Dicembre in mostra
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Il mese di dicembre porta con sé numerosi giorni di vacanza: dal ponte dell’Immacolata fino alle tanto sospirate vacanze di Natale. Ecco di seguito una serie di interessanti occasioni per conoscere nuovi artisti e nuove esperienze artistico-culturali.
Cominciamo il nostro lungo excursus con la notizia che proviene da Roma: l’apertura di una nuova area del Colosseo. Dalla Porta Libitinaria, fronte via Labicana, si potrà accedere a un’ampia porzione dei sotterranei, sottostante il piano dell’arena ricostruito nel 2000, per la prima volta aperti al pubblico, e a parte del III livello, chiuso dagli anni ’70 del XX secolo. Da questo, posto a 33 metri circa dal livello della piazza, si potrà godere una splendida veduta e dell’area archeologica centrale e, in generale, di Roma: da Monte Mario all’Eur. I sotterranei, ove confluivano i gladiatori e gli animali e si svolgevano gli ultimi preparativi prima degli spettacoli, si conservano nelle condizioni in cui erano alla fine del V secolo d.C., quando furono interrati, e non hanno quindi subito alcuna manomissione dovuta a usi successivi, come avvenuto per la parte elevata dell’Anfiteatro. Un accurato lavoro di restauro e un sapiente impiego delle luci restituiscono l’atmosfera, un po’ cupa, ma di grande suggestione e impatto emotivo, dei luoghi ove per secoli transitarono migliaia di uomini e animali prima di affrontare la morte. Due aree molto diverse, dunque, si offrono al pubblico: una terrazza solare aperta su Roma e un inquietante percorso sotterraneo. Analizziamo ora i tre diversi luoghi. Porta Libitinaria era la porta, posta sul lato est del Colosseo, il cui nome deriva dalla dea Libitína la divinità romana preposta agli onori che si tributavano ai morti. Infatti, da questa porta uscivano i cadaveri. Ipogei: erano strutture sotterranee fondamentali per lo svolgimento dei giochi e delle cacce. Vi erano ospitati gli animali e i macchinari necessari a sollevare sull’arena i complessi apparati scenici che facevano da sfondo agli spettacoli. Da ultimo il III livello: l’unica galleria conservatasi integra, compresa parte degli intonaci di rivestimento e i lucernai originali, collega il II con il III ordine. Quindi da oggi in poi la Roma archeologica si arricchisce di un altro suggestivo percorso alla scoperta di come vivevano gli antichi romani.
Quella che Firenze dedica al Rustici è la prima mostra monografica allo scultore quattrocentesco,
nato nel 1475 a Firenze, formatosi nel celebre Giardino di San Marco sotto la protezione di Lorenzo il Magnifico, erede della lezione delle botteghe di Andrea del Verrocchio e Benedetto da Maiano. Vicino a Leonardo, di cui fu allievo e collaboratore, Giovanfrancesco fu anche amico e sodale di Andrea del Sarto, Iacopo Sansovino, Domenico Puligo e Baccio Bandinelli e anticipò il Rosso Fiorentino e Benvenuto Cellini nell’accettare l’invito di Francesco I - sovrano francese cui si lega la nascita della cosiddetta Scuola di Fontainebleau - trasferendosi in Francia nel 1528, dove morì nel 1554. Punto focale della mostra è il capolavoro del Rustici, la Predica del Battista, gruppo scultoreo di tre grandiose figure in bronzo alla cui progettazione e realizzazione partecipò Leonardo da Vinci e che fu innalzato sopra la Porta Nord del Battistero fiorentino nel 1511. L’opera, sottoposta ad un impegnativo restauro, ha ritrovato lo splendore di materia e concezione. La presenza in mostra del monumentale gruppo scultoreo offre una duplice opportunità: da un lato, di dimostrare il contributo di Leonardo alla sua creazione attraverso il confronto con autografi leonardeschi e dall’altro, di ricostruire per la prima volta la personalità artistica del Rustici, messa in luce dagli ultimi studi. La mostra presenterà infatti una rassegna pressoché completa delle sue opere (invetriati, marmi, terrecotte, dipinti e altri bronzi di medie e piccole dimensioni), a testimonianza della sua grande versatilità tecnica e delle caratteristiche del suo stile.
