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Proposte di mostre per dicembre 2012

Autore:
Roda, Anna
Fonte:
CulturaCattolica.it

Non ci stupisce la ricchissima proposta di mostre e rassegne che in ogni grande e piccola città d’Italia propone a chi vuole aggiornarsi, informarsi o solo spendere in modo intelligente qualche ora del suo tempo libero. Cogliendo l’occasione della festa dell’Immacolata e delle vacanze di Natale ecco alcune interessanti proposte tra le tante che ci sono pervenute.

Diamo grande spazio a Milano con ben sei mostre di diversa natura che possono interessare tipologie diverse di visitatori.
Non possiamo non iniziare con la mostra-evento dell’autunno, la grande rassegna dedicata a Picasso. Questo pittore potrà anche non piacere, ma sicuramente è uno dei più significativi dell’arte di Novecento. In mostra troviamo oltre 250 opere, molte delle quali mai uscite dal Museo Picasso di Parigi presentate in ordine cronologico, con un’attenzione particolare a mettere a confronto le tecniche e i mezzi espressivi con cui si è cimentato nel corso della sua lunga carriera coprendo tutte le fasi fondamentali della creatività multisfaccettata di Pablo Picasso e i vari mezzi espressivi e mediatici tramite cui il suo genio visuale ebbe modo di esprimersi. Questo insieme di opere offre la possibilità unica di confrontarsi con le maggiori fasi artistiche della Modernità, testimoniate da un unico artista: il periodo blu e quello rosa, il periodo della ricerca “africana” o proto-cubista, il Cubismo Sintetico e il Cubismo Classico, le pitture surrealiste, il periodo del coinvolgimento politico e i dipinti sul tema della guerra, l’interludio pop e le variazioni sul tema ispirate ai grandi maestri dell’arte rinascimentale e moderna, fino alle sue ultimissime produzioni prima delle morte, avvenuta nel 1973. Innumerevoli i capolavori che popolano la mostra come “La Celestina” (1904), “Uomo con il mandolino” (1911), “Ritratto di Olga” (1918), “Due donne che corrono sulla spiaggia” (1922), ”Paul come Arlecchino” (1924), “Ritratto di Dora Maar” e “La supplicante” (1937).

Meno appariscente, ma a nostro avviso non meno importante la rassegna proposta dalle Gallerie Bottegantica di Via Manzoni e Ambrosiana di Via Vincenzo Monti sulla presenza della donna nella pittura dell’Ottocento. La sezione alla Galleria Bottegantica, dal titolo Dalla Scapigliatura alla Belle Epoque, raccoglierà trenta opere di artisti attivi nell’arco di tempo che va dalla Scapigliatura milanese fino agli anni della Belle Epoque: Mosè Bianchi, Beppe e Emma Ciardi, Luigi Conconi, Vittorio Matteo Corcos, Giacomo Favretto, Arnaldo Ferraguti, Bartolomeo Giuliano, Vincenzo Irolli, Pompeo Mariani, Alessandro Milesi, Luigi Nono, Ettore Tito, Alessandro Zezzos. Il percorso offrirà un approfondimento per il lavoro di Giovanni Boldini, straordinario cantore della bellezza femminile e protagonista indiscusso della Belle Epoque parigina, attraverso una preziosa selezione di dipinti, tra cui Nudo di donna con calze nere, Donna in riposo, Giovane signora nell’atelier e le figure di Madame Lantelme e Irene Catlin: opere in cui la donna è raffigurata in smaglianti ritratti ufficiali o in pose più ardite e sofisticate, nelle quali l’artista ferrarese riesce sempre a estrarne un’immagine sintetica e folgorante. Alla Galleria d’Arte Ambrosiana, troviamo la sezione Tra ritratto e paesaggio, con venti opere che documentano l’evoluzione dell’immagine femminile nella seconda metà dell’Ottocento nei generi del ritratto e del paesaggio, attraverso i lavori di Angiolo Achini, Leonardo Bazzaro, Mosè Bianchi, Enrico Crespi, Giuseppe De Nittis, Bartolomeo Giuliano, Domenico Induno, Giuseppe Pellizza da Volpedo, Gaetano Previati, Daniele Ranzoni, Giovanni Sottocornola. Il tema del ritratto sarà analizzato nel senso più esteso, dall’immagine del volto alla figura intera, di gruppo, familiare e non, in situazioni ufficiali, mondane o intime; ma anche del suo relazionarsi con il genere del paesaggio, che diventa in questo caso paradigma di sensazioni, deposito di memorie.

