Pasqua in mostra
- Autore:
- Curatore:
- Fonte:

I nostri lettori se ne sono resi conto certamente che questa rubrica da quando è nata ha un po’ cambiato la sua struttura.
Siamo passati da articoli che proponevano mostre simili o con affinità, ad articoli mensili che fanno un po’ il punto sulle diverse proposte del panorama artistico e culturale italiano.
Perché questo cambiamento? Per non perdere la ricchezza di quanto in Italia viene proposto ed aiutare ad aprire mente ed interessi più ampi.
La nostra lunga carrellata inizia da Milano. Dopo quasi un anno di lavoro si è concluso il restauro dello “Sposalizio della Vergine”, opera del giovane Raffaello (1504), che oggi torna in parete a Milano nella Pinacoteca di Brera. Un restauro condotto “con una intelligente discrezione, eseguito costantemente sotto gli occhi del pubblico” nel laboratorio allestito in una teca trasparente nelle sale della galleria. Risale al 1858 l’ultimo restauro importante, affidato a Giuseppe Molteni; poi, cento anni dopo, Mauro Pelliccioli fu incaricato di stuccare e integrare i danni causati dalle martellate di un visitatore al gomito e al ventre della Vergine. “Era un’intervento necessario - ha detto Emanuela Daffra, la curatrice del restauro - c’erano problemi circoscritti alla stabilità del colore e i materiali usati per il restauro precedente risultavano rovinati, mentre i ritocchi selettivi fatti negli anni avevano alterato l’equilibrio dell’opera”. In fase preliminare e’ stata eseguita una campagna di analisi diagnostiche per riconoscere la tecnica esecutiva e gli interventi precedenti; a seguire, i lavori veri e propri, eseguiti da tre restauratori interni alla Pinacoteca, che sono stati riportati giorno per giorno sul sito internet della galleria. Insieme al quadro, e’ stata restaurata anche la cornice dorata, esempio di ornato neoclassico con decori eseguiti a pastiglia. Nel centenario della pubblicazione del Manifesto futurista di Filippo Tommaso Marinetti (1909-2009), la Biblioteca Centrale Sormani dedica una mostra allo scrittore milanese Paolo Buzzi, personalità di spicco del futurismo poetico, definito da Eugenio Montale rapsodo del gruppo marinettiano. Alla sua morte, avvenuta nel 1956, le carte, i libri e il pianoforte del poeta vennero donati dalla vedova Maria Carloni Buzzi alla Sormani, che tuttora li conserva rendendoli disponibili a studiosi e cultori della sua vasta produzione letteraria. La passione e la vocazione musicale del poeta e scrittore milanese Paolo Buzzi costituiscono il tema del percorso che si snoda attraverso l’esposizione di fotografie, manoscritti, contributi sulla stampa periodica e edizioni originali del fondo Paolo Buzzi. Vengono proposti gli scritti, spesso inediti, che presentano riferimenti alla tradizione musicale europea nella vasta produzione letteraria dello scrittore milanese e viene evidenziata la particolare natura visiva e sonora delle sue immagini poetiche. Il Fondo Buzzi è conservato presso la Sezione Manoscritti della Biblioteca Centrale e comprende manoscritti e dattiloscritti delle opere di Paolo Buzzi, ritagli di stampa riferiti alla sua attività giornalistica, recensioni, appunti, documenti personali della famiglia e un carteggio di 1700 lettere di personalità del mondo della cultura della prima metà del ’900. Alla Sormani, oltre al Fondo, sono conservati un busto in bronzo di Paolo Buzzi, opera dello scultore Enrico Pancera, e un pianoforte a coda. Giungiamo ora ad una interessante mostra fotografica realizzata presso la Galleria d’arte moderna. E’ una mostra che invita i milanesi e non solo a guardarsi intorno con la curiosità di chi vuole conoscere la storia per capire e apprezzare il presente. La selezione delle immagini intende offrire una prospettiva su Milano intesa come luogo di continua trasformazione, come cantiere che si rinnova costantemente seguendo nuove esigenze e nuove tendenze artistiche. Lo spirito della mostra è esplicito: trasformare il visitatore in un viaggiatore. I mezzi di trasporto sono la fotografia d’epoca la scultura e la pittura della seconda metà dell’800, insieme alla possibilità di leggere pagine di libri antichi. La mostra si offre come un’interrogazione continua alla nostra identità e si dispiega in quattro sezioni che attraversano l’arco temporale tra il 1825 e il 1956. In ciascuna delle 4 sale si sviluppano differenti percorsi:
1. Per non andare a pezzi: leggere, scrivere e ricordare...
Nella prima sala il viaggiatore-visitatore viene immediatamente calato, attraverso le opere pittoriche e scultoree, in uno dei temi tipici della modernità: l’emancipazione della donna attraverso la cultura. Dalla lettura alla scrittura, tra romantici ricordi e licenziose libertà.
