Condividi:

L’Europa di domani : dal patto di Stabilità al buffet dei cannoni

Autore:
Luca Costa
Fonte:
CulturaCattolica.it ©
Il re è nudo: l’austerity non era poi così sacra.
Ancora in compagnia di Luca Costa, che ci provoca con un giudizio controcorrente, contro il politically correct. Pensare e confrontarsi non fa mai male!

Per oltre vent’anni ci hanno detto che non c’erano soldi. Niente per gli ospedali, che chiudevano uno dopo l’altro. Nulla per le scuole, che cadevano a pezzi. Figuriamoci per assumere insegnanti di ruolo. Zero per rilanciare i salari, inchiodati a livelli indegni anche per colpa di un cuneo fiscale ancora oltre le soglie della vergogna, né per le infrastrutture che fanno sembrare alcune zone d’Italia come mondi perduti. Il Patto di Stabilità era il dogma intoccabile, la camicia di forza imposta da Bruxelles per disciplinare le economie nazionali e garantire il sacro vincolo del rigore. Sacrifici, sacrifici e sacrifici.
Ma oggi, miracolosamente, scopriamo che il Patto, il Sacro Graal della costruzione europea, si può sforare. Non per dare ossigeno ai lavoratori, ai pensionati o ai giovani precari. Non per ricostruire uno stato sociale ormai smantellato a colpi di austerity. No, il deficit si può sforare per riarmarci. Perché la nuova priorità dell’Europa non è la giustizia sociale, ma il riarmo. Contro chi? Contro la minaccia russa. Avete sentito bene: la minaccia russa...
Ursula von der Leyen, Emmanuel Macron, Giorgia Meloni e il britannico Keir Starmer dicono chiaro e tondo che bisogna spendere di più per la difesa, che serve più produzione bellica, più munizioni, più carri armati. E che per farlo possiamo tranquillamente mettere da parte quelle stesse regole di austerità che da un quarto di secolo manganellano la classe media di un intero continente.

Ma allora, a cosa serve la NATO?

Eppure per decenni ci hanno raccontato che la nostra sicurezza era garantita dall’Alleanza Atlantica! Che la NATO, con il suo esercito sterminato e il suo apparato di basi militari (e prigioni illegali) sparse in tutta Europa, era la nostra assicurazione sulla vita. Abbiamo accettato di perdere pezzi di sovranità, di farci trascinare in spaventose operazioni militari decise solo da Washington, di sottoscrivere l’espansione ad Est (cioè la minaccia CONTRO la Russia) senza fiatare, perché ci dicevano che era il prezzo da pagare per la nostra sicurezza.
E adesso? Adesso ci dicono che non basta più! Magia! Che dobbiamo costruire un esercito europeo. Che dobbiamo finanziare a suon di miliardi le industrie delle armi. Che ogni Stato deve aumentare la propria spesa militare. Che l’Italia deve spingersi fino a 140 miliardi di euro l’anno. Centoquaranta miliardi di euro. In un paese dove i giovani laureati emigrano in massa per trovare un lavoro decente. Dove un pacchetto di stracchino costa 4 euro.
Ma allora, per chi abbiamo pagato il “pizzo” alla NATO per tutti questi anni? Perché spendiamo miliardi nei bilanci della difesa dell’Alleanza Atlantica, se poi dobbiamo comunque riarmarci da soli? Ci state dicendo che la NATO non è più sufficiente? O ci state solo preparando all’ennesima corsa agli armamenti imposta da chi comanda davvero in Occidente, e che vede l’Europa solo come un mercato da spremere e un campo di battaglia da preparare? Chi governa l’Europa? I suoi popoli? O le lobby delle armi, delle energie rinnovabili, della finanza liquida? Ormai il re è nudo, non ci si può nascondere, a chi devono rendere conto la Meloni, Macron, Ursula, Starmer, Merz?
Non è più di politica, questi fanno business. Il business del riarmo, che serve a chi produce missili e carri armati, non certo ai cittadini europei. La NATO ha sempre garantito una cosa sola: la subordinazione dell’Europa agli interessi militari ed economici americani. E ora che serve più guerra, più spesa, più commesse per le industrie belliche, nel momento in cui Trump parla di pace, allora ecco! improvvisamente anche le regole di bilancio possono essere infrante.
Quando si tratta di finanziare ospedali, scuole e salari dignitosi, il rigore è inflessibile. Ma quando c’è da riempire gli arsenali, le regole possono essere stracciate. Questo è il vero volto dell’Europa di oggi: una tecnocrazia che si traveste da democrazia, mentre risponde solo agli interessi di pochi.
Abbiamo solo una speranza, che qualcuno si svegli, che il popolo si svegli, che qualcuno abbia il coraggio di ricordare che la vera costruzione europea è quella che si è operata dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale. Operata e concepita in nome di valori chiari e precisi. Semplici. I valori della resistenza: amore per la patria, democrazia, rispetto per i bisogni del popolo (sanità, scuola, sicurezza), tutela del lavoro come valore fondante la nostra Costituzione. E i valori della dottrina sociale della Chiesa, sussidiarietà, uguaglianza, qualità delle prestazioni sociali, rifiuto dell’ideologia, rifiuto dell’imperialismo. Cooperazione internazionale e non confronto armato. Libertà.
Oggi questi valori sono stati gettati alle ortiche. Dobbiamo esigerli con forza, di nuovo.
La minaccia non è la Russia. La minaccia si chiama UE (e i suoi scagnozzi corrotti).

Luca Costa

Immagine

Vai a "Ultime news"