Dall’Ottocento al contemporaneo, ma sempre donne: troviamo una mostra che presenta il dialogo tra due pittrici Letizia Fornasieri, più volte presentata da queste pagine e Alessandra Giovannoni, presso la Galleria Rubin. Le due pittrici sono accomunate da una grande sensibilità nell'uso del colore, che riesce a catturare in forma bidimensionale la natura il paesaggio italiano. Esse però sviluppano la loro ricerca con tecniche diverse ma in tutti i casi offrono una personale lettura della realtà che le circonda, dell'ambiente naturale e cittadino. Letizia Fornasieri presenta in mostra opere di medio e piccolo formato realizzate ad olio su carta fotografica, mentre la romana Alessandra Giovannoni ci offre gouache ad ecoline su carta.

La nostra offerta vira ora su una rassegna fotografica, presso lo Spazio Forma: una monografia dedicata al pittore Nino Migliori (1926). La mostra è la prima grande retrospettiva dedicata all’artista, un insieme di immagini celebri e di grandi inediti, presenta le fotografie realizzate negli anni Quaranta e Cinquanta, la serie dei Muri, le sperimentazioni off camera, le celebri polaroid, fino alle installazioni più recenti. Sorprende certo per la sua produzione, per la diversità dei progetti realizzati, per gli scarti continui di linguaggio che ha saputo imprimere alle sue ricerche. Ma la vera sorpresa risiede nell’assoluta coerenza che in tanti anni di lavoro ha saputo mantenere. Se le sue ricerche si intersecano e dialogano fra loro, il labirinto visivo costruito dal fotografo bolognese appare intricato ma allo stesso tempo lineare, perché tutto il suo lavoro - dalle sperimentazioni, alle immagini figurative, alle installazioni più ardite e nuove - si fonda su un unico, solo linguaggio da esplorare: la fotografia - la materia prima per creare i suoi sogni visivi. Nino Migliori inizia a scattare alla fine degli anni Quaranta a Bologna: scopre un’Italia fatta di una nuova quotidianità che riprende con poesia e precisione. Sono gli anni del realismo e Migliori crea alcune tra le più celebri e significative immagini di questa stagione. In questi stessi anni, comincia anche le sue sperimentazioni: nascono i “Muri”, i lavori “off-camera”; interviene sulle lastre e sulle pellicole con graffi e incisioni (cliché-verre), usa la luce di un fiammifero per impressionare i negativi (pirogrammi), disegna sulla carta fotografica con i liquidi di fissaggio e di sviluppo (ossidazioni). Sperimenterà con la polaroid, con materiali vari, giocando anche con l’oro e con il bronzo, e inventerà installazioni sorprendenti e innovative. In un incessante lavoro di esplorazione fotografica. Fotografare, ha affermato, significa scegliere e trasformare. Nei suoi lavori la materia scelta si trasforma sempre in qualcosa d’altro. In un brandello di memoria per i posteri, in un interrogativo per i contemporanei. In una strada nuova da percorrere. Come le tante che Migliori ha percorso, e continua ancora a percorrere, nella sua ricerca.

Anche le copertine dei libri sono opere d’arte, soprattutto quando testimoniano ben 100 anni di attività editoriale: questo è il tema della mostra presentata al Castello Sforzesca dalla cada editrice Salani, specializzata in opere narrative per la gioventù. 300 opere grafiche raccontano gli eroi più amati dai bambini e ragazzi di tutte le generazioni: esse raffigurano i personaggi più amati dai bambini e ragazzi di diverse generazioni, dal Pinocchio di Collodi al maghetto Harry Potter, proprio come recita il titolo della mostra; le illustrazioni offrono la possibilità di conoscere disegni e tavole originali realizzati dai maggiori illustratori italiani ed europei: da Carlo Chiostri ed Ezio Anichini, a Luigi e Maria Augusta Cavalieri; da Carlo Vitoli Russo, a Ugo Signorini; da Fiorenzo e Giovanni Faorzi, a Gastone Rossini; per arrivare ad artisti contemporanei del calibro di Quentin Blake, Emanuele Luzzati, Mimmo Paladino, Tullio Pericoli, Sergio Staino e Altan.

