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Coscienza e verità

Fonte:
CulturaCattolica.it

Un alunno ha scritto in un tema che il giorno più bello della sua vita è stato quello in cui i suoi genitori hanno scoperto la verità su quanto lui, per tanto tempo, aveva tenuto nascosto. La paura di farli arrabbiare lo aveva portato a mentire, ma una strana malinconia e i sensi di colpa, tenevano la sua anima ingabbiata. Il giudizio da lui espresso è sorprendente, considerata l’età. Non si sentiva libero. Mentire lo teneva intrappolato e gli toglieva la gioia. Ha capito che non deve temere la sua famiglia. I grandi sono lì per aiutarti. Può essere un’esperienza semplice, ma non certo relegabile a una “questione giovanile”. Il bisogno di essere liberati ci riguarda più che mai e gli attimi in cui assaporare la gioia della libertà interiore sono doni preziosi che ci fanno scoprire l’esigenze vere del nostro cuore. Quelle che non interessano a chi controlla la mentalità dominante. Nell’udienza del mercoledì, Benedetto XVI ha parlato del bisogno che la nostra coscienza ha di essere illuminata per essere purificata. “La spazzatura non c’è solo in diverse strade del mondo. C’è spazzatura anche nelle nostre coscienze e nelle nostre anime. È solo la luce del Signore, la sua forza e il suo amore che ci pulisce, ci purifica e ci dà la retta via”. Parlava di Margherita d’Oingt, monaca certosina, una di quelle figure che il Papa sta presentando per aiutare il recupero della memoria e delle radici cristiane, dimostrando che niente di ciò che è autenticamente umano ci è distante, anche se lontano nel tempo. Liberarsi dalla spazzatura ha anche un risvolto sociale. Il modo scelto dai media per trasmettere le notizie, proprio in questi giorni, fa sentire urgente l’invito a liberarsi dalla spazzatura. Il gravissimo attentato avvenuto nella cattedrale siro-cattolica di Bagdad in cui sono morti 58 persone, tra cui donne, bambini e tre sacerdoti, ha avuto un’eco risibile sulla stampa. I “grandi giornali” l’hanno liquidato in poche righe. “L’assurda violenza, tanto più feroce in quanto ha colpito persone inermi,” è stata solo riportata, ma non ha interessato chi governa l’informazione. La persecuzione dei cristiani, così diffusa nel mondo, è un tema di serie B, talvolta tra gli stessi cristiani. Nel messaggio per i funerali, Benedetto XVI ha ricordato come in Iraq “anche i cristiani siano diventati oggetto di efferati attacchi che, in totale disprezzo della vita, inviolabile dono di Dio, vogliono minare la fiducia e la convivenza civile.” Ma ha pure ribadito che, se “la pace è dono di Dio, è anche il risultato degli sforzi degli uomini di buona volontà, delle istituzioni nazionali e internazionali”. Chi se ne assume la responsabilità? In un intervento alla sua diocesi, Mons. Negri ha “ascritto alla moltitudine dei Santi” questi uomini barbaramente uccisi da un terrorismo che, sempre più chiaramente, fissa il suo obiettivo “contro il cristianesimo in Terra Santa, nel Medio Oriente e, più o meno, in tutti i paesi di antica tradizione cristiana”. Il silenzio nei confronti di questi cristiani assassinati è un silenzio colpevole, di incoscienza e di viltà.

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