Milano ricorda, con diverse manifestazioni, i 400 anni della canonizzazione di Carlo Borromeo (1610-2010). Tra le più significative sottolineiamo quella del Museo dei Beni Culturali Cappuccini. Il progetto, curato da Rosa Giorgi direttrice del Museo, è volto a comprendere la particolare relazione che il cardinale Borromeo ebbe con le famiglie religiose dei Francescani e con la città di Milano, che ne fu cardinale protettore; anzi alcuni documenti farebbero pensare che Carlo appartenne al terz’ordine francescano. Tra i tanti pezzi in mostra sicuramente quello di maggiore emozione è la maschera mortuaria del santo, realizzata poche ore dopo la sua morte e altre reliquie tra cui un guanto e un frammento di cappa magna. Fra le opere d’arte, il tema più ricorrente è Carlo e la croce. Sia san Francesco che Carlo Borromeo nutrivano grande devozione per il crocefisso; devozione che Carlo diffuse anche grazie alle grandi processioni cittadine del Santo Chiodo o con l’elevazioni delle croci sulle piazze a ricordo della peste. In mostra peraltro si trova anche il crocifisso che stava nello studio del santo, ben riconoscibile nel famoso dipinto del Crespi “Il digiuno di san Carlo” in Santa Maria della Passione.
Torniamo ancora a Firenze per una grande mostra dedicata a Agnolo di Cosimo Tori, detto il Bronzino (1503-1572), ritrattista della nobiltà fiorentina del Cinquecento. L’evento espositivo costituisce la prima mostra interamente dedicata all’opera pittorica di pittore fra i più grandi dell’arte italiana, che incarna la pienezza della ‘maniera moderna’ negli anni del governo di Cosimo I de’ Medici, e rappresenta uno degli apici espressivi del Cinquecento. Egli ha saputo esprimere nelle sue opere l’eleganza della corte medicea attraverso austera bellezza, ‘naturalità’ e, al contempo, aristocratico e algido splendore. Ai dipinti del Bronzino, dove spicca la scultorea definizione delle forme, sono poi affiancate sculture di maestri di pieno Cinquecento, come Benvenuto Cellini, il Tribolo, Baccio Bandinelli, Pierino da Vinci, che con lui ebbero rapporti amichevoli e scambiarono sonetti. Concluderanno la mostra pochi dipinti di Alessandro Allori, che del Bronzino fu allievo prediletto. In mostra sono presenti tre opere inedite del Bronzino, due delle quali, documentate e ricordate da Giorgio Vasari, si credevano invece perdute: il Crocifisso dipinto per Bartolomeo Panciatichi, e il San Cosma, laterale destro che accompagnava la Pala di Besançon quando in origine si trovava a Palazzo Vecchio nella Cappella di Eleonora di Toledo. Il loro ritrovamento ha permesso di gettare nuova luce sull’opera del Bronzino e sui suoi legami con uomini toccati dall’ eresia religiosa e frequentatori della corte medicea prima del 1550. Terzo fra i dipinti inediti presentati in mostra è un Cristo portacroce attribuibile agli anni ultimi della sua attività. La mostra riunirà molti capolavori del Bronzino, alcuni dei quali verranno esposti per la prima volta insieme. Accanto alle creazioni conservate agli Uffizi, la mostra presenterà opere quali l’Adorazione dei pastori e l’Allegoria di Venere e Amore del museo di Budapest, Venere, Cupido e satiro della Galleria di Palazzo Colonna, il Ritratto di giovane con libro del Metropolitan Museum of Arts di New York, la Sacra famiglia con sant’Anna e san Giovannino nelle versioni del Louvre di Parigi e di Vienna.
