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Mostre d’autunno 2011

Autore:
Roda, Anna
Fonte:
CulturaCattolica.it
La ripresa dell’anno dopo le vacanze porta nel panorama artistico e culturale italiano numerosissime rassegne interessanti; in questo articolo vorremmo segnalare mostre per lo più a carattere sacro e religioso.

Non possiamo non iniziare la nostra carrellata dalla mostra organizzata in occasione del Congresso Eucaristico di Ancona.

Nella storia ormai più che centenaria dei Congressi Eucaristici Nazionali non sono mai mancate le attività culturali: la mostra organizzata quest’anno ad Ancona ha come titolo Alla mensa del Signore. Il percorso espositivo è composto da una serie di opere, dipinti, sculture e arazzi di grandi maestri dell’arte, dal Cinquecento al Settecento ed oltre, sul tema dell’Ultima Cena, nell’interpretazione degli artisti che del tema hanno spesso raffigurato i due momenti distinti, l’Istituzione dell’Eucaristia e la Comunione degli Apostoli. Fra le opere in mostra si citano, fra le altre, La carità, parte della predella della Deposizione Baglione di Raffaello, proveniente dai Musei Vaticani; l’Ultima Cena e altre scene di Luca Signorelli, proveniente dalle Gallerie degli Uffizi; l’Arazzo con lIstituzione dell’Eucaristia di Rubens, proveniente da Ancona; l’Ultima cena del Tiziano, proveniente dalla Galleria Nazionale di Urbino; la Comunione di Santa Lucia del Tiepolo, proveniente da Venezia; l’Ultima cena del Tintoretto, proveniente dalla chiesa di S. Trovaso in Venezia. L’esposizione è ordinata in undici sezioni: Anteprima, Nozze di Cana, Istituzione, dell’Eucaristia, Ultima Cena, Ricordo del Cenacolo, Comunione degli Apostoli, Cena in Emmaus, Processione dell’Eucaristia, Custodia dell’Eucaristia, Allegorie eucaristiche, Eucaristia nell’arte del Novecento. L’esposizione rende omaggio a Leonardo ed al suo Cenacolo con tre opere straordinarie. La prima è costituita dall’antico complesso scultoreo in legno dipinto realizzato negli anni 1528-1532 da Andrea da Milano e Alberto da Lodi e composto da tredici figure, Cristo e gli Apostoli. L’opera, che prende a modello proprio l’affresco del refettorio delle Grazie, viene esposta per la prima volta fuori sede, le sculture che provengono dal Santuario della Beata Vergine dei Miracoli di Saronno sono state generosamente prestate nell’occasione della loro delocazione per importanti lavori di restauro nella cappella dove sono abitualmente conservate.
Le altre due opere che fanno da cornice al magnifico e maestoso gruppo scultoreo sono altresì importanti, si tratta della copia settecentesca del grande arazzo vaticano raffigurante il Cenacolo di Leonardo, proveniente dagli appartamenti vaticani, e la tela di Cesare Magni raffigurante l’Ultima Cena leonardesca, proveniente dalla Pinacoteca di Brera.

Continuiamo ora il nostro excursus che riguarda altre località del centro Italia.

Andiamo a Sarnano (Mc), per una rassegna dedicata a Vittore Crivelli. La mostra si propone di presentare al pubblico una raccolta di opere di Vittore Crivelli, del fratello Carlo e di altri pittori e scultori attivi nei centri più interni delle Marche nella seconda metà del ’400. Vittore e Carlo Crivelli, nati e formatisi come artisti a Venezia, dopo alcuni anni di attività in Dalmazia, si trasferirono nelle Marche, dove la loro carriera, nonostante la vicinanza geografica, si svolse su binari separati. Carlo, stabilitosi prima a Fermo e poi ad Ascoli, negli ultimi anni della carriera si sposta lavorando per i signori di Camerino e Matelica e per la nobile famiglia Ferretti di Ancona. Vittore impianta una solida bottega a Fermo, dalla quale spedisce pale d’altare e polittici in un’area vastissima fra fermano e maceratese, lavorando sia per grandi ordini religiosi e committenti importanti, sia per chiese parrocchiali e piccole comunità religiose. Entrambi contribuiscono a mantenere vivo nelle Marche il gusto per l’ornamento, la lavorazione pittorica delle stoffe, l’eleganza formale presente già nella precedente stagione del gotico internazionale, influenzando intere schiere di artisti. Vittore, da sempre considerato una sorta di ‘brutta copia’ del più famoso fratello, mostra invece una sua indipendenza e originalità nella scelta di iconografie diverse da quelle di Carlo, come il tema della Madonna adorante, rappresentato in mostra dallo stupendo esemplare di Sarnano. Se il suo stile è meno elevato ed espressivo di quello di Carlo, eccezionale è tuttavia la qualità tecnica di cui Vittore è capace e rende le sue opere splendide di ori, rilievi e ornamenti. Lo studio dei documenti relativi a Vittore rivela inoltre il profilo di un vero e proprio imprenditore che si impone sul mercato artistico della zona per quasi trent’anni.

