L’attesa del presente
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L’arte contemporanea ha un ampio spazio nel panorama delle mostre italiane. Confessiamo ai nostri lettori che non sempre le proposte ci convincono, anzi non sempre la stessa arte contemporanea ci convince: troppo spesso richiede eccessive fatiche di interpretazione e quindi, proprio per la sua difficoltà, non è capita e apprezzata. Così l’arte va per strade sue, accessibili solo a raffinati esperti e cultori, mentre la maggioranza delle persone, che pure vorrebbero capire per conoscere, ne stanno lontane, in attesa di tempi migliori, di artisti più comunicativi, di un’arte più “popolare”.
Eppure noi non ci rassegniamo e quando veniamo a conoscenza di una mostra d’arte contemporanea, lì dove vediamo uno spiraglio ne diamo comunicazione, come in questo caso.
Castiglioncello, patria dei Macchiaioli, propone anche quest’anno una mostra a loro dedicata, Da Courbet a Fattori. I principi del vero, un inedito itinerario, articolato in sette sezioni, volto a studiare l’originale e rigoroso rapporto dei Macchiaioli con i “principi del vero”, nel più ampio contesto europeo.
Grazie alle opere in possesso del principe Demidoff, i Macchiaioli (Fattori, Signorini, Lega, Banti, Zandomeneghi…) conobbero le esperienze pittoriche dei francesi della cosiddetta scuola di Barbizon e di Camille Corot, condividendone istanze pittoriche realiste e ideali sociali e morali.
Oltre ad un nutrito gruppo di opere di Courbet, per la prima volta in Italia, sarà possibile ammirare alcuni dei capolavori dei maestri toscani come La visita di Silvestro Lega o L’alzaia di Telemaco Signorini.
Tra i temi comuni ai due gruppi di artisti evidenziamo: l’amore alla natura, la “sincerità” dell’arte che deve immergersi nel vissuto quotidiano. Dopo gli anni Ottanta dell’Ottocento però i diversi protagonisti italiani tendono a sviluppare percorsi alternativi e diversificati, che daranno vita alle correnti della pittura contemporanea nel nostro paese.
A Besana, nel cuore della Brianza, è stata inaugurata il 2 ottobre una rassegna dedicata al Cenacolo Verde, un sodalizio di pittori, Tassinari, Migneco, Borlotti, Sassu e Treccani che vissero e lavorarono in questa zona.
La mostra presenta 40 opere, 8 per maestro,tra le più significative di questi pittori che diedero vita a questo cenacolo culturale poco studiato dagli storici dell’arte. L’esposizione pone al centro della propria indagine la Brianza, patria elettiva da sempre di intellettuali e artisti, che tra le sue colline hanno cercato e trovato la concentrazione e la pace necessarie per dare forma e colore alla propria creatività. I luoghi della Brianza diventano così luoghi dell’anima, luoghi che sono specchio dei drammi dell’uomo e della storia, basta pensare ai paesaggi di Monsonico, dipinti da Cassinari e Morlotti negli anni della guerra quando i due erano sfollati, o le colline del dopoguerra di Morlotti e Treccani, così cariche di tensione, attesa e malinconia insieme.
La mostra si propone inoltre, e per la prima volta, di ricostruire i rapporti artistici e di amicizia che hanno legato questi maestri, incontri non fortuiti, ma premeditati, restituendo allo stesso tempo il senso di presenze ormai storiche che hanno saputo consegnare alla storia dell’arte la Brianza; inoltre viene analizzato il rapporto tra la produzione briantea e quella legata alla rivista “Corrente”, fondata dal giovanissimo Treccani verso la fine degli anni Trenta.
Da ultimo alla Triennale di Milano una grande mostra dedicata al pittore americano Keith Haring.
“…Il mio interesse per la vita è esplorare il maggior numero delle sue infinite possibili varianti… toccare la vita delle persone in modo positivo è per me la cosa più vicina all’idea di religione… per me è molto importante capire le ragioni del vivere, il significato della vita, sempre che in generale un significato ci sia…penso che sia molto importante essere innamorati della vita… la vita è molto fragile e sempre elusiva…appena pensiamo di capure c’è un altro mistero…” Queste poche frasi ci danno l’idea della personalità di Haring, nato nel 1958 in Pennsylvania e morto di AIDS nel 1990 a New York: una personalità complessa, forse troppo usurata dagli stereotipi dell’arte contemporanea.
La rassegna presenta circa cento dipinti, quaranta disegni, sculture, vasi, opere di grande formato, quindi un’occasione impedibile per conoscere Haring.
Ciò che colpisce visitando la mostra è la fantasmagoria dei colori, l’apparente giocosità dei temi trattati, dall’ormai famoso omino/bambino radiante (icona vera e propria di Haring) fino ai cartoons americani rivisitati dal tratto graffiante del pittore; tanto che non stupisce vedere, oltre un numero nutrito di giovani visitatori, anche famigliole con bambini che felici e un po’ storditi si aggirano in quelle sale multicolori, quasi fossero un luna park.
Ma la giocosità è solo apparente, di fatto è una grande drammaticità quella che vive ed anima sia le grandi tele che i fumetti su carta: tra i segni ricorrenti la croce, i mostri che azzannano gli uomini, i totem delle culture pre-colombiane, gli uomini che si deformano o parti del loro essere che crescono a dismisura.
Haring ci mostra quindi uno spaccato della cultura e della sensibilità delle grandi metropoli americane, ma in fondo ci permette di guardare, come in un binocolo, quello che sta diventando la nostra cultura e la nostra società.
Da Courbet a Fattori. I principi del vero
Palazzo della Vittoria – Castiglioncello (Livorno)
Dal 16 luglio al 1 novembre 2005
Orari: tutti i giorni 16.00 – 19.00 tranne il lunedì
Biglietti: 6 € intero, 4 € ridotto (over 65 e tra 6 e 18 anni)
Il Cenacolo Verde. Tassinari, Migneco, Borlotti, Sassu e Treccani in Brianza
Villa Filippini – Befana in Brianza (Milano)
Dal 2 ottobre al 13 novembre 2005
Orari: da venerdì a domenica 10.00 – 13.00; 14.00 – 19.00
Biglietti: 5 € intero, 3 € ridotto (studenti e gruppi), gratuito per over 65 e under 8
The Keith Haring Show
Palazzo della Triennale – Milano
Dal 28 settembre 2005 al 29 gennaio 2006
Orari: 10.30 – 20.30 (chiuso il lunedì)
Biglietti: 8€ intero, 4,50 € ridotto