Altro gigante della storia dell’arte del Cinquecento e Lucas Cranach. A Roma presso la Galleria Borghese troviamo una mostra dedicata a Lucas Cranach, detto Il Vecchio, uno dei più grandi pittori rinascimentali tedeschi. In mostra sono esposte 45 opere tra le più significative del pittore e di altri suoi contemporanei. Nel 1500 ha iniziato la sua carriera artistica, che lo ha portato a viaggiare molto, lungo la valle del Danubio fino a Siena, frequentando gli ambienti umanistici dell'epoca. Inizialmente i suoi dipinti sono stati di ispirazione religiosa, e molto influenzati dalla scuola danubiana, di cui è uno dei fondatori. Il trapasso artistico ci fu nel 105 quando si è trasferito a Wittenberg e è diventato il pittore dell'elettore di Sassonia Federico il Saggio. Da allora i suoi dipinti si sono orientati verso uno stile simile al manierismo: le forme si allungano, divengono più sottili; i personaggi acquistano importanza in rapporto al paesaggio diventato una semplice decorazione e le loro differenti pose sono elaborate e codificate; l'abbigliamento raffinato.
Artista di corte ma in modo innovativo in grado di definire un linguaggio formale del tutto nuovo e visivamente molto attraente.
Sempre a Roma troviamo due mostre dedicate all’Unità d’Italia attraverso i dipinti dell’epoca: 1861. I pittori del Risorgimento, alle Scuderie del Quirinale e Il Risorgimento a colori: pittori, patrioti e patrioti pittori nella Roma del XIX secolo al Museo di Roma. In occasione delle celebrazioni per il 150° anniversario dell'Unità d'Italia, le Scuderie del Quirinale presentano una grande mostra per illustrare come la pittura italiana abbia rappresentato gli eventi che tra il 1859 e il 1861 portarono il nostro Paese alla conquista dell'indipendenza e dell'unità nazionale. L'esposizione presenta le opere dei maggiori artisti dell'epoca (tra i quali Francesco Hayez, Giuseppe Molteni, Domenico e Gerolamo Induno, Eleuterio Pagliano, Federico Faruffini, Giovanni Fattori, Silvestro Lega, Odoardo Borrani, Michele Cammarano e Giuseppe Sciuti) ed evidenzia come la loro lettura degli accadimenti di quegli anni abbia privilegiato una commossa rappresentazione dell'adesione popolare a dispetto di una più scontata e retorica celebrazione. Sono messi a confronto, per la prima volta, i monumentali dipinti di Giovanni Fattori e Gerolamo Induno, per mettere in luce come entrambi gli artisti, pur con linguaggi diversi, ambissero al medesimo obiettivo: rappresentare le fondamentali battaglie per la conquista dell'Unità spostando l'attenzione dagli aspetti militari a quelli ideali e popolari. In mostra possiamo ammirare il celebre La Battaglia della Cernaia di Gerolamo Induno che partecipò personalmente alla Guerra di Crimea e alla famosa battaglia che immortalò sulla tela in un'opera che costituirà un modello per tutta la pittura del periodo. Tra i più conosciuti artisti dell'epoca, Giovanni Fattori, invece, non partecipò direttamente alla Seconda Guerra d'Indipendenza ma seppe rendere, forse più di ogni altro, la dimensione epica del nostro Risorgimento realizzando capolavori artisticamente assimilabili alle più belle pagine del Tolstoj di Guerra e Pace. Nelle opere dei lombardi Eleuterio Pagliano e Federico Faruffini come in quelle del napoletano Michele Cammarano dove si può ammirare, poi, quel rivoluzionario e impressionante realismo che ispirò l'immaginario cinematografico di registi come Blasetti e Visconti che proprio al racconto del Risorgimento dedicarono alcuni loro capolavori.