Da Macerata a Rimini, per la mostra realizzata in occasione del Meeting di fine agosto e da suggestivo titolo La Sapienza risplende. Madonne d'Abruzzo tra Medioevo e Rinascimento. Questo titolo così suggestivo è tratto da un’epigrafe che leggiamo in calce alla superba Madonna duecentesca di Sivignano, “Nel grembo della Madre risplende la sapienza del Padre”; infatti le belle Madonne abruzzesi in mostra raffigurano il modello iconografico della regalità di Maria “sedes Sapientiae” e Madre. La rassegna comprende una ventina di esemplari di notevoli dimensioni, fra i quali non mancano alcune Maestà più grandi del naturale, che nell’imponenza della rappresentazione e nella smagliante veste cromatica esercitano su qualunque osservatore un indubbio fascino, ed è caratterizzata dal forte accento sul quale si fonda il titolo. Queste sculture hanno una particolare intensità; le Madonne con Gesù bambino ostentano infatti una intensa vivacità di affetti, sia quando sono atteggiate alla pensosa severità degli sguardi, sia quando entrano in affabile rapporto con chi le osserva. Per questa ragione non sono mai “distanti”, perché sono concepite in un dialogo; affermano in tal modo sia la loro umanità, ma nel contempo la loro divinità, segno eloquente di come l’arte popolare sia innanzitutto “arte per il popolo”, intesa per essere capita da una realtà più varia possibile di persone. Fra le opere esposte spiccano per la classica severità la Madonna col Bambino di Castelli, che in antico si conservava nella distrutta abbazia di San Salvatore, e la Madonna di Ambro, proveniente in origine da San Pio di Fontecchio, nei pressi dell’Aquila. La prima è intagliata in due blocchi cavi di legno di noce che conferiscono una consistenza monumentale al compatto gruppo di Maria e di Gesù, ideato per essere collocato su un trono non più esistente. Qui la Vergine sfuma il suo ruolo di regina, descritto dalla splendida corona un tempo ornata di borchie di vetro, in un’espressione confidenziale, mentre il Bambino, a sua volta incoronato, punta verso l’osservatore uno sguardo fermo, leggermente assorto e giudice.
La Madonna di Ambro, così denominata forse da un santuario nei pressi di Ascoli Piceno dipendente da Farfa, fin dalla prima occhiata tradisce un ascendente bizantino. Lo vediamo in ogni dettaglio: dalla sontuosa acconciatura di Maria, ai pendilia, i fili di perle che ricadono come quelli di un’imperatrice di Costantinopoli. Anche qui la ieratica regalità di Maria si addolcisce nella sua maternità, perché questa regina in trono è anche lactans, del latte, e deriva da un’iconografia di radici orientali.