Presso La Biblioteca Centrale di Palazzo Sormani una gradevole mostra che solo un pubblico di adulti potrà veramente apprezzare: una rassegna di documenti e immagini relative a Marcello Marchesi. La mostra intende documentare i vari ambiti di attività di Marcello Marchesi e ricondurre al loro vero autore la miriade di battute, slogan, film, canzoni e lavori televisivi che si sono fissati nella memoria collettiva non rendendo giustizia all’estro creativo del loro padre naturale. Sono esposti reportage giornalistici d’epoca, edizioni originali, fotografie, lettere autografe, manifesti, locandine, copioni e raro materiale d’archivio provenienti dalle ricche raccolte della Biblioteca e dalla collezione privata della famiglia Marchesi. I documenti sono corredati da un apparato testuale tratto da interviste e da testimonianze di personaggi del mondo dello spettacolo che hanno condiviso con l’autore esperienze professionali e intrattenuto con lui profonde relazioni umane. Allestita lungo lo Scalone Monumentale della Sala del Grechetto , l’esposizione ricrea l’atmosfera dei “telefoni bianchi” e del mondo dello spettacolo del secondo Novecento: passeggiando tra le fotografie in bianco e nero, le variopinte locandine e i personaggi di Carosello i visitatori di mezza età rivivono una parte della loro storia e le generazioni più giovani conoscono il genio senza tempo del Signore di mezza età.

Lasciamo la capitale meneghina e trasferiamoci nella Reggia di Venaria Reale (TO) per ammirare un prezioso manufatto, il Bucintoro dei Savoia. Il Bucintoro del Re di Sardegna” è l'ultima imbarcazione veneziana originale del Settecento esistente al mondo. Si tratta di un’autentica Reggia sull'acqua voluta dai Re Sabaudi che si avvalsero della geniale regia di Filippo Juvarra, sarà esposta per la prima volta finalmente restaurata, dopo decenni di conservazione in deposito. La sontuosa imbarcazione dei Savoia, un tempo simbolo del potere, destinata al loisir della corte, è per la prima volta esposta dopo complessi restauri nella monumentale Scuderia Grande della Reggia di Venaria: i visitatori potranno ammirare la Peota Reale in un allestimento spettacolare che permetterà di vedere da vicino lo scafo e le sontuose decorazioni scultoree e pittoriche.

Trasferiamoci ora in Umbria a Foligno (PG) per una rassegna dedicata alla santa Angela da Foligno. Angela da Foligno è la più grande mistica italiana, come Caterina da Siena è la più grande profetessa. Il suo Memoriale, che contiene il resoconto della sua esperienza di Dio dal 1291 al 1296, è infatti, senza dubbio alcuno, uno dei capolavori della mistica occidentale, paragonabile alle opere di Ildegarda di Bingen, Teresa d’Avila o Teresa di Lisieux. Nella esperienza religiosa di Angela da Foligno l’arte ha un posto molto importante. Come in altri mistici e mistiche, visioni ed estasi prendono spesso l’avvio dall’incontro con un dipinto o con una scultura, ma in Angela si sviluppano in un percorso di inconfondibile intensità. La figura che più spesso stimola la sua immaginazione, con esiti visionari impressionanti, è quella del Cristo crocifisso. La mostra quindi presenta 10 immagini del tempo di Angela, realizzate fra il secolo XII e gli ultimi anni del Duecento, opere vicine alla sua sensibilità, che Angela ha visto che avrebbe potuto vedere. Nello stesso tempo, le opere in mostra offrono al pubblico una rara occasione di ammirare, composte in una succinta antologia, testimonianze fra le più alte dell’arte di epoca tardo-medievale in Umbria. Fra di esse, sette illustrano il tema del Crocifisso, una il Compianto, due la Deposizione dalla croce. Uno degli intenti che spiegano la presenza di queste, e non di altre, opere è stato quello di fare risaltare la varietà dei modi nei quali l’immagine del Cristo era proposta alla venerazione dei fedeli: varietà evidente non soltanto nei caratteri espressivi, ma anche nel tipo degli oggetti, nelle tecniche e nei materiali adoperati. Dipinta su croci portatili, adatte anche all’uso processionale, o su croci di più grande formato, poggiate su altari o innalzate su travi, miniata o fusa, in bronzo o in rame dorato, scolpita nel legno, isolata o in gruppi di statue, l’immagine-cardine della Passione era al tempo di Angela onnipresente, nelle chiese, nei luoghi di orazione dei monasteri e dei conventi, nelle sedi delle confraternite, nelle abitazioni, creata per essere percepita in più modi: distante ma dominante, o di agevole lettura, o anche così vicina da suscitare gesti di devota intimità.
Ma accanto alle opere pittoriche troviamo una sezione dedicata agli antichi manoscritti medioevali.