Nella seconda rassegna invece troviamo un’ampia selezione di dipinti e sculture provenienti dalle collezioni del Museo di Roma e da altre importanti raccolte pubbliche e private, che narrano, con circa cento opere, alcune innovative altre ancora accademiche, gli eventi più significativi della Roma risorgimentale: dalla Repubblica Romana del 1849, alla sconfitta di Garibaldi a Mentana, fino al definitivo crollo del potere temporale della Chiesa con la presa della città da parte dei bersaglieri il 20 settembre 1870. Il percorso della mostra inizia con un dipinto di Ippolito Caffi che descrive l’entusiasmo popolare in Piazza del Quirinale per la concessione dello Statuto da parte di Pio IX mentre la tela di Antonio Malchiodi rievoca la figura del tribuno di Trastevere Angelo Brunetti, detto Ciceruacchio. Un’intera sezione dell’esposizione è dedicata all’intensa esperienza della Repubblica Romana, ricordata con due grandi dipinti che fissano l’immagine dei maggiori protagonisti. Gli ultimi atti dell’epopea risorgimentale romana sono ripercorsi nelle tele di Michele Cammarano e Archimede Tranzi che rievocano la breccia di Porta Pia. La partecipazione di aristocratici e popolo affinché si realizzi la nuova realtà politica di Roma capitale è ricordata in una bella scena di genere di Pietro Saporetti. Completano la mostra una serie di opere che illustrano le iniziative di Pio IX dopo il ritorno a Roma dall’esilio di Gaeta: la proclamazione del dogma dell’Immacolata Concezione e l’inaugurazione della colonna, dedicata alla Vergine, in piazza di Spagna; la commissione di importanti scavi archeologici che portarono al ritrovamento dell’Ercole Righetti presso Campo de’ Fiori e dell’Augusto a Prima Porta; la macchina pirotecnica incendiata sul Pincio per la festività dei Santi Pietro e Paolo.
Passiamo ora a Lodi per conoscere una famiglia di pittori, i Vailetti, rivalutati grazie all’intervento della Bipielle. L'evento è stato ideato e sviluppato come un approfondimento monografico dell'ampia rassegna del 2007 sull'arte a Lodi tra Ottocento e Novecento, con lo scopo di valorizzare una famiglia di artisti particolarmente significativa nella storia artistica della città e del territorio. La mostra riscopre l'attività dei pittori come un unico corpo che attraversa tutto il secolo scorso, dal richiamato della Grande Guerra ritratto da Giuseppe nel 1915 agli autoritratti tragici scarabocchiati dal figlio Benito nel 1999. Si tratta di artisti calati nel loro tempo ma sempre aperti alle innovazioni, con riferimenti costanti ad un rigore derivante dalle influenze del vicino ambiente accademico di Brera. I Vailetti hanno infatti contribuito all'affermazione di un modello di pittura di paesaggio che in Lombardia trovava contesto ed identità funzionali a definire le linee di un nuovo corso espressivo. L'intreccio dei corsi d'acqua, le verdi distese della pianura e le pregevoli testimonianze di architettura rurale così sovente raffigurati nelle opere dei Vailetti davano infatti vita ad un distinguo figurativo in cui critica e pubblico potevano cogliere i chiari elementi di una identità territoriale e socio-culturale.
Vogliamo concludere con una mostra, sempre a Firenze, dedicata d Antonio Ligabue, uno dei più controversi artisti moderni italiani, la cui vicenda e produzione ricorda moltissimo quella di Van Gogh. Ad Antonio Ligabue (Antonio Laccabue - Zurigo, 18 dicembre 1899, Gualtieri, 27 maggio 1965), grande artista espressionista, è dedicata questa mostra che indaga la maturità artistica del pittore, come un'importante tappa di avvicinamento alla scoperta della sua umana bestialità, della sua vera natura di animale ferito che ci guarda con gli occhi dei suoi autoritratti e con gli occhi spiritati, e insieme spaventati, dei suoi animali. Quando dipingeva animali feroci si identificava con loro a tal punto da assumerne gli atteggiamenti. Ruggiva spaventosamente, e imitava il leone, la tigre, il leopardo nell’atto di azzannare la preda. Sorprendente era la sua conoscenza della struttura anatomica degli animali, dei loro istinti, della loro forza. A far da contrappunto i suoi autoritratti Ligabue pone delle belve e l’autoritratto riporta agli arcaici, preistorici significati del figurare: dipingere qualcosa significa possederla, in un certo senso, appropriarsene o almeno cercarne il possesso, evocare, esorcizzare, propiziare l’acquisizione. Ligabue sembra dipingere per possedere, lui che era privo di tutto. Per dipingere, e dipingersi,l’artista ha bisogno di urlare verso lo specchio, verso sé stesso: il quadro che ne deriva non fa pensare a una bella descrizione, è piuttosto uno scatenamento di suoni gutturali e taglienti.