Poco distante da Rimini, presso i Musei di San Marino troviamo un’altra mostra molto interessante dal titolo L’uomo, il volto, il Mistero. Capolavori dai Musei Vaticani. Una sequenza emozionante di opere per dare un volto all’uomo e al Mistero. Questa mostra, voluta dalla Repubblica di San Marino e non a caso realizzata in contiguità con la visita del Santo Padre è’ davvero originale.
Sono opere sceltissime, provenienti tutte dai Musei Vaticani, che vogliono documentare come gli artisti, da quelli greci e romani ai contemporanei, abbiano rappresentato le fattezze dell’uomo e della donna, nella ricerca di evidenziare attraverso il volto anche l’animo che costituisce, insieme ai tratti somatici, l’identità di ciascuno. Una identità già presente eppure costantemente ricercata dall’uomo di ogni tempo, nel suo bisogno esistenziale di essere “figlio” per potere a sua volta essere pienamente padre. Ricerca caratterizzata, nel ritratto, dall’imitazione di modelli – siano essi gli dei o gli eroi dell’età classica – fino ad un momento cruciale della storia, quello in cui il “modello” per eccellenza, si fa incontrabile: Cristo rivela, con il suo volto, il volto del Padre, il Dio creatore.
Da allora, il dramma dell’uomo, come è documentato anche dalle arti figurative, si attua nell’accettazione o nel rifiuto di questo riconoscimento. Al “Volto Santo”, è così dedicato, e non poteva non essere, l’ultimo momento dell’esposizione. Attorno alla celeberrima immagine del Cristo acheropita del “Sancta Sanctorum” al Laterano – presente in mostra con una preziosa copia seicentesca su pietra, stante l’ovvia impossibilità di trasferire anche temporaneamente l’immagine più preziosa della Cappella pontificia per eccellenza – si dispongono, in una straordinaria ed emozionante sequenza, una serie di capolavori d’arte: si va dalla celebre tela con la Veronica, oggi conservata nella Sacristia Pontificia, ambente inaccessibile al pubblico, unica immagine riproducente l’antica reliquia venerata in Vaticano e scomparsa in seguito al sacco di Roma del 1527, alla commovente Veronica di Pericle Fazzini, alla Sainte Face di George Rouault, a quella realizzata in mosaico da Gino Severini. A queste ultime opere, provenienti dal Reparto per l’Arte dell’Ottocento e Contemporanea, se ne aggiungono numerose altre, a firma di Francesco Messina, Fausto Pirandello, Graham Sutherland e altri protagonisti del recente Novecento, a completare un percorso ricco di bellezza e di intensa emozione.

Alla Casa delle Esposizioni di Illegio (Ud), che da sempre si occupa di temi religiosi, è stata realizzata una mostra dal titolo Aldilà. L’ultimo mistero. Attraverso 60 capolavori tra cui “La Visione di Ezechiele”, copia da collezione privata romana della celebre tavola di Raffaello conservata a Palazzo Pitti, lo splendido “Libro dei morti” egizio in papiro del IV-III secolo a.C; la ricostruzione della cappella della Madonna di San Brizio del Duomo di Orvieto; alcune tele del Novecento, tra cui quelle di Annigoni, Fiume e Severini. La mostra testimonia una volta di più che il cristianesimo è la religione della salvezza integrale dell’uomo, professando quella risurrezione della carne, il cui modello e la cui garanzia è la risurrezione del Signore Gesù dopo la sua morte terrena sul legno della croce, e il cui anticipo è l’assunzione corporea della Vergine Maria al termine della sua vita fisica. Ciò spiega anche l’inclusione nella mostra di opere di altre culture, anche precristiane: questo supremo e definitivo trionfo sulla morte non esclude, anzi include quanto venne già intuito da altre religioni e dal pensiero greco: l’immortalità del’anima, vale a dire di un principio spirituale, immateriale, identitario e chiamato all’esistenza una volta per tutte dal Creatore all’inizio della vita terrena di ogni persona, dunque destinato a sopravvivere alla provvisoria sorte mortale della carne.

Dedichiamo ora uno spazio ad altre rassegne importanti ma che trattano temi più laici, anche se sempre permeati di forte idealità.

