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Marzo 2013. Le mostre

Autore:
Roda, Anna
Fonte:
CulturaCattolica.it

Tra le tante proposte che anche in questo mese vogliamo segnalarvi noterete che molte sono ad ingresso libero… e quindi, visto anche il periodo di crisi perché non sfruttare l’occasione di farci una capatina?

La nostra serie di indicazioni inizia da Trento. Presso il Museo diocesano troviamo una mostra di arte medioevale dedicata alla figura di un vescovo del XIII sec., Federico Vanga. L'esposizione, organizzata in occasione dell'ottavo centenario dalla fondazione della cattedrale di San Vigilio, focalizza l'attenzione su Federico Vanga, principe vescovo di Trento tra il 1207 e il 1218, nonché ispiratore del nuovo edificio di culto. Discendente da una nobile famiglia della Val Venosta, imparentata con le più potenti dinastie dell'area alpina, il Vanga – che l'imperatore Federico II definì "nostro consanguineo" – negli anni del suo episcopato giocò un ruolo decisivo sul piano pastorale, politico, economico, legislativo. Non meno importanti furono le iniziative promosse in ambito artistico: edifici, codici miniati, oggetti d'oreficeria ci tramandano il ricordo indelebile di uno dei più interessanti mecenati del Medioevo alpino e attestano le relazioni ad ampio raggio con centri di produzione artistica tra i più famosi e di più alto livello che il presule seppe coltivare. La mostra ruota attorno al piccolo ma preziosissimo nucleo di oggetti mobili, oggi custoditi dal museo, ma in passato conservati nell'ambito del tesoro della cattedrale per la quale furono commissionati. Il percorso è organizzato in tre distinte sezioni: Il vescovo, la sua immagine, le sue insegne, Un principe dell'Impero in viaggio e da ultimo La nuova cattedrale e i suoi arredi

Spostiamoci ora in provincia di Udine, a Passariano di Codroipo, presso la celebre villa Manin per una mostra dedicata a Tiepolo. Giambattista Tiepolo e villa Manin a Passariano sono di un binomio che evoca un evento straordinario: la mostra del 1971 realizzata in occasione dei duecento anni dalla morte del pittore e destinata a segnare il punto di svolta nella sua fortuna critica. A distanza di tempo l’Azienda Speciale Villa Manin e la Regione Friuli Venezia Giulia realizzano ora in quella stessa sede un’esposizione monografica in grado di attraversare la complessa parabola artistica del pittore: una mostra di grande impegno che anche alla luce dei numerosi studi susseguitisi da allora consentono oggi una valutazione più ampia e approfondita del Tiepolo. Se ne documenta l’evoluzione stilistica, con l’individuazione di alcuni momenti chiave del rapporto del Tiepolo con i suoi mecenati. Accanto all’esame dei singoli dipinti vengono quindi ricordati i maggiori committenti e gli intellettuali – come Scipione Maffei, Francesco Algarotti, i cugini Zanetti… – che hanno seguito l’artista fin dagli esordi, influendo sulla sua formazione culturale. La villa è ricca di opere tiepolesche: nella Galleria, luogo di attesa delle udienze, il Tiepolo, coadiuvato dal quadraturista Gerolamo Mengozzi Colonna eseguì quello che viene ritenuto il più importante lavoro della sua giovinezza artistica, un ciclo di affreschi in cui compaiono le tre figure bibliche che secondo i Dolfin rappresentavano a pieno titolo i primi patriarchi della storia: Abramo, Isacco e Giacobbe. Accattivante e ricco di suggestioni è senza dubbio il riquadro centrale con Rachele che nasconde gli idoli. La Sala rossa, adibita un tempo a sede del Tribunale ecclesiastico, presenta al centro del soffitto l’affresco con Il Giudizio di Salomone in cui il pittore dà prova di indubbia abilità tecnica e prospettica. Nella spettacolare Sala del trono il Tiepolo dà inizio alla serie dei ritratti dei Patriarchi di Aquileia, continuata poi da altri artisti. Per lo straordinario ciclo di affreschi del Palazzo patriarcale e per i capolavori eseguiti nell’arco di un trentennio, dal 1726 al 1759, Udine merita a buon diritto l’appellativo di Città del Tiepolo. Il visitatore , spostandosi dalla Villa Manin, vi può infatti ancora ammirare nel duomo la decorazione a fresco della Cappella del Sacramento e alcune tele, altre – realizzate per chiese e palazzi nobiliari – nei Civici Musei del Castello, ed inoltre la pala dell’altare e tre comparti a fresco (tra cui una luminosissima Assunta firmata e datata 1759) nel soffitto dell’Oratorio della Purità, dove il figlio Giandomenico, che qui come a Würzburg e altrove collaborò con il padre, eseguì nelle pareti otto monocromi grigi su fondo dorato.

