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La bestemmia del Berlusca

Fonte:
CulturaCattolica.it

Certamente Berlusconi non è un santo, e a volte, nel suo modo di fare, realmente infastidisce. La bestemmia che ha fatto il giro del mondo è segno di volgarità e stupidità. A me, personalmente, dà un grande fastidio, mi sembra un gesto disgustoso. Poteva certo evitarla, anche se il contesto voleva essere una barzelletta. Goliardata, sciocca, maleducata, inutile.
Ma mi disgusta di più il modo di fare giornalismo di chi ha messo in rete il video, e lo usa non per sussulti di moralità (quanti di questi scandalizzati moralizzatori sono usi a turpiloquio e bestemmia, purtroppo) ma per una campagna mediatica contro Berlusconi.
Mi pare bestemmia anche quella di chi la usa per scopi politici, di chi si straccia le vesti per una frase e poi non sa che la bestemmia più grave è l’umiliazione dell’uomo, immagine di Dio, da rispettare e amare e servire.
Ho messo in linea la bellissima e drammatica testimonianza di quella giovane, sopravvissuta all’aborto, che proclama la sua fede nel Signore Gesù, e la sua volontà di perdono, anche nei confronti di chi l’ha odiata fin dal concepimento. La vittoria sulla bestemmia non è lo stracciarsi le vesti per quel deplorevole atto del Primo Ministro (che impari un po’ di più a tenere a freno la lingua, non gli farebbe che bene) ma la testimonianza di un amore e un rispetto più grande per l’uomo, e una rinnovata serietà nella educazione.
Avete provato ad andare a scuola, in certe scuole, e a sentire come anche i ragazzini più piccoli bestemmiano con un astio e una volgarità inaudite? Che fare? Invocare nuove regole più severe? O forse è venuto il momento di annunciare il nome di quel «Bellissimo» che solo sa rendere la vita di ogni uomo più bella?
Rimbaud in una sua poesia invocava «il tempo dei cuori che si infiammano». Oggi il mondo adulto della comunicazione sa solo testimoniare una vita che non sembra neanche degna di essere vissuta. Il pittore Botero, in alcuni suoi dipinti, descrive scene di donne nei bagni, tra water e bidet. Segno di un quotidiano che non ha più neanche il sussulto di un ideale che riempia la vita. Certi giornali e mass media sembrano stare allo stesso gioco: noi però preferiamo altro, e comunichiamo qualcosa che sa affascinare ed entusiasmare, anche i giovani.

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