2. Dal contesto al testo: la città da sfogliare
Una selezione di opere letterarie - preziose edizioni di Porta, Parini, Rovani, Cattaneo, Manzoni, Balzac, Rilke, Savinio, Gadda, Quasimodo - alludono all’identità dei luoghi affrontati da Pezzi di Città. Pagine aperte sulla trasformazione urbana al centro della quale vi è la memoria, l’immaginazione, l’estetica e l’etica.
3. La città come allegoria del fare
In questa sala trova spazio l’atelier del restauro di quel pezzo, perduto e ritrovato, che grazie alla mostra viene restituito alla città. E’ la semilunetta dell’Industria di Bartolomeo Giuliano, che adornava – insieme alle altre allegorie delle Attività umane, la Galleria del Mengoni al momento dell’inaugurazione. Ed un’altra opera d’arte, frutto della tecnica, è esposta nella sala: il ratìn, il marchingegno che, a fine ’800, correndo lungo la base delle volte della Galleria ne accendeva le lampade a gas per l’illuminazione notturna.
4. La modernità prima della modernità
Nell’ultima sala, quattro pezzi di città sono rappresentati attraverso vibranti immagini, nell’accostamento di quadri della Galleria stessa – tra cui opere di Boldini e Segantini – e fotografie d’epoca. I Navigli, la Stazione Centrale, la Fiera e Monte Napoleone: ciascuno di questi luoghi storici e simbolici è evocato anche grazie all’ascolto di una voce-guida che chiede di guardare ascoltando. I luoghi che vengono trasfigurati “filosoficamente” mediante un modo di pensare e vivere la città: l’esperienza creativa dell’attraversamento. Per offrire così un racconto a uno spazio che appare mobile: la città. Giungiamo ora alle mostre di alcuni artisti contemporanei. Presso lo Studio Forni fino al 2 maggio una rassegna monografica di Mirko Baricchi dal titolo Mediterraneo. L’artista spezzino (1970) crea delle tavole di ampie dimensioni, caratterizzate dalla presenza di una stratificazione di colori, dall’ocra al rosso. Su queste gradazioni, tipiche dei paesi e della luce mediterranei, si possono notare delle figurette: conigli, pinocchi, casette. Immagini della fantasia, un fissarsi sulla tela dei sogni, o forse degli incubi, dell’artista bambino che, sono ora da adulto sa affrontare quei fantasmi, di ieri e forse di oggi, oggettivandoli sulla fissa armonia della tavola. Tenendo conto che tra breve sarà Pasqua, ci piace anche presentare due mostre del Museo Diocesano, in particolare della sezione MUDI con Bruno Bordoli Piccola passione D’Après Dürer e Giorgio Albertini Quattro Stazioni. Il primo autore presenta una serie di 37 oli su cartone, del 2005, ispirati alle xilografie di Dürer; queste opere non sono solo un omaggio al grande pittore tedesco, ma anche la possibilità per misurarsi con un tema tanto impegnativo, rivissuto con sensibilità moderna. Tra le suggestioni che il pittore ci presenta chiari sono i riferimenti alle Via Crucis custodite in tante chiese, ai Sacri Monti con le loro statue barocche, o alle immagini dei film di Pasolini. Accanto a Bordoli le opere di Giorgio Albertini. Si tratta di quattro tele inedite, appositamente create per questa mostra, anch’esse ispirate alla Via Crucis, realizzate secondo le direttive dell’arte concettuale. Da tempo il pittore ha intrapreso un dialogo con la fotografia, infatti tramite questa crea quadri di grande precisione formale, con tagli arditi di cieli, dalle diverse tonalità e linee d’orizzonte che con il loro nero contrastano con il colore della parte superiore della tela. Nel complesso quattrocentesco del Convento dell’Annunciata di Abbiategrasso, a pochi chilometri da Milano, paradossalmente si celebra la città, mito del modernismo e icona del progresso, con i suoi temi: lavoro e periferie, diventati codici del dinamismo in atto. In occasione del centenario del Futurismo italiano, che ha trasformato la città in un referente estetico e la macchina nel totem dell’epoca, a distanza di un secolo la periferia è diventata l’opera d’arte del presente, dove le forze sociali plasmano la vita dei suoi abitanti. Città, lavoro e periferie sono un misto di bene e di male perché rispecchiano contraddizioni e conflitti. La globalizzazione ha molti volti. E’ il video di Piero Addis, realizzato per questa occasione, che ci apre il sipario, con uno sguardo sui diversi modi di rappresentare non le città reali, ma l’urban screen dei luoghi della seduzione urbana, metafisici ed estetici. Scopriremo scenari urbani qui rappresentati come luoghi dell’incantamento e dell’immaginario. In questo ex Convento suggestivo, in cui aleggia un’aura sacrale intorno all’incognita del futuro, la domanda che ci poniamo di fronte alle opere di Pietro Albetti con le sue città riflesse nel Naviglio, che già abbiamo avuto modo di conoscere in una recente mostra milanese, agli angeli di Enrico Bellini, agli sguardi sospesi di Andrea Diamantini, le a-figurazioni di Francesca Ceccarelli e ai cantieri di Lorenzo Perego. Letizia Fornasieri è una vecchia conoscenza della nostra rubrica, di lei ci siamo occupati più volte sempre per presentare mostre interessanti e di grande suggestione.