Una mostra di ben altro tema e respiro profano ci aspetta a Ferrara, presso Palazzo dei Diamanti, una mostra dedicata Boldini, Previati e De Pisis. L'idea della mostra è stata sollecitata dalla chiusura del complesso di Palazzo Massari, che ospita le collezioni delle Gallerie d'Arte Moderna e Contemporanea, in seguito al sisma che nel maggio scorso ha colpito l'Emilia-Romagna. Fino a quando non verranno eseguiti importanti lavori di consolidamento dell'edificio, i tesori d'arte che esso custodiva non saranno fruibili. Di qui la decisione di dare loro visibilità, sia pure temporanea, in una mostra a Palazzo dei Diamanti, per sottolineare l’importanza e la qualità del patrimonio di Palazzo Massari ma anche per sensibilizzare alla salvaguardia di questo e di altri beni artistici danneggiati dal terremoto. La mostra riunisce un'ottantina tra dipinti, sculture e opere su carta che raccontano oltre centocinquant'anni di produzione artistica locale, ma anche nazionale e internazionale. Il percorso si apre con le testimonianze della civiltà figurativa ferrarese della prima metà dell'Ottocento che costituirono la sezione moderna della Pinacoteca Municipale: dalle prove d'ispirazione purista di Giovanni Antonio Baruffaldi e Giovanni Pagliarini, centrate su temi letterari o religiosi, alle opere di interpreti del fervore romantico, quali Girolamo Domenichini, Massimiliano Lodi e Gaetano Turchi, che rievocano la grandezza del passato estense o danno forma alle tensioni e alle speranze del periodo risorgimentale. Dopo la metà del secolo, la fortuna di generi come il ritratto, la veduta e il paesaggio è spesso legata a personalità attive anche fuori Ferrara, tra tutti Giovanni Boldini, che sarà figura di spicco del rinnovamento della pittura italiana e internazionale della seconda metà del secolo, prima nella Firenze macchiaiola e poi nella Parigi degli impressionisti. Un ampio nucleo di capolavori di Boldini testimonierà il suo ruolo di indiscusso protagonista della Belle Époque e, al tempo stesso, la nascita del museo a lui dedicato che fu istituito nel 1935: icone della sua ritrattistica come il Ritratto del piccolo Subercaseaux, Fuoco d'artificio, la Passeggiata al Bois de Boulogne o La signora in rosa, ma anche interni d'atelier, nature morte e vedute.

Concludiamo le nostre proposte con due mostre presentate a Roma.

