No, non siamo diventati terroristi
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Complimenti, caro Augusto Michelotti, lei sa volteggiare molto bene con le parole e i luoghi comuni di sicuro effetto per infangare i presunti avversari. Ma la realtà è testarda e non servono a nulla i giochi di parole per far finta che non ci sia. La realtà è che i bambini vengono ammazzati. In nome della Legge. E le loro madri, convinte ad arte che sia più che giusto sopprimere i loro figli, vengono aiutate premurosamente a fare ciò che non vorrebbero mai fare.
La realtà è che la vita umana deve essere considerata sacra e inviolabile, dal suo concepimento fino alla sua morte naturale. Su questo principio fondamentale, su cui si basa tutta la società democratica, non dovrebbe essere ammessa nessuna discussione, così come non è ammesso in nessun modo sostenere la legittimità dello sterminio degli Ebrei o della schiavitù degli afroamericani. La libertà di opinione non può arrivare a proporre la morte o la schiavitù di una categoria di persone.
La realtà è che non c’è nulla di più grave dell’uccisione dei bambini. Lei invoca la condanna dei pedofili: giustissimo, lo Stato sia molto severo con chi allunga le mani sui bambini per abusare di loro. E tanto più lo Stato sia severo con chi stende le mani sui bambini per ammazzarli.
La realtà è che chi uccide una vita umana innocente (e sostiene pure che è giusto farlo) è un assassino. Papa Francesco lo ha definito un sicario e un mafioso. E come altro lo si dovrebbe chiamare? Benefattore delle donne e dei bambini? La realtà se la ride dei nostri trucchi.
Questa dunque è la realtà che tutti gli abortisti cercano ostinatamente di censurare.
Chi sono i violenti, quelli che ammazzano i bambini spacciandosi per maestri del progresso e della civiltà o quelli che cercano di smascherare questo obbrobrio all’opinione pubblica?
Leggendo il suo comunicato stampa, sembra quasi che lei abbia ragione e che i violenti siano quei pochissimi che tentano di alzare la voce per difendere i nascituri (cioè il futuro del popolo) e non l’immane apparato abortista che sta sterminando 42 milioni di bambini all’anno nel mondo (il dato non è di fonte clericale, come lei probabilmente suppone, ma dell’Organizzazione Mondiale della Sanità delle Nazioni Unite).
Lei, seguendo il classico metodo di tutti gli abortisti (è lei che si è dichiarato tale), non ha voluto entrare minimamente nel merito della questione, cioè appunto quella delle vite umane che vengono annientate, ma tentare di screditare chi cerca di porla. E’ sempre così: siccome è chiaro che se la gente fosse informata sui dati scientifici, sulle immagini straordinarie degli embrioni e dei feti realizzate in questi ultimi decenni, sulle completezza stupefacente del DNA del neoconcepito e dell’organizzazione prodigiosa del suo inarrestabile e razionale sviluppo, sul modo con cui vengono uccisi i nascituri, sulle caratteristiche dei feti nelle varie settimane di gestazione, sulle cifre dello sterminio, sui risultati nella catastrofica situazione demografica italiana, sui valori e sui principi morali fondamentali, sulle alternative efficacissime all’aborto, e via dicendo… siccome, appunto, è chiaro che se la gente fosse informata di tutto questo cambierebbe l’opinione stereotipata e tragica sull’aborto che le è stata spacciata e imposta per progresso e libertà (sappiamo da chi), allora bisogna evitare assolutamente che la gente sappia e che qualcuno possa intervenire a farglielo sapere. Come? Semplice: denigrando con potenti martellate chiunque inizi a parlare.
Ma, caro Augusto, non crede che le darebbe molta più soddisfazione impegnarsi per salvare le vite umane innocenti? Non crede che sarebbe più contento di vedere un popolo fiorire di bambini e di gioventù grazie anche al suo impegno? Non crede che sarebbe meglio servire la vita anziché la morte?
Alla gente noi diciamo: non lasciatevi ingannare, state davanti alla realtà chiara e tonda. Cosa preferite, uccidere o salvare? La questione è tutta qui, il resto sono solo dettagli. Fermate la mano di chi uccide, non permettete che ci siano leggi che consentono il delitto, ma leggi che soccorrono la donna e la sua famiglia, e le danno ogni aiuto per essere felice con la creatura che le è stata affidata da Dio.
Se qualcuno poi pensa di star meglio denigrando due poveri preti di provincia, faccia pure: l’importante è che la smetta di mandare a morte i bambini.
Don Pietro e don Gabriele