Dal 22 marzo a Mantova, nel Palazzo della Ragione, sede prestigiosa della città, si terrà la mostra dal titolo Letizia Fornasieri. La gloria di una giornata qualunque. Si tratta di una grande antologica che ripercorre i 25 anni di attività della pittrice milanese, attraverso 80 opere appartenenti ai nuclei tematici che hanno caratterizzato la sua produzione. Tra le opere in mostra la sorella e la madre, figure di quel mondo quotidiano e familiare che caratterizzata tanta pittura della Fornasieri e che si dilata negli oggetti della sua normalità come le piantine grasse sul davanzale o gli abiti gettati alla rinfusa su una sedia. E poi le singolari vedute della città, quasi prolungamento della sua stanza: gli ormai famosi tram, il caos cittadino sintetizzato nei fili che si incrociano sulle nostre teste, ma accanto alla vita urbana troviamo anche i boschi silenziosi del Monte Pelice. Lo sguardo della artista, pur nella particolare distorsione che la realtà assume, trovano una forma particolare, accattivante e invitano noi, distratti osservatori, a rendere più acuto il nostro sguardo.
Spostiamoci ora a Treviso, presso la sede espositiva Casa dei Carraresi. Ancora per pochi giorni si potranno ammirare un centinaio di opere dei vedutisti veneziani; Canaletto, Carlevarijs, Bellotto, Guardi a Marieschi. I quadri, provenienti da musei di tutta Europa, ci raccontano di una città di sogno, Venezia, e di un’epoca il Settecento, epoca di splendore e di contrasti. Il fulcro di tutto è la produzione di Canaletto; tra i capolavori del maestro si possono ammirare Il Campo San Giacometto, interessante per lo studio della luce, e Il Canal Grande, conservato a Dresda, una delle prime vedute dove il pittore, dilatando il canale a dismisura, lo anima di macchiette di sapore popolare e picaresco. Canaletto si trasferì per alcuni anni in Inghilterra, realizzando per la ricca nobiltà inglese alcune interessanti opere. Cosa sappiamo dell’Etiopia e della sua millenaria civiltà?
A Venezia una mostra cerca di rispondere a questa domanda. Il titolo della rassegna, Nigra sum sed formosa, prende spunto dal Cantico dei Cantici, da sempre interpretato in relazione alla mitica regina di Saba. L’esposizione si presenta come un organico ed affascinate racconto imperniato su alcuni noti personaggi: la regina di Saba, il re Lalibala, da cui prende nome la città santa dell’Etiopia, il re Zar’a Ya’qob, sotto il cui regno la nazione si aprì al mondo occidentale. Il materiale in mostra è di grande importanza: icone, croci, rotoli magici, codici miniati, capolavori cartografici, libri rari. Affiancano questo materiale inedito visualizzazioni multimediali, come filmati, musiche, fotografie che aiutano a rendere palpabile quella antica civiltà religiosa, la cui produzione si è sempre caratterizzata per finezza ed originalità estetica.
A Bologna, presso il Museo d’Arte Moderna, si tiene una mostra dedicata a Giorgio Morandi. La mostra è una delle più ricche e documentate sull’opera di Morandi: saranno esposte più di cento opere, da quelle giovanili fino alle produzioni “di ricerca”, alle pitture metafisiche, e ai lavori degli ultimi anni basati sulla dissolvenza. Le scelte dei curatori hanno permesso di affiancare, in alcuni casi per la prima volta, opere provenienti da diverse sedi: accostamenti che evidenziano analogie nell’impostazione compositiva e variazioni ottenute attraverso minime modulazioni di luce, spostamenti di figure o sottili mutamenti cromatici e di tono, consentendo così un raffronto emblematico della ricerca sempre in divenire che ha caratterizzato il lavoro di Morandi. Ne è un esempio l’eccezionale sequenza che accosta l’incompiuta Natura morta del 1936 proveniente dal Museo Morandi, la Natura morta di oggetti in viola del 1937 prestata dalla Fondazione di Studi di Storia dell’Arte Roberto Longhi in relazione ad altre due tele quali la Natura morta del MoMA 1938 e la Natura morta del 1937.