Arriviamo ora in Lombardia, precisamente a Sondrio, per una mostra fotografica curata dal Credito Valtellinese, I luoghi dell’acqua. Architetture e paesaggi delle centrali elettriche in Valtellina.
In Valtellina, ma l’assunto vale per gran parte dei territori italiani alpini, il “nuovo nell’architettura” lo hanno portato le centrali idroelettriche e le istallazioni che intorno ad esse ruotano. “I luoghi dell’acqua” rivolge il suo interesse alle decine di opere edilizie e infrastrutturali dedicate all’utilizzo della risorsa idrica per la produzione di energia, iniziata agli albori del XX secolo e tuttora in atto. Centrali, cabine elettriche, invasi, bacini e dighe, canalizzazioni forzate, dissabbiatori, insediamenti abitativi e ripari tecnici, costituiscono il vero paesaggio artificiale a testimonianza del rinnovamento architettonico e urbanistico nella provincia di Sondrio e nelle valli limitrofe. Allinea una sequenza di immagini e tavole progettuali relative alle realizzazioni più eclatanti a firma di Gio Ponti e Giovanni Muzio, accanto a quelle di progettisti meno noti operanti presso gli uffici tecnici di Edison, Falck e AEM. Le tavole progettuali trovano un contrappunto suggestivo nella sequenza fotografica che ne illustra le fasi realizzative sino all’esito compiuto, con un focus sulla misteriosa e sconosciuta centralina di San Giacomo, documentata dagli scatti autoriali di Susanna Pozzoli. Al fotografo boemo Václav Šedý è stata affidata la documentazione in bianconero degli edifici minimalisti di Gio Ponti in Valchiavenna. Una sezione speciale viene riservata alla proiezione dei filmati commissionati dall’AEM negli anni dell’immediato dopoguerra, raccolti in una recente edizione dal titolo “Architettura di Luce”, dagli archivi della stessa Azienda energetica e dell’Istituto Luce. La mostra si giova dei prestiti e della collaborazione di a2a, che fornirà anche oggetti d’epoca, della Fondazione AEM – Gruppo a2a, di Edipower, che metterà a disposizione alcuni materiali d’archivio provenienti dal nucleo di Mese (SO), del Gruppo Falck e dell’Archivio Giovanni Sacchi di Sesto San Giovanni, che da anni custodisce e tutela la memoria dell’archeologia industriale lombarda sotto molteplici aspetti e che ospiterà la seconda tappa della mostra da maggio a giugno 2013.