La prima presso il Complesso Monumentale del Vittoriano è dedicata alla Prima Guerra Mondiale con oltre duecento opere in mostra. Con questa mostra ha inizio un percorso espositivo triennale che vedrà nel 2013 la mostra “Italia ed Europa alla vigilia del conflitto e il Futurismo” e culminerà nel 2014 con “La Grande Guerra” in occasione del centenario dall’inizio del tragico conflitto. Obiettivo della rassegna è lo studio di una guerra che ha cambiato la storia del nostro Paese e dell’Europa e che ha portato al crollo di tre imperi multinazionali - quello asburgico, quello zarista e quello turco – fino alla fine della centralità dell’Europa nei rapporti internazionali. Gli anni compresi tra l’inizio del Novecento e la prima guerra mondiale – denominati “età giolittiana” perché dal 1901 fino al 1914 la vita parlamentare è dominata da Giovanni Giolitti – sono un periodo fondamentale nella storia dell’Italia contemporanea. Iniziano allora i mutamenti politici, economici, sociali e culturali che condizionano l’evoluzione del paese fino ai giorni nostri. È proprio negli anni compresi dalla fine dell’Ottocento e la prima guerra mondiale che l’Italia assume i caratteri di una nazione moderna. Ed è con la sconfitta di Caporetto che l’Italia ritrova la sua unità: “il rovescio dell’ottobre 1917 – scrive Arturo Carlo Jemolo – fu per la politica interna evento altrettanto fortunato quanto era stato infausto come vicenda militare”. Con la Grande Guerra nasce inoltre il “metodo” di documentare la storia attraverso la fotografia, il cinema e i cineoperatori di guerra. Decine di fotografi, pittori, scrittori testimoniarono la loro partecipazione al conflitto mediante i più svariati mezzi di espressione, dai documenti alle cartoline, dai giornali di trincea ai quaderni delle scuole del fronte, dalle lettere private alla famiglia ai volumi a stampa di memorie.

Al Palazzo del Quirinale troviamo una mostra archeologica dedicata all’Isola di Cipro. Nelle Sale delle Bandiere sono esposte 56 opere d’arte risalenti alle varie fasi della storia di Cipro, dai tempi lontani del Neolitico fino all’età romana. Grazie alla sua posizione geografica, Cipro è chiamata a recitare un ruolo essenziale nel Mediterraneo. Non a caso affascina archeologi e storici. L’isola ha un passato millenario che ne fa, per le epoche più remote, una sorta di laboratorio eccezionale dove studiare l’apparire della civiltà degli agricoltori e dei pastori del Neolitico.Grazie alla sua posizione geografica, Cipro è chiamata a recitare un ruolo essenziale nel Mediterraneo. Non a caso affascina archeologi e storici. L’isola ha un passato millenario che ne fa, per le epoche più remote, una sorta di laboratorio eccezionale dove studiare l’apparire della civiltà degli agricoltori e dei pastori del Neolitico. Oggi sembra che intorno al 12.500 a.C. i primi coloni sbarcati a Cipro e provenienti dall’Oriente vi abbiano introdotto cinghiali selvatici destinati poi alla caccia. La scoperta di migliaia di reperti ossei sul sito di Shillourokambos rivela che il cane, la volpe, il daino, la capra, il montone, il bue sono stati a loro volta introdotti nell’isola da popolazioni che avevano imparato sia a gestire la fauna selvatica, sia ad addomesticare alcune specie come cani, caprini, ovini, bovini e suini. È sulle spiagge di Cipro che è venuta a morire come una marea stanca la fase orientale della storia e sono queste stesse spiagge ad aver accolto alla fine del II millennio a.C. le popolazioni achee che cercavano un luogo dove ripararsi dopo la caduta dei palazzi micenei. Cipro diventa così una lontana provincia del mondo greco di cui mantiene nella religione, nelle istituzioni e persino nell’uso di una scrittura sillabica tradizioni ed elementi fortemente arcaizzanti. Spesso queste tradizioni ed elementi si fondono con apporti esterni e un simile amalgama dà alla civiltà cipriota la sua caratteristica essenziale: da oltre quattordici millenni Cipro è stata la terra che ha visto qualche volta scontrarsi ma spesso integrarsi armoniosamente l’Occidente e l’Oriente. Se Cipro è stata definita “Isola di Afrodite” è perché il suo territorio ha accolto molti millenni prima dell’arrivo dei Greci il culto di una grande divinità mediterranea, la “Madre Terra”, con caratteristiche identiche alla dea dell’Amore delle popolazioni elleniche.
Riassumere attraverso l’immagine di Afrodite oltre sette millenni della storia di Cipro è l’ambizione di questa mostra, offerta al pubblico italiano dalla Repubblica di Cipro.