Concludiamo con una mostra suggestiva ed inusuale a Cervia, dedicata agli aquiloni dal titolo I giardini del vento. In essa verranno esposte opere che nascono da elementi naturali come piume, legno, conchiglie e sabbia, tutti materiali naturali che prendono vita e comunicano armonia grazie al vento, ispiratore di anima e colore. Ciascuna sala, della sede espositiva Magazzini del Sale, contiene il tema conduttore dell’artista artefice di tutto ciò, Alejandro Guzzetti (1957). Ogni oggetto da lui creato porta con sè i segni morfologici di ciò che il vento e la natura hanno plasmato, trasformato e fatto librare nell’aria: alghe, foglie, semi, frutti, radici, bambù, tutto è trattenuto nelle sue forma naturali e ri proposto con equilibrio dinamico. Uno spazio è dedicato ad una installazione costruita con plastica riciclata e pare una contraddizione nello spirito filosofico dell’artista, ma evidenzia il suo desiderio di plasmare e riconsegnare opere cariche d’immaginazione, impiegando prodotti che mal si accordano con la natura, dai quali viene costantemente soffocata e minacciata, valorizzandone l’uso creativo anziché l’abbandono.
Raffaello - Lo sposalizio della Vergine
Milano – Pinacoteca di Brera
19 marzo 2009 - 31 dicembre 2009
Orari 8.30 -19.15 da martedì a domenica chiuso lunedì
Biglietti: 10€ intero, 7,50€ ridotto
Informazioni: www.brera.beniculturali.it
Paolo Buzzi Futurista
Milano – Biblioteca Centrale di Palazzo Sormani (corso di Porta Vittoria 6)
18 marzo 2009 - 20 giugno 2009
Orari: 9.00-19.30
Ingresso libero
Pezzi di città
Milano – Galleria d’arte moderna
14 marzo 2009 – 19 aprile 2009
Orari: 9.00-13.00/14.00-17.30 chiuso il lunedì
Biglietti: ingresso libero
Informazioni: www.operadartemilano.it
Mirko Baricchi. Mediterraneo
Milano - Galleria Forni (Via Fatebenefratelli 13)
2 aprile 2009 - 2 maggio 2009
Orario: 10.00-13.00/16.00-19.30 chiuso domenica e lunedì
Ingresso libero
Informazioni: www.galleriaforni.it
Bruno Bordoli Piccola passione. D’Après Dürer
Giorgio Albertini Quattro Stazioni
Milano - Museo Diocesano
24 marzo 2009 - 10 maggio 2009
Orari: 10.00-18.00 chiuso il lunedì
Biglietti: 8€ intero, 5€ ridotto
Informazioni: www.museodiocesano.it
Città, lavoro, periferie: urban-scape dell’immaginario
Abbiategrasso (Mi) - Convento dell’Annunciata (Via Pontida 1)
20 marzo 2009 – 10 aprile 2009
Orari: lunedì- venerdì 14.00-19.00; sabato-domenica 10.00-19.00
Ingresso libero
Letizia Fornasieri. La gloria di una giornata qualunque
Mantova – Palazzo della Ragione
22 marzo 2009 – 19 aprile 2009
Orari: martedì – sabato 10.00-13.00/16.00-19.00 chiuso il lunedì
Ingresso libero
Canaletto, Venezia e i suoi splendori
Treviso – Casa dei Carraresi (Via Palestro 33/35)
22 ottobre 2008 – 5 aprile 2009
Orari: lunedì, martedì, mercoledì, giovedì 9.00-19.00; venerdì, sabato, domenica 9.00-20.00
Biglietti: 12€ intero, 9€ ridotto
Nigra sum sed formosa. Sacro e bellezza dell’Etiopia cristiana
Venezia - Ca’ Foscari Esposizioni
13 marzo 2009 - 10 maggio 2009
Orari: 10.00-18.00 chiuso il martedì
Biglietti: 7€ intero, 5€ ridotto
Giorgio Morandi 1890-1964
Bologna – MAMbo (Museo d’Arte Moderna di Bologna)
22 gennaio 2009 – 13 aprile 2009
Orari: martedì-venerdì 10.00-18.00; giovedì 10.00-22.00; sabato e domenica 10.00-20.00 chiuso il lunedì
Biglietti: 6€ intero, 4€ ridotto
Informazioni: www.mambo-bologna.org
I giardini del vento. Mostra di aquiloni
Cervia (Ra) - Magazzini del Sale (Via N. Sauro)
28 marzo 2009 – 13 aprile 2009
Orari: tutti i giorni 16.00-19.00, sabato - domenica 10.00-12.30/16.00-19.00
Ingresso libero.