fino al punto di soffrire come proprie le conseguenze dei nostri delitti.»
Non entriamo nel merito del libro di Aristide Fumagalli, sul quale ci piacerebbe si aprisse un dibattito serio.
Siamo un po’ tutti turbati dalle notizie degli scandali di natura sessuale che hanno gettato un’ombra negativa sulla Chiesa e, anche se ci pare che molto dello scandalo suscitato sia solo motivato dall’odio al Papa e alla Chiesa, non possiamo non chiederci una maggiore serietà - almeno da parte della pubblicità - nell’affrontare l’argomento. E allora anche una immagine può dire molto. Il bello ci è dato per appassionarci al lavoro. E il lavoro è per la resurrezione, ci ha ricordato Giovanni Paolo II con una frase di Norwid. Che anche le immagini dei libri che pubblichiamo siano dentro questa prospettiva. Ne guadagneremo tutti. E forse anche in termini economici.