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Benvenuti al nord alluvionato

Fonte:
CulturaCattolica.it
S'allaga il Veneto, ma passano quattro giorni prima che la televisione e i giornali s'accorgano della gravità della situazione

Benvenuti al Sud è un film che sta sbancando il botteghino.
E’ una commedia, si ride e si sorride, senza certe volgarità dei cinepanettoni.
E’ una commedia, e quindi gli stereotipi sono stereotipi, va da sé che quelli di - Usmate Velate MI - non sono tutti pirla come il personaggio interpretato da Bisio, e quelli di - Castellabate SA -non sono tutti ospitali, onesti, ligi al dovere come il personaggio interpretato da Alessandro Siani.

“E’ un film, non fanno mica sul serio” diceva mio padre, quando sullo schermo tv andava qualche scena per lui troppo erotica.
E’ un film dico io, non ha la pretesa che tutto sia vero, calca la mano sui pregiudizi, sui vizi e sulle qualità, anche se il povero Bisio di qualità non pare averne, se non quella, ma sarà una qualità? di essere ligio al dovere.

In ogni caso, BENVENUTI AL SUD, ha avuto il pregio di sdoganare certe riflessioni.

Certe cose che si dicono da sempre, ma solo nei salotti di casa, tra amici, perché non sta troppo bene riflettere a voce alta, si rischia d’essere fraintesi.
Invece Benvenuti al sud, ha sdoganato queste considerazioni, e così in TV si parla di terroni e polentoni, con serenità, cercando di capire se queste differenze siano poi, solo i difetti degli uni e degli altri, o se qualcosa di vero ci sia, se si possa imparare gli uni dagli altri, non solo a vivere con più "leggerezza" ma anche a ottimizzare la spesa pubblica negli ospedali, a guardare al territorio come a una risorsa e non come a un paesaggio.
Se si individuano i problemi, magari si risolvono, far finta che non esistano ha solo fatto del male all’Italia.

Nel frattempo piove, e piove, e il Veneto s’allaga: più di 100 comuni disastrati, tre morti, 2.500 sfollati, quasi mezzo milione di persone coinvolte nell'emergenza, danni materiali per almeno un miliardo di euro. Le piogge intense e continue hanno causato l'esondazione di numerosi fiumi nelle province di Vicenza, Verona e Padova. I campi, serre, fungaie sono andati distrutti, oltre 100 mila tacchini, 20 mila polli, 5mila conigli e centinaia di maiali e mucche per un totale di circa 150 mila animali sono morti annegati in Veneto, secondo il bilancio provvisorio della Coldiretti.
Circa 20mila persone coinvolte nei Comuni più direttamente colpiti dall'alluvione. Secondo una stima della Regione, ammontano però a 500mila le persone coinvolte complessivamente dall'ondata di maltempo.

Ma la tv è distratta, indaga sul caso della povera Sarah Scazzi, con il solito plastico, discute su Fini e il suo nuovo partito di gente vecchia, passano quattro giorni prima che qualcuno s’accorga che non si può far finta di niente, che quella del Veneto è un’alluvione in piena regola, che le immagini dal satellite fanno paura, il nordest che traina l’Italia questa volta ha la motrice ferma.

Benvenuti al nord, verrebbe da dire.
Nel nord est dove chi la notte ha perso casa e bottega la mattina seguente s’è messo gli stivaloni, pala scopa, idropulittrice e olio di gomito, a ripulire le officine, i magazzini, le fabbriche, perché chi ha perso la casa non può perdere anche il lavoro. Uomini donne, anziani, chi può lavora, chi non può si da da fare in altro modo, cucina per tutti, si prende cura dei bambini.

Non li avete trovati a braccia incrociate seduti in attesa dei soccorsi, a lamentarsi che si può fare di più, .
Son veneti questi, saranno anche polentoni, ma abituati a fare fadiga, a tirarse su e maneghe, come si dice, e forse, ma dico forse, sarà per questo che - no i fa pecà- non fanno pena, non dico che qualcuno abbia pensato che gli sta bene, questo no, ma nessuno ha gridato all’emergenza VENETO. E dire che in Italia un’emergenza, rifiuti, neve, caldo, freddo, non si nega a nessuno.

Certo c’è stata l’alluvione, ma nello stesso tempo è crollata a Pompei la palestra dei gladiatori, e c’è chi si chiede se sia giusto dare soldi al Veneto, quando un pezzo di storia è crollato a causa di un restauro mal fatto, in fondo i gladiatori del nord possono farcela da soli.

Diceva in un’intervista Alessandro Siani l’altro protagonista di Benvenuti al sud, 28 anni, napoletano, cabarettista, che i problemi del SUD, non sono problemi del SUD ma dell’Italia, perché non c’è un NORD e UN SUD, c’è il paese ITALIA.
C’è del vero in questa affermazione, ma non può diventare un alibi.

C'è una sola Italia è vero, dove questi polentoni, tutti casa e lavoro, un po’ ciaciaroni, un po’ strafottenti, che forse invidiano agli italiani del sud il sole e il fatalismo, questi terroni del nord, come li chiamavano i milanesi all’epoca delle prime immigrazioni interne, sono con i piedi nel fango, la testa al futuro, la consapevolezza di essere un popolo, provato dalla vita ma non sconfitto, un popolo che da subito si è messo “in opera” desideroso di rialzare la testa e di essere il primo protagonista della sua rinascita, allo Stato chiedono che faccia la sua parte, loro sono già al lavoro.

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