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Il Presepio tra storia e tradizione

Autore:
Roda, Anna
Fonte:
CulturaCattolica.it ©

Secondo l'antica tradizione fu san Francesco ad ideare del presepio, nella notte di Natale del 1223 a Greccio, nella conca reatina. Il santo seguendo una profonda ispirazione, si fece portare, nella grotta dove si sarebbe svolta la celebrazione liturgica, una mangiatoia pina di fieno, un asino e un bue vivi e poi fece suonare le campane per chiamare i pastori e i contadini dei dintorni. Nella commozione del momento, tra i canti e la solennità della azione liturgica, gli astanti videro tra le braccia di Francesco un bambinello, fulgido per la bellezza e l'intensa luce che da esso promanava.

Piano piano da quel momento la natività ebbe diverse riproduzioni: alcune opera di artisti famosi, altri di artigiani meno noti, fino ad arrivare, in tempi non molto lontani dai nostri alla realizzazione, nelle nostre case, del piccolo presepe con le statuine in gesso o in plastica colorata. (Figura 1)

Tra le prime rappresentazioni di alto valore artistico troviamo la natività di Arnolfo da Cambio, del 1289, oggi conservata nella confessione della cappella Sistina in Santa Maria Maggiore a Roma. Fu realizzata per onorare una delle reliquie più significative del cristianesimo: la culla di Gesù Bambino. Le statue superstiti sono poche, alcune distrutte o scomparse, anche Maria e il Bambino andarono perduti e furono sostituiti da altre statue nel XVI secolo. Il più tradizionale dei presepi romani si trova nella chiesa dell'Ara Coeli, nel quale il Bambino è il protagonista assoluto. Questa statua fu ricavata, secondo la tradizione, da un olivo dell'orto del Getsemani; colorata misteriosamente dagli angeli, sempre in modo misterioso giunse a Roma e fu protagonista di miracolose guarigioni e di altri fatti straordinari.

Grande tradizione si ebbe nelle regioni meridionali. Ma prima di giungere alla insuperabile stagione sei-settecentesca del presepe napoletano dobbiamo prima accostare gli esempi pugliesi. In epoca rinascimentale in questa regione fiorirono numerose botteghe di presepi. Il presepe pugliese è molto particolare: occupa tutta una cappella o addirittura il transetto di una chiesa; è incastonato in una grandiosa grotta di finta roccia (a volte anche vera) e su di essa si sviluppa la cavalcata dei Magi, animata da pecore, pastori, zampognari. A Lecce invece erano fatti in cartapesta, attività molto fiorente ancor oggi. Gran parte dei presepi pugliesi quattro-cinquecenteschi sono opera di Stefano da Putignano o della sua bottega.

Al nord nel rinascimento, continuando anche nei secoli successivi, sorgono i Sacri Monti. Il più originale è senza dubbio quello di Varallo. Nel piccolo borgo di Betlemme, perfettamente ricostruito da Gaudenzio Ferrari e dalla sua bottega, possiamo contemplare i diversi momenti dell'infanzia di Gesù. Il candore e l'intima commozione di quelle scene colpisce anche oggi, per le capacità di rendere la psicologia e il dramma di quei personaggi.

Chi direbbe mai Milano città dei presepi? Eppure nel capoluogo lombardo ne esistono diversi esempi, tutti di pregio e raffinata struttura.

Al Castello Sforzesco, nella sezione delle Arti Decorative, si possono vedere cinque natività lignee rinascimentali, uniche nel loro genere. Si fanno i nomi del Maestro di Trognano (località da cui proviene un'opera) e dei fratelli De Donati e della loro bottega.

La scena si sviluppa a bassorilievo ed è tutta decorata con foglia d'oro su cui sono poi stati stesi gli altri colori. La Vergine è inginocchiata davanti al Bambino, steso sulla nuda terra o deposto nella mangiatoia; Giuseppe e i pastori con i loro greggi sono attorno adoranti, mentre gli angeli cantano e lodano Dio. Alcune di queste tavole erano ancone d'altare, altre, date le ridotte dimensioni, anconette per la devozione privata. (Figura 2: Maestro di Trognano)

Nella basilica ambrosiana di San Nazaro in Brolo, sempre a Milano, all'estremità del transetto sinistro, possiamo contemplare l'ancona di legno dorato, raffigurante i Magi in adorazione del Bambino. L'opera è databile attorno all'inizio del XVI secolo, proveniente da Colonia, opera forse di Adam Kraft di Norimberga.

È un quadro affollato e in prospettiva mostra il viaggio dei Magi, il loro scrutare la stella, le informazioni chieste a Gerusalemme e infine l'arrivo presso la capanna. Infatti al centro campeggia la Sacra Famiglia e i tre re che prostrati offrono doni al Bambinello.

