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Dalle social network communities alla comunità umana

Fonte:
CulturaCattolica.it
“Come ritrovare, dunque, la vera identità comunitaria nella consapevolezza della responsabilità che abbiamo gli uni verso gli altri anche nella rete online?”

Neppure il più audace scrittore di fantascienza lo aveva previsto o immaginato: in pochi decenni lo sviluppo di Internet e delle sue applicazioni ha modificato la fisionomia planetaria dell’umana convivenza in modo tale da costituire una rivoluzione non solo tecnica, ma antropologica. Dal canto suo la Chiesa ha sempre dimostrato un’attenzione particolare per gli strumenti di comunicazione sociale: risale al 1963 l’“Inter mirifica”, decreto del Concilio Vaticano II dedicato proprio a tale tema. In esso si elencavano “la stampa, il cinema, la radio, la televisione e simili”. Da parecchi anni i messaggi dei Pontefici per la “Giornata mondiale delle comunicazioni sociali” riguardano spesso questi “simili”, ossia Internet e le sue evoluzioni (così veloci ormai da superare anche le proiezioni più avveniristiche).
Il messaggio di Papa Francesco per la 53ma GIORNATA MONDIALE, che si terrà domenica 2 giugno 2019, si intitola «“Siamo membra gli uni degli altri” (Ef. 4,25). Dalle social network communities alla comunità umana». In apertura il Papa elenca i numerosi rischi che minacciano la Rete, e che gli osservatori e gli studiosi più attenti hanno scandagliato in modo allarmato e minuzioso: la disinformazione, la distorsione delle relazioni interpersonali, l’uso manipolatorio dei dati personali, il cyberbullismo, l’individualismo narcisista, le spirali di odio, l’isolamento “hikikomori” fino a diventare “eremiti sociali”… Anche il termine “comunità” (social network community) assume connotazioni da ghetto caratterizzato da pregiudizio, contrapposizione, sospetto. “Come ritrovare, dunque, la vera identità comunitaria nella consapevolezza della responsabilità che abbiamo gli uni verso gli altri anche nella rete online?”, si chiede il Papa. Ed entra qui un’altra metafora, quella del “corpo” e delle “membra”, presente nella citazione paolina del titolo. Se Colui che ci ha creati è Comunione di persone, Amore e perciò comunicazione, anche noi portiamo nel cuore la nostalgia di vivere in comunione, di appartenere a una comunità. Occorre quindi affermare anche nella rete e attraverso la rete il carattere interpersonale della nostra umanità, passando dal carattere individuale a quello personale. L’ampia sezione finale del messaggio papale dettaglia in modo profondo questo cammino di umanizzazione.
E la rete non deve sostituirsi all’incontro in carne e ossa, ma supportarlo e prepararlo, diventando così una risorsa. “Questa è la rete che vogliamo. Una rete non fatta per intrappolare, ma per liberare, per custodire una comunione di persone libere”.
In appendice, due iniziative concrete: in primo luogo, sarà istituito un Osservatorio internazionale sul cyberbullismo con sede in Vaticano; inoltre è stata pubblicata la nuova App della CEI, composta da sette sezioni e scaricabile gratuitamente sugli store di Apple e di Google; essa fa seguito ad un’altra App, “Keys to bioethics”, manuale virtuale di bioetica per giovani presentato alla GMG di Panama.

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