E se facessimo uno sciopero in difesa dei giovani di Hong Kong?
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Che rinasca un sussulto di dignità, tra le (poche) voci libere!
Mi domando come mai non si trovi nessun giovane che vada all’Onu a gridare e piangere per perorare la causa dei giovani di Hong Kong sotto attacco della polizia. Come mai non si trovi un solo ragazzo nel libero Occidente che convochi gli studenti di tutto il mondo per una mega manifestazione con la quale esigere attenzione e misure per limitare la dittatura, le manganellate e gli spari del mostro ideologico e politico che sta divorando non solo i sogni ma anche il presente e il futuro agli studenti di Hong Kong (c’è gente che sta rischiando la vita).
E come mai il Ministro dell’Istruzione non promuova e sostenga, magari già per domani, un giovedì di assenza dalle lezioni per sostenere la causa dei giovani cinesi; e già che ci sono, per fare memoria del 70mo anniversario di una delle più sanguinose rivoluzioni, quella di Mao.
Ah, ma era uno dei miti del ’68...
Ah, ma la scuola è laica ed equidistante, asettica nei confronti di qualsiasi simbolo...
Ah, ma la Cina è dalla parte dei buoni, fa parte del Consiglio di sicurezza dell’Onu, mica uccide le bambine nel seno delle loro madri, mica perseguita i cristiani...
Al di là dell’ironia, la situazione è inquietante, e abbiamo il dovere di discernere la schizofrenia che regna in questa società, e la subdola dittatura ideologica che pretende di stabilire cosa sia bene e cosa sia male.
Antonello Iapicca
Hong Kong, attivista colpito da spari durante disordini https://t.co/re87eE1ooA #videosky
— Gabriele Mangiarotti (@dongabriele) October 3, 2019
- Guardiamo la repressione e indigniamoci
- Manifestazione dei giovani
- Ministro, una parola chiara, per favore!
- Scendiamo in piazza, sì, per difendere la libertà di coloro a cui strappano sogni e vita!
- Giù la maschera, finalmente
- Laogai cinesi
- Ma non siamo contro la pena di morte?
- Ma non siamo contro la pena di morte?
- Ma non siamo contro la pena di morte?