A Tivoli (Rm), nella suggestiva Villa d’Este è stata allestita una mostra dedicata ai pittori di battaglie. La pittura di battaglia fu un genere amato e richiesto soprattutto dai committenti privati, dalle grandi famiglie aristocratiche, come i Medici a Firenze e gli Estensi a Parma. Uno dei punti di riferimento per i pittori che si cimentarono in questo tipo di rappresentazione fu l’affresco commissionato al Cavalier d’Arpino nel 1600 per il Palazzo dei Conservatori a Roma e terminato l’anno seguente, raffigurante la “Battaglia dei Romani sotto il Re Tullio Ostilio, contro Veienti e Fidenati” .Ma anche lo stesso Raffaello Sanzio, con i suoi allievi, fu di esempio ai tanti artisti che si dedicarono alla rappresentazione di battaglie; i suoi cartoni della “Battaglia di Ponte Milvio” (realizzata poi da Giulio Romano) furono ripresi e copiati da molti artisti. Tanti i grandi maestri del passato che si cimentarono disegnando e realizzando dipinti e affreschi raffiguranti scene belliche, tra questi citiamo: Leonardo, Piero della Francesca, Paolo Uccello, Tiziano e Antonio Tempesta, del quale è in mostra un’opera su rame “Goffredo di Buglione medicato da un angelo” tratta da un episodio della Gerusalemme Liberata di Torquato Tasso. Tra le altre opere si può ammirare: Vincent Adriaenssen, detto il Manciola in quanto aveva perso la mano destra, che decorò alcuni dei palazzi più prestigiosi della nobiltà romana, tra i quali Borghese, Altemps, Doria Pamphilj e Colonna; “Battaglia dinanzi a un paese su un colle” un’opera di Michelangelo Cerquozzi, considerato uno dei massimi esponenti di questa corrente, soprannominato il Michelangelo delle Battaglie ; Aniello Falcone, indiscusso caposcuola dei battaglisti napoletani e particolarmente attivo nel Seicento, è presente in mostra con due opere, una “Battaglia fra Cristiano e Turchi” e “San Michele interviene all’assedio di Siponti da parte degli Eruli di Odoacre”, scena di un accampamento tratta da un episodio storico; Jacques Courtois, detto il Borgognone, uno dei massimi protagonisti del filone, è presente in mostra con quattro dipinti, nel suo “Scontro di cavallerie con torrione sulla sinistra”, emerge tutta la sua capacità di coinvolgere lo spettatore. Francesco Monti, conosciuto con l’appellativo di Brescianino e maestro di Ilario Spolverini, che a Villa d’Este è rappresentato da una vivace “Battaglia fra Cristiani e Turchi”, noto artista di battaglie nell’Italia Centro settentrionale, in particolare per i Farnese, e attivo per ben oltre un trentennio, è presente in mostra con tre dipinti.

Spostiamoci ora a Milano per alcune mostre. Presso il Poldi Pezzoli troviamo la rassegna Bellini, Botticelli, Pollaiolo. Capolavori s/velati da Omar Galliani. Si tratta di una personale, affascinante lettura - o meglio reinterpretazione - dell'artista Omar Galliani che presenta la reintepretazione di tre delle "icone" assolute della casa-museo milanese: l'Imago Pietatis di Giovanni Bellini, il Compianto sul Cristo morto di Sandro Botticelli e il Ritratto di dama di Piero del Pollaiolo. A ciascuno di questi capolavori Omar Galliani riserva una sorta di "omaggio d'artista". Così il confronto forse più complesso, quello con la Dama del Pollaiolo, opera simbolo del Poldi Pezzoli, è stato risolto dall'artista reggiano attraverso la proposta di una "visione". In essa il capolavoro del Pollaiolo è trasposto in un'opera di grandi dimensioni, due metri d'altezza e quattro di base, interamente realizzata a matita su tavola. Si tratta di un'opera basata sulla specularità data dal contatto tra una tavola bianca e una tavola nera, o meglio: una tavola di pioppo grezzo e una preparata con un fondo nero in cui la luminescenza della matita mette in evidenza il soggetto in rapporto alla luce e alla sua intrinseca cangianza. La Dama, nella interpretazione di Galliani, si mostra e si cela, specularmente appunto.

Presso la Fondazione Durini, Letizia Fornasieri presenta le sue ultime produzioni. Si tratta di quaranta lavori, trentadue inediti e otto opere storiche, che ricostruiscono il percorso artistico della pittrice milanese, illustrandone le tematiche principali, come la casa, la famiglia, la natura e la città in tutte le sue sfumature. Tra i soggetti ricorrenti della Fornasieri ci sono proprio le città contemporanee, ritratte nella loro quotidianità attraverso diverse angolazioni, riflessi di luce, profili di corpi e oggetti comuni – dai tram alle macchine, dai cestini ai palazzi – ma anche le ambientazioni di temi floreali, i paesaggi invernali, gli scorci di vita domestica e le figure femminili. Le donne dipinte da Letizia Fornasieri, spesso legate a un universo famigliare e intimistico, dimostrano una profonda analisi dei ruoli sociali, così come la volontà di esaltare in modo suggestivo e talvolta struggente la bellezza, anche quando l’età e le malattie ne trasformano la fisionomia, ne sono un esempio i quadri della madre che legge o i ritratti della sorella Annetta.