Picasso. Capolavori dal Museo Nazionale Picasso di Parigi
Milano – Palazzo Reale
20 settembre 2012 – 6 gennaio 2013
Orari: lunedì, martedì e mercoledì: 8.30-19.30; giovedì, venerdì, sabato e domenica: 9.30-23.30
Biglietti: 9€ intero, 7,50€ ridotto
Informazioni: www.mostrapicasso.it

La donna nella pittura italiana dell’Ottocento
Milano – Galleria Bottegantica (Via Alessandro Manzoni 45) e Galleria d’Arte Ambrosiana (Via Monti 2)
8 novembre 2012 – 23 dicembre 2012
Orari: martedì al sabato 10.00-13.00 / 15.00-19.00, chiuso domenica e lunedì
Ingresso gratuito
Informazioni: www.galleriambrosiana.com, www.bottegantica.com

Letizia Fornasieri, Alessandra Giovannoni. Opere su carta
Milano – Galleria Rubin (Via Bonvesin de la Riva 5)
4 dicembre 2012 – 12 gennaio 2013
Orari: martedì – sabato 14.30-19.30, chiuso domenica e lunedì
Ingresso gratuito
Informazioni: www.galleriarubin.com

Nino Migliori. La materia dei sogni
Milano – Fondazione Forma per la Fotografia (Piazza Tito Lucrezio Caro 1)
19 ottobre 2012 – 6 gennaio 2013
Orari: tutti i giorni 10.00-20.00; giovedì e venerdì 10.00-22.00, chiuso il lunedì
Biglietti:7,50€, 6€ ridotto
Informazioni: www.formafoto.it

Da Pinocchio a Harry Potter. 150 anni d’illustrazione italiana con immagini Archivio storico Salani 1862-2012
Milano – Castello Sforzesco
8 novembre 2012 – 6 gennaio 2013
Orari: martedì – domenica 9.00 –17.30, chiuso il lunedì
Ingresso gratuito

Marcello Marchesi. Il genio senza tempo del Signore di mezza età
Milano – Palazzo Sormani
7 novembre 2012 – 4 gennaio 2013
Orari: lunedì – sabato 14.00-19.00, chiuso domenica
Ingresso gratuito
Informazioni: www.comune.milano.it/biblioteche

La Barca Sublime
Venaria Reale (TO) – Scuderie Juvarriane
16 novembre 2012 – 31 dicembre 2012
Orari: martedì - venerdì:ore 9 - 09.40 - 10.20 - 11 - 11.40 - 12.20 - 13 - 13.40 - 14.20 - 15 - 15.40;
sabato, domenica e festivi: ore 9 - 09.40 - 10.20 - 11 - 11.40 - 12.20 - 13 - 13.40 - 14.20 - 15 - 15.40 - 16.20 - 17 - 17.40 - 18.20 - 19
Biglietti: 10€ intero, 8€ ridotto
Informazioni: www.lavenaria.it

Dal visibile all’indicibile. Crocifissi ed esperienza mistica in Angela da Foligno
Foligno (PG) – Palazzo Trinci
6 ottobre 2012 – 6 gennaio 2013
Orari: 10.00-13.00 / 15.00-19.00, chiuso il lunedì
Biglietti: 6€ intero, 3€ ridotto

Boldini, Previati e De Pisis. Due secoli di grande arte a Ferrara
Ferrara – Palazzo dei Diamanti
13 ottobre 2012 – 13 gennaio 2013
Orari: tutti i giorni 9.00-19.00
Biglietti: 8e intero, 6€ ridotto
Informazioni: www.palazzodiamanti.it

Verso la Grande Guerra. Storia e passioni d’Italia. Dalla crisi di fine Ottocento a D’Annunzio
Roma – Complesso Monumentale del Vittoriano
4 novembre 2012 – 6 gennaio 2013
Orari: lunedì- giovedì: 9.30 – 18.30; venerdì, sabato e domenica: 9.30 – 19.30.
Ingresso gratuito

Cipro, isola di Afrodite
Roma – Palazzo del Quirinale
19 ottobre 2012 – 5 gennaio 2013
Orari: martedì- sabato 10.00- 13.00/15.30- 18.30, domenica 8.30- 12.00, chiuso il lunedì
Ingresso gratuito
Informazioni: www.quirinale.it

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