Omaggio al Colosseo. Apertura degli spazi del III ordine, degli Ipogei e della Porta Libitinaria Roma – Anfiteatro Flavio (Colosseo) dal 19 ottobre Biglietti: 12€ intero, 7,50 € ridotto (lo stesso biglietto consente l’accesso al Colosseo, al Palatino e al Foro romano) Informazioni: www.colosseo-roma.it
I grandi bronzi del Battistero. Giovan Francesco Rustici e Leonardo
Firenze – Museo del Bargello
10 settembre 2010 – 10 gennaio 2011
Orari: Lunedì – Domenica ore 8.15 - 17.00
Biglietti: 4€ intero, 3€ ridotto
Informazioni: www.firenzemusei.it
Carlo santo: appunti francescani
Milano- Museo dei Beni Culturali Cappuccini (Via Kramer)
4 novembre 2010 – 30 gennaio 2011
Orari: martedì, mercoledì, venerdì: dalle 15.00 alle 18.30; giovedì, sabato, domenica: dalle 10.00 alle 18.30, chiuso il lunedì
Informazioni: www.bccmuseum.orgIngresso
Ingresso ad offerta libera
Bronzino. Pittore e poeta alla Corte dei Medici
Firenze – Palazzo Strozzi
24 settembre 2010 – 23 gennaio 2011
Orari: Tutti i giorni 9.00-20.00
giovedì 9.00-23.00
Biglietti: intero € 10,00
ridotto € 8,50, € 8,00, € 7,50
scuole € 4,00.
Informazioni: www.fondazionepalazzostrozzi.it
Cranach. L’altro Rinascimento.
Roma- Galleria Borghese
15 ottobre 2010 – 13 febbraio 2011
Orari: martedì – domenica 9.00-19.00, chiuso il lunedì
Biglietti: 13,50€ intero, 7€ ridotto
Informazioni: www.mostracranach.it
1861. I pittori del Risorgimento
Roma – Scuderie del Quirinale
6 ottobre 2010 – 16 gennaio 2011
Orari: venerdì – giovedì 10.00-20.00, venerdì- sabato 10.00-22.30
Biglietti: Intero € 10,00, Ridotto € 7,50
Informazioni: www.scuderiequirinale.it
Il Risorgimento a colori: pittori, patrioti e patrioti pittori nella Roma del XIX secolo
Roma – Museo di Roma (Piazza Navona 2)
19 settembre 2010 – 9 gennaio 2011
Orari: martedì-domenica 9.00-19.00, chiuso il lunedì
Biglietti: 8€ intero, 6€ ridotto
Informazioni: www.museodiroma.it
I Vailetti. Una famiglia di pittori a Lodi nel Novecento Lodi – Bipielle (Via Polenghi Lombardo) 16 ottobre 2010 – 26 dicembre 2010 Orari: martedì – venerdì 10.00-13.00/15.00-19.00; sabato-domenica 10.00-13.00/15.00-20.00 Biglietti: 5€ intero, 3€ ridotto Informazioni: Bipielle Arte Tel. 0371.580351
Ruggito. Antonio Ligabue: la lotta per la vita
Firenze – Palazzo Pitti
10 novembre 2010- 16 gennaio 2011
Orari: da martedì a domenica, con orario 8.15 - 18.50,chiusa il lunedì
Biglietti: 8,50 euro l'intero e 4,25 il ridotto
Informazioni: , www.polomusealefiorentino.firenze.it