GIUSEPPE E IL PICCOLO GESÙ (Patris corde Ioseph amabat Iesum) - Poesia di Natale

GIUSEPPE E IL PICCOLO GESÙ
(Patris corde Ioseph amabat Iesum)

Giuseppe, terminato il suo lavoro,
ha finalmente un poco di ristoro
è sereno, raggiante, benché stanco
e felice di aver Gesù al suo fianco

e accade un giorno, proprio all’imbrunire,
delle cicale al sonoro frinire,
che il bimbo chieda che gli sia narrato
che cosa sia accaduto quando è nato.

“Stanchi, sfiniti per un lungo viaggio
tua madre ed io ritenevamo saggio
verso sera cercar per riposare
una locanda dove pernottare.

Ma fui deluso e un poco indispettito
dall’ovunque trovar ‘tutto esaurito’
a Betlemme che era in gran fermento
perché era in corso il grande censimento.

‘Ahimè – rifletto – qui tra poco annotta’
quando vedo, nascosti in una grotta,
una greppia con dentro della paglia,
un bue mansueto e un asino che raglia.

Lì tu sei nato e subito una stella
è apparsa enorme, luminosa, bella,
che alla grotta ha guidato grandi re
venuti apposta a visitare te.

Sono arrivati proprio inaspettati
-la stella luminosa li ha guidati-
portando in dono un piccolo tesoro
di mirra, incenso e risplendente oro.

Altri doni, di notte o ai primi albori,
han portato degli umili pastori:
chi un agnello, chi lana, chi formaggio
al termine del loro breve viaggio”.

Giuseppe narra poi la sua avventura
come vincere seppe la paura
quando gli occorse di filare dritto
scappando lesto nel lontano Egitto.

“L’Altissimo, Gesù, mi ha reso saggio,
da Lui trarre ho potuto il mio coraggio;
spesso che far, quand’ero nel bisogno,
seppi da Lui che mi appariva in sogno”.

Scesa è la notte: la casa paterna
illumina accendendo una lanterna
il piccolo Gesù, mentre la cena
la mamma ha pronta già di buona lena.

E' santa di Giuseppe l’avventura
che della sua missione ha grande cura:
egli ama proprio con cuore di padre,
custode del bambino e della madre.

Santo Natale 2021