Ritorniamo in un ‘ultima tappa verso il cuore dell’Italia, a Roma, per una mostra fotografica dal titolo La terra negata all’identità; si tratta di una ricerca sulle realtà dei centri minori dimenticati in maniera ancora più drastica dell’Aquila. La condivisione degli spazi domestici e degli spazi pubblici è stata del tutto recisa non solo dal sisma ma anche dalle scelte politiche riguardanti la gestione del territorio: intere comunità rischiano di essere cancellate. Il suo lavoro è tutt’ora in progress, in un voler rivendicare il desiderio di appartenenza a questa terra, alla sua cultura, alla sua storia. La mostra è divisa in sei sezioni, costituite da quattro immagini ciascuna, che sottendono quel dramma di disgregazione identitaria che si è e si continua a consumare. La coerente ricerca fotografica di Antonio pone come elemento centrale della sua visione l'interazione tra architettura e paesaggio e la ricognizione sui luoghi forti della memoria collettiva.

Alla mensa del Signore. Capolavori dell’arte europea da Raffaello a Tiepolo.
3 settembre 2011 – 8 gennaio 2012
Ancona – Mole Vanvitelliana
Orari: lunedì, mercoledì, venerdì, sabato, domenica 10.00-13.00/15.30-19.00; martedì e giovedì 15.30-19.00
Biglietti: 7€ intero, 5€ ridotto, 3€ ridotto scuole
Informazioni: www.congressoeucaristico.it

Vittore Crivelli da Venezia alle Marche
Sarnano (Mc) – Palazzo del Popolo
21 maggio 2011 – 6 novembre 2011
Orari: tutti i giorni 10.00-12.30 / 15.00-18.30, lunedì chiuso
Biglietti: 9€ intero, 6€ ridotto, 3€ ridotto scuole
Informazioni: www.vittorecrivelli.it

La Sapienza risplende. Madonne d'Abruzzo tra Medioevo e Rinascimento
Rimini – Musei Comunali
21 agosto 2011 – 1 novembre 2011
Orari: martedì a sabato 8.30 - 13.00, 16.00 -19.00; domenica e festivi 10.00 - 12.30, 15.00 - 19.00.
Ingresso gratuito
Informazioni: www.meetingrimini.org

L’uomo, il volto, il Mistero. Capolavori dai Musei Vaticani
Repubblica di San Marino – Museo di Stato
20 agosto 2011 – 6 novembre 2011
Orari: tutti i giorni 9.00-17.00
Biglietti: 3€ intero, 1,50€ ridotto
Informazioni: www.museidistato.sm

Aldilà. L’ultimo mistero
22 maggio 2011 – 30 ottobre 2011
Illegio (Ud) – Casa delle Esposizioni
Orari: martedì – sabato 10.00-19.99; domenica 9.30-19.30
Biglietti: 8€ intero, 5,50€ ridotto
Informazioni: www.illegio.it

I battaglisti. La pittura di battaglia dal XVI al XVIII secolo
Tivoli (Rm) – Villa d’Este
16 giugno 2011 – 30 ottobre 2011
Orari: 8.30 – 18.30 chiuso lunedì non festivo
Biglietti: 8€ intero, 4€ ridotto
Informazioni: www.villadestetivoli.it

Bellini, Botticelli, Pollaiolo. Capolavori s/velati da Omar Galliani
Milano – Museo Poldi Pezzoli
16 settembre 2011 – 23 ottobre 2011
Orari: tutti i giorni 10.00-18.00, martedì chiuso
Biglietti: 9€ intero, 6€ ridotto, 2€ scuole
Informazioni: www.museopoldipezzoli.it

Letizia Fornasieri
Milano – Fondazione Alessandro Durini (Via Santa Maria Valle 2)
6 ottobre 2011 – 24 ottobre 2011
Orari: tutti i giorni (anche sabato e domenica) 13.00-19.00
Ingresso libero
Informazioni: www.clpoline.it

Controspazio. La terra negata all’identità. Fotografie Antonio Di Cecco
Roma - ICCD Istituto centrale per il catalogo e la documentazione.
(Complesso di San Michele a Ripa Via di San Michele, 18)
28.09.2011 – 21.10.2011
Orari: lunedì – venerdì 10.00-18.00
Ingresso libero
Informazioni: www.fotografiafestival.it; www.iccd.beniculturali.it; www.contrastiurbani.it; www.digida.net

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