Giungiamo ora a Milano per una serie di rassegne.
Dapprima presentiamo l’esposizione che riguarda disegni, pastelli e acquarelli di Giovanni Boldini e di altri maestri dell’800 italiano, quali Antonietta Brandeis, Giuseppe Casciaro, Luigi Conconi, Giovanni Fattori, Arnaldo Ferragutti, Vincenzo Irolli, Cesare Laurenti, Pompeo Mariani, Attilio Pratella, Giovanni Sottocornola, Alessandro Zezzos. La rassegna approfondirà, in particolare, il lavoro di Giovanni Boldini, straordinario cantore della bellezza femminile e protagonista della Belle Époque parigina, attraverso una selezione di opere in cui la donna è raffigurata in smaglianti ritratti ufficiali o in pose più ardite e sofisticate. Tra le opere inedite del maestro ferrarese, si potrà ammirare il provocante Nudino scattante, Interno con figura elegante, intimo acquarello di epoca Goupil, Giovane signora nell’atelier, i prefuturisti Volti di donna, la china Gruppo di figure con donna nuda vista di profilo, Al «Vestiaire», Prove d’orchestra, le Gondole a Venezia e un piccolo gioiello come Gondole in laguna, oltre a Folla di spettatori, Studio di Nudi (Boudoir), Studio per Spettatori di un teatrino ambulante e Abito e ombrello sul letto. La mostra testimonia una volta di più la grande perizia tecnica di Giovanni Boldini, che raggiunge alti vertici anche con la matita e i pastelli, coi quali traccia raffinatissimi ritratti delle donne più belle dell’alta società e della borghesia internazionale dell’800. Il percorso espositivo prosegue con 40 opere che esemplificano in modo compiuto l’alta qualità raggiunta dagli artisti dell’Ottocento italiano nella tecnica del disegno, del pastello e dell’acquarello: tra questi il suggestivo Idillio di Alessandro Zezzos; la raffinata composizione dei Gendarmi a cavallo di Giovanni Fattori e della Scuola di ballo di Arnaldo Ferraguti; gli accesi cromatismi di Sguardi e della Bimba fra i fiori di Vincenzo Irolli; la solarità della Gelosia di Luigi Conconi; l’eleganza del Ritratto di donna di Pompeo Mariani; il silenzio evocato dal Libro azzurro, delicato pastello del milanese Giovanni Sottocornola; fino al variopinto Verso Portici di Attilio Pratella. Segni d’artista vuole essere un omaggio alla grande riscoperta nel secondo Ottocento della grafica, del pastello e della pittura ad acquarello, che trovò terreno fertile nelle principali città italiane (Firenze, Milano, Roma, Napoli, Venezia) grazie all’eccellenza di straordinarie personalità artistiche, la cui fortuna si propagò ben presto anche all’estero.

La seconda rassegna è dedicata all’arte della liuteria. Presso gli spazi dell’Auditorium di Milano e del foyer a piano terra viene allestito un percorso emozionale e scenografico dedicato al mondo della liuteria. Il mestiere del liutaio verrà illustrato, evocato e messo in scena attraverso opere, immagini, materiali, strumenti, attrezzi di lavoro, ambienti e installazioni. Al primo piano dell’Auditorium sarà allestita una mostra fotografica dedicata ai luoghi e ai protagonisti di questo mondo. Realizzata dal fotografo Emanuele Zamponi presso gli atelier dei maestri liutai cremonesi, la mostra si propone di testimoniare in modo suggestivo questo mestiere d’arte straordinario cogliendone volti, gesti, ambienti.
L’ultima rassegna milanese è invece dedicata al falso monetale. L’esposizione ripercorre, attraverso un vero e proprio viaggio nel tempo, l’evoluzione del fenomeno della falsificazione: dalle monete alle banconote fino alle forme elettroniche di pagamento. La mostra vuole anche avere una funzione “didattica” e dare indicazioni al pubblico perché non rimanga vittima di falsari o di criminali che clonano carte di credito e bancomat. In mostra i più rappresentativi casi di contraffazione, dai falsi impropri dell’Unità d’Italia alla falsificazione nel periodo bellico fino ai rapporti tra falsari e criminalità organizzata. Sono esposti anche alcuni pezzi di particolare pregio che evidenziano il contributo fornito da importati scultori, tra i quali Domenico Trentacoste e Publio Morbiducci, nella realizzazione delle monete e banconote del nostro Paese. Alcune vetrine sono dedicate ad un inquadramento storico della monetazione e altre alle più importanti operazioni condotte negli ultimi anni dalla Guardia di Finanza nel contrasto alla falsificazione negli strumenti di pagamento.
La mostra è completata dalla ricostruzione di una stamperia clandestina, “La stanza del falsario”, che riproduce il sito posto sotto sequestro nel corso di un’operazione di polizia giudiziaria condotta dal Nucleo Speciale Polizia Valutaria a Pomezia nei confronti di un’organizzazione dedita alla falsificazione di dollari statunitensi. Un’ampia parte dell’esposizione è dedicata a Milano: monete e documenti che ripercorrono la storia della falsificazione in città nonché le monete false ritrovate in via Larga e conservate nelle Raccolte Civiche Numismatiche di Milano. Una sezione ricorda, attraverso una raccolta di medaglie e di monete risorgimentali, le Cinque giornate di Milano e la Liberazione del secondo dopoguerra, episodi nel quale fu importante il ruolo dei finanzieri. Un’altra parte è dedicata al contrabbando e ai traffici di valuta che nel tempo hanno interessato in particolare la Lombardia e le aree di confine con la Svizzera.