Più recente è il presepio conservata nella chiesa di San Marco, in delle cappelle del lato destro. Il suggestivo presepio è opera di Francesco Landonio (1723-1783): è realizzato in carta dipinta, applicata su supporto, i cui personaggi ritagliati sono poi disposti teatralmente nello spazio della cappella. L'insieme ha un sapore arcadico e ricorda certi cascinali lombardi, mentre i personaggi hanno tratti realistici e campagnoli. (Figura 3: Francesco Landonio, Tempera su cartone)

Un ricordo particolare va ai presepi siciliani, realizzati con materiali diversi ed originali. Le origini di questa tradizione sono da ravvisare nella scultura rinascimentale del Gagini, ma il primo esempio di presepio è quello conservato a Scicli, risalente alla fine del XVI secolo, restaurato dopo il terremoto del 1693. Bisogna però aspettare l'opera di Giovanni Antonino Matera (1653-1708) per vedere presepi dai caratteri precisi e fissati. Il presepe siciliano, pur essendo analogo a quello napoletano, se ne diversifica per la minor divagazione. Il tono e la rappresentazione sono più sacre, l'atmosfera più drammatica. Esempi si possono trovare nel Museo siracusano di Palazzo Bellomo: statuette delicate, caratterizzate nei volti, nei gesti e nella finezza degli abiti.

Anche in Alto Adige troviamo una ricca tradizione di presepi, già presente nel quattro-cinquecento ad opera di maestri ed artigiani intagliatori di legno. Il gusto nordico tirolese si mescola con lo stile italiano per dar vita a piccoli presepi lignei animati da una folla di personaggi; esempi se ne trovano nel museo diocesano di Bressanone, nel grande altare della chiesa di San Francesco a Bolzano, nella abbazia di Novacella. Tale tradizione continua ancor oggi presso gli intagliatori in legno della Val Gardena e del Trentino.

Ma è certamente Napoli la patria indiscussa del presepio. Qui il presepio è un'esplosione di luci, colori, forme, suoni, una manifestazione del costume e dell'animo napoletano. L'amore per lo spettacolo, per la vivacità e per l'aneddotica rende questi presepi unici e talvolta poco religiosi. Infatti spesso la grotta con la Sacra Famiglia è pretesto per la descrizione animata di scene popolaresche, spesso Essa scompare, dettaglio tra i tanti dettagli e nemmeno il più significativo. Pagano e cristiano insieme, anche se indubbiamente opera d'arte pregiata a cui si dedicarono i più importanti artisti partenopei.

Ricordiamo ad esempio il Sammartino (1720-1793), Domenico Antonio Vaccaro (1681-1750), autore anche dei chiostri di Santa Chiara, Francesco Celebrano (inizi XVIII sec.-1814) e molti altri. La più significativa raccolta di presepi si può ammirare presso il Museo Nazionale di San Martino, costituitasi nel corso degli anni da diverse donazioni pubbliche e private. (Figura 4)

A conclusione di questo breve excursus sulla tradizione presepiale italiana vorremmo segnalare che a Roma si aprirà l'11 dicembre Venite adoremus. Le immagini della Natività. Da Dürer a Tiepolo, una mostra che potrebbe essere un modo adeguato ed inusuale per prepararsi al Natale. La mostra presenta il tema della Natività in 120 incisioni, provenienti dalla Biblioteca Casanatense di Roma, dall'Istituto Nazionale per la Grafica e da una preziosa raccolta privata, si potrà ammirare.

La Nascita di Gesù è uno dei temi più rappresentati nella storia dell'arte, motivo di meditazione e creazione artistica di grandi maestri, i quali hanno prodotto veri e propri capolavori, divenuti anche veicoli di fede e meditazione personale, visto il formato riditto richiesto da questa tecnica artistica, la stampa.

La mostra si articola in quattro sezioni: Natività, Adorazione dei pastori, Adorazione dei Magi, Fuga in Egitto; le scuole rappresentate sono le più prestigiose: nordiche, tedesche e fiamminghe, così i maestri presenti, di cui citiamo solo i più noti al grande pubblico: Dürer, Goltzius, Luca di Leida, Rembrandt, Dorè, Carracci, Salvator Rosa, Reni, Maratti, Tiepolo.

Avvanto alla mostra sarà allestito un presepio napoletano in stile settecentesco con pezzi originali del XVIII e XIX secolo, provenienti dal Museo del Presepio "Angelo Stefanucci" di Roma e allestito dall'Associazione Italiana Amici del Presepio.

Forse in questa occasione gli adulti potranno avvicinare i più piccoli all'arte e ad una riflessione semplice e e intensa insieme del Natale.

Venite adoremus. Le immagini della Natività. Da Dürer a Tiepolo
11 dicembre 2004 – 9 gennaio 2005
Roma, Palazzo della Cancelleria, Piazza della Cancelleria

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