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Un incontro interessante al Senato

Fonte:
CulturaCattolica.it
Così mi scrive il Capo Redattore di Repubblica.sm: «Ho scorto alcune foto di don Gabriele col senatore leghista Iwobi ed ho così chiesto “spiegazioni” al diretto interessato. Ecco la sua gentile risposta: (d.o)»

Caro David, mi chiedi spiegazioni della foto che ti ho mandato, eccole!
In questi giorni al Senato della Repubblica Italiana si è tenuta l'audizione informale di rappresentanti di CulturaCattolica.it … nella sede dell'Ufficio di Presidenza integrato dai rappresentanti dei Gruppi parlamentari della 7ª Commissione del Senato, in merito al disegno di legge n. 1633 «recante misure di straordinaria necessità ed urgenza in materia di reclutamento del personale scolastico». Tale DdL interessa anche gli insegnanti di religione.

Con il mio amico Nicola Incampo, esperto proprio per il sito CulturaCattolica.it, abbiamo chiesto alla Commissione di potere partecipare, per fare presenti le nostre osservazioni e richieste per potere garantire alla nostra disciplina e a suoi docenti quella dignità e giustizia che le sono dovute. Il Presidente della Commissione, sen. Pittoni, si è mostrato attento alle problematiche sollevate, e desideroso di accogliere le giuste osservazioni. Finito poi questo momento di confronto, abbiamo avuto modo di incontrare, con altri amici ugualmente interessati alla questione, alcuni senatori che ci hanno ascoltato con attenzione, anche se non tutti competenti rispetto alla questione sollevata, ma, proprio per questo, per la maggior parte di loro, capaci di mettersi in sintonia con quanto andavamo affermando.
Così abbiamo avuto modo di incontrare il sen. Toni Iwobi, della Lega, questo che vedi in foto con me, e un altro senatore, dello stesso partito, che si è detto pronto a sostenere quanto andavamo proponendo. Sempre alla buvette del Senato, abbiamo poi incontrato una senatrice dei 5 Stelle la quale, dopo avere compreso di che cosa stessimo parlando, ci ha fatto incontrare la sua collega Tiziana Drago che ci ha ascoltato con interesse, cercando di capire come poteva aiutarci.

Non puoi immaginare la gioia e, in qualche modo, la sorpresa nel vedere questi politici (ma ne abbiamo incontrati anche molti altri, in quella occasione) che hanno accettato la sfida di ascoltare noi, che per loro eravamo sconosciuti, su un argomento di cui si dichiaravano sinceramente incompetenti, nel tentativo di farsi comunque carico di un problema. Siamo stati un imprevisto, e abbiamo visto in azione una seria attenzione e speriamo e crediamo che non sia stato solo un caso fortuito. Non sappiamo in verità quali saranno i risultati concreti, se quelli sperati o quelli temuti, però è rimasta in noi la consapevolezza che, se ci si muove con chiarezza e rispetto, si possono aprire molte strade. E che nessuno può trincerarsi dietro a a una presunta impossibilità a cambiare.

Mi sembra che sia in continuità con quello che vado affermando con la considerazione dei «piccoli stati» e qui a San Marino credo sia ancora più possibile tentare un lavoro che coinvolga tutti nella responsabilità per il bene comune.

Quando insegnavo alle medie, ho trovato questo racconto che mi ha sempre confortato e che spronava tutti i miei alunni a vivere da protagonisti. Te lo mostro: «Si parla sempre dello scricciolo come dell’uccello che ride. È infatti un piccolo uccello molto felice e si raccontano alcune storie su di lui. Tutti amano sentirlo cantare. Questa canzone è molto vecchia, ma non so, esattamente, quante generazioni siano passate. È composta di poche righe ma una storia ci è stata trasmessa con essa che ne chiarisce il significato. Eccola: Un sacerdote uscì al primo albeggiare. Il cielo era limpido. L’erba ed i fiori selvaggi ondeggiavano alla brezza che spira, quando il sole manda i suoi primi raggi sulla terra. In quel bel mattino uccelli di ogni genere gareggiavano l’uno con l’altro nel cantare la loro gioia. Il sacerdote si fermò ad ascoltare. Improvvisamente, più in là, da un lato, sentì un trillo che si alzava più forte e più distintamente di tutti gli altri. Avanzò verso il luogo da cui proveniva il canto, per vedere che genere di uccello fosse quello che riusciva a mandare, più lontano degli altri, le sue gioiose e ridenti note. Avvicinandosi scorse un piccolo uccello di colore marrone, che aveva il becco aperto e le penne sulla gola arricciate dal fervore del suo canto. Era lo scricciolo, il più piccolo, il meno forte degli uccelli, che sembrava essere estremamente felice e volere esprimere in squillanti melodie la sua gioia di vivere. Quando lo vide, il sacerdote pensò: «Questo è un insegnamento per la mia gente. Tutti possono essere felici; anche la persona più insignificante può avere la sua canzone di ringraziamento». Così raccontò la storia dello scricciolo e ne fece una canzone. Fu tanto tempo fa, che nessuno rammenta quando fosse.»
A San Marino allora, lo scricciolo potrà essere chiunque: avendo tra le mani un principio di valore, potrà renderlo esperienza per tutti e così, l’amicizia tra coloro che hanno in comune il desiderio del vero e del bene porterà veri e buoni frutti.

“Rispetto e giustizia”
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