Giungiamo ora a Torino per una mostra dedicata all’Albania e al suo patrimonio d’arte e cultura. La mostra propone un itinerario attraverso il patrimonio storico-culturale dell’Albania dalla Preistoria al XVII secolo e consente di riscoprire le componenti europee di alcune delle civiltà formatesi sulla costa orientale del mare Adriatico. Le 150 opere raccolte nella mostra “Tesori del patrimonio culturale albanese”, organizzata per il centenario dell’indipendenza dell’Albania (1912), raccontano la millenaria vicenda della sedimentazione e della trasformazione della cultura di un popolo che affonda le sue radici nell’età preistorica per poi aprirsi alle influenze greco-ellenistiche, a quelle della Roma imperiale e, nel medioevo, accogliere i segni della civiltà dei comuni italiani, fino all’ingresso nell’orbita dell’impero ottomano (1479). Le tracce di questa lunga trama storica sono documentate da reperti archeologici di uso comune (vasellame, scultura, bronzi, gioielli) e da oggetti di culto (tra cui uno splendente nucleo di icone) che vanno dal neolitico al XVIII secolo della nostra era e che consentono di ripercorrere idealmente anche i comuni destini dei popoli insediati sull’altra sponda dell’Adriatico, in quella penisola che oggi chiamiamo Italia. Se la mostra rappresenta, da un lato, un’occasione per riscoprire le radici europee dell’Albania, dall’altro intende delineare l’antico e profondo rapporto con l’Italia, che da secoli dialoga e collabora con l’Albania e ne accoglie le comunità in diaspora. Il percorso espositivo, organizzato cronologicamente e curato dal prof. Apollon Baçe, Direttore dell’Istituto dei Monumenti della Repubblica d’Albania, prende avvio dalla Preistoria, con oggetti in ceramica, gioielli, armi, statue dell’Antico Neolitico, dell’età del bronzo, dell’età del ferro e del periodo arcaico; vasi, manufatti, statue, ritratti, monete, stele istoriate illustrano l’Antichità, dal periodo ellenistico e romano, sino ad arrivare all’Alto Medioevo. Gran parte di questo tesoro è stato portato alla luce grazie all’opera di ricerca e scavo di archeologi albanesi ed europei, tra cui anche alcuni italiani, come Luigi Ugolini (1895–1936). Il percorso giunge infine all’epoca bizantina presentando al pubblico una selezione di oggetti della liturgia bizantina, molti dei quali esposti per la prima volta in Italia e realizzati tra il XII e il XVIII secolo: pur nella fissità dei modelli figurativi, le icone presenti in mostra illustrano la ricezione della pittura italiana del Trecento e le trasformazioni apportate dal maestro Onufri e dalla sua scuola, confermando l’estrema permeabilità della cultura albanese.

