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“L’Italia del Covid-19 e la Chiesa nel 2020”.

Fonte:
CulturaCattolica.it
Interessante recensione e documentazione di Giuseppe Rusconi di un recente volume di Andrea Riccardi, di giudizio sulla Chiesa in Italia e nel mondo. Per approfondire la questione di una fede che deve diventare cultura, per ridare la speranza agli uomini

Devo ringraziare l’amico Giuseppe Rusconi, titolare del sito Rossoporpora, per l’indicazione del testo di Andrea Riccardi “La Chiesa brucia – Crisi e futuro del cristianesimo” (Editori Laterza). Nonostante il suo invito finale (Pensiamo però a questo punto di aver fatto venire l’acquolina in bocca a più d’uno dei nostri lettori… e magari ci sarà chi il libro lo acquisterà. Lo faccia, non se ne pentirà) non credo che lo acquisterò. Questi suoi passi evidenziati nell’articolo (e – questo testo sì – dovete proprio leggerlo) pongono una serie di questioni che non possiamo lasciare cadere nel vuoto, per paura di essere considerati come coloro che «non amano Papa Francesco» (visto che ogni domanda posta sullo stato della Chiesa poi si traduce in questa: sei a favore o contro il Papa?) o che sono nostalgici di un passato che non potrà più tornare.

Così scrive Rusconi: «Ne evidenziamo [del libro in questione] qualche passo: “Lo Stato sospende le ‘cerimonie’ religiose unilateralmente per evitare assembramenti. Mai, nella storia della Penisola, le messe e il culto erano stati sospesi. Mai dal governo. Non lo sono stati nel dramma della guerra, sotto i bombardamenti o durante il passaggio del fronte o i rastrellamenti tedeschi”. “Le cose sono andate in un modo che mostra la scarsa considerazione per la Chiesa e per un suo possibile contributo alla tenuta della vita nazionale”. Ancora: “Non si tratta soltanto di una partita persa dalla Chiesa, come le è capitato nella storia, ma di un ‘declassamento’ che manifesta come l’istituzione sia considerata incapace di gestire le misure di prevenzione e non sia ritenuta un interlocutore”. “Nonostante le garanzie costituzionali e concordatarie, la Chiesa è stata trattata peggio di una categoria commerciale: certo non come un servizio essenziale”. Fino alla domanda: “Siamo ormai fuori da un’epoca concordataria – il che potrebbe essere anche positivo – ma ci troviamo all’interno di una stagione di subordinazione della Chiesa?” E alle constatazioni dolorose: “In un momento di sbandamento, alle prese con una ‘misteriosa’ e aggressiva epidemia globale, c’è stato un silenzio della Chiesa (…) Il popolo generalmente non ha percepito molto la presenza della Chiesa (…) Il mondo cristiano (…) ruota attorno alla messa domenicale: qui sono le ‘sue sorgenti’ – scrive la CEI. Nel modo con cui è stata presa la decisione di sospendere le liturgie (dovuto a una decisione governativa) c’è stata un’impronta verticistica (…) Con rapidità estrema sono arrivati i decreti dei vescovi, diretti a un popolo cui si era predicato per secoli che bisognava andare a messa la domenica (…) E la gente è andata cercando la sua messa su Youtube o in televisione, facendo i suoi percorsi. Non solo, ma dopo la fine del lockdown frequenta di meno – almeno nei mesi immediatamente successivi – le chiese (è un’osservazione generalizzata) e ha imparato a gestire il suo ‘momento’ religioso più individualmente”.»

Le questioni (tra le tante) dal saggio di Andrea Riccardi sono gravi e chiedono, a chi abbia a cuore il presente e il futuro della Chiesa, qui in Italia, una risposta seria e un impegno conseguente.
Sarà possibile che il dibattito si svolga serenamente, senza facili accuse di complottismi o di volontà criptoscismatiche? Quello che è in gioco è il bene dell’uomo, perché, come ancora rilevato dalle parole evidenziate da Rusconi, «Una Chiesa viva è un’alleata per l’Europa, perché crede che questa, nonostante i limiti storici, sia un valore per il mondo. Non perché le radici storiche del continente sono cristiane: sarebbe un titolo di legittimità risalente al passato, quasi come quello di un’antica casata sovrana che ha fatto la storia di ieri. Ma l’Europa è una chance unica per la Chiesa e per il mondo. Può comporre le sue tante diversità, quasi costitutive, e proiettarsi sullo scenario del mondo con un respiro universale».

Con il nostro sito e con gli amici che ci seguono abbiamo a cuore la Chiesa, in Italia, a San Marino e nel mondo e siamo al servizio di una presenza che può ridare speranza al mondo, purché si abbia il coraggio di guardare la realtà, di non nascondersi di fronte ai problemi, di riconoscere i tanti amici compagni di strada, e di servire lealmente la verità.

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