Da ultimo arriviamo a Roma, presso la sede espositiva i Chiostri del Bramante per una mostra fotografica dedicata al fotografo Silvio Balestra (1969). L’esposizione presenta 80 fotografie che ripercorrono la carriera dell’artista triestino, attraverso alcuni dei suoi cicli più conosciuti, inclusa la sua più recente ricerca, i Concepts, lavori su carta fotografica stampata a inchiostro e rielaborata manualmente. La cifra del lavoro di Balestra risiede nell'utilizzo della fotografia e della computer grafica come principale mezzo d’espressione. Da diversi anni, Balestra ha avviato un percorso di ricerca sulla fotografia astratta e concettuale. In questo filone d’indagine s’inserisce la serie delle Antitesi, che rappresenta la summa dell’arte di Balestra: in essa si ritrovano gli elementi caratterizzanti delle sue opere, come la contrapposizione tra bianco e nero, tra positivo e negativo, tra luce e ombra, elementi questi che vivono sempre in perenne equilibrio, in grado di generare un’intensa emozione in chi li guarda nonostante facciano parte, per loro natura, di un linguaggio che appartiene all'astrazione. Balestra conduce il visitatore in un percorso emozionale, fornendogli uno spunto interpretativo rappresentato dal nome dell’opera stessa – sguardo al futuro, grembo materno, amore impossibile, strada maestra, oasi oniriche, ecc. – affinché ognuno possa trovare in esse il messaggio che comunicano e interpretarlo in chiave personale. La carica emozionale delle opere, tuttavia, non diminuisce nemmeno di fronte a fotografie senza titolo (Untitled). In campo grafico, le sue opere più recenti sono i Microsoft® Excel® drawing, così come Balestra stesso le definisce, ovvero progetti di grafica digitale creati utilizzando un programma la cui funzione principale è quella di essere un foglio di calcolo. La sua sfida consiste nell’ottenere una “pittura digitale”, impiegando il mouse e pochi altri strumenti di base di questa applicazione. Il percorso espositivo ruoterà attorno a svariati cicli – Confronti, Scritture, Spirit & Matter , Sequenze Mutagene, Protempore, Informale Fotografico Materico, Monocromi Charta – e si focalizzerà, in particolare, su quello dei Concepts del 2012, col quale Balestra ha aperto un nuovo filone d’indagine: partendo da uno scatto astratto, stampato a inchiostro su carta fotografica, interviene lavorando sulla fotografia, a mano e con l’ausilio di tecniche e attrezzi utilizzati nella tecnica pittorica o da lui inventati, ma senza l’uso di tecnologie digitali. Il risultato è un soggetto che, partendo dall'astrazione, rimanda a molti aspetti figurativi e formali, quali paesaggi verdeggianti, fondali marini, terreni lunari, e altro ancora.

Un vescovo, la sua cattedrale, il suo tesori. La committenza artistica di Federico Vanga (1207-1218)
13 gennaio 2013 – 7 aprile 2013
Trento – Museo Diocesano
Orari: dalle ore 9.30 alle 12.30 e dalle 14.00 alle 17.30, chiuso il martedì
Biglietti: 5€ intero, 3€ ridotto
Informazioni: www.museodiocesanotridentino.it



Giambattista Tiepolo
15 dicembre 2012 – 7 aprile 2013
Passariano (Codroipo, Udine) – Villa Manin
Orari: lunedì – venerdì 9.00-18.00, sabato e domenica 9.00-19.00
Biglietti: 10€ intero, 8€ ridotto
Informazioni: www.villamanin-eventi.it

I luoghi dell’acqua. Architetture e paesaggi delle centrali elettriche in Valtellina
20 febbraio 2013 – 30 marzo 2013
Sondrio – Galleria Credito Valtellinese
Orari: martedì – venerdì 9.00-12.00/15.00-18.00; sabato 9.00-12.00, chiuso la domenica e il lunedì
Ingresso libero
Informazioni: www.creval.it

Segni d’artista. Disegni e acquarelli di Boldini e altri Maestri dell’Ottocento italiano
7 febbraio 2013 – 28 marzo 2013
Milano – Bottega antica (Via Manzoni 45)
Orari: martedì – sabato 10.00-13.00/15.00-19.00
Ingresso libero
Informazioni: www.bottegantica.com

Costruttori d’armonie. La liuteria dalla materia al gesto
6 dicembre 2012 – 7 aprile 2013
Milano – Auditorium di Milano (L.go Mahler)
Orari: martedì – domenica 14.30-19.00
Ingresso libero
Informazioni: www.costruttoridiarmonie.it

Il vero e il falso. La moneta, la banconota, la moneta elettronica. 2500 anni di storia del falso monetale
29 gennaio 2013 – 24 marzo 2013
Milano – Palazzo Reale
Orari: Orari lunedì 14.30-19.30, martedì – domenica 9.30-19.30, giovedì e sabato 9.30- 22.30
Ingresso libero
Informazioni: www.comune.milano.it

Tesori del patrimonio culturale Albanese
24 gennaio 2013 – 7 aprile 2013
Torino – Palazzo Madama
Orari: martedì- sabato 10.00-18.00, domenica 10.00-19.00,chiuso il lunedì
Biglietti: 10e intero, 8€ ridotto
Informazioni: www.palazzomadamatorino.it

Le fotografie di Silvio Balestra
26 febbraio 2013 – 4 aprile 2013
Roma – Chiostro del Bramante
Orari: tutti i giorni 10.00-18.00
Biglietti: 12€ intero, 10€ ridotto
Informazioni: www.chiostrodelbramante.it

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