Mostre settembre 2013
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La ripresa dopo le vacanze può essere utilmente accompagnata, negli ultimi week-and prima della brutta stagione, da una visita ad una di queste interessanti mostre che possono soddisfare le esigenze di tutti i gusti e di tutte le età.
La nostra carrellata inizia da un piccolo paese vicino a Varese, Gazzada. Nella elegante Villa Cagnola si sta concludendo una mostra che sigilla l’anno dedicato alle manifestazioni in occasione dell’anniversario dell’anno costantiniano (313 – 2013). Nella cornice della villa seicentesca spicca il capolavoro detto Croce Lascaris realizzata nel 1583 di arte bizantina. Essa proviene dal Monte Athos, misura 45 cm circa ed è scolpita su legno di bosso. La parte superiore è costituita da una croce , mentre lo zoccolo è a sezione ottagonale in tre segmenti sovrapposti. Sulle facce e sui lati del piedestallo sono raffigurate scene dell’Antico e Nuovo Testamento. Tra le tante croci pervenuteci di tale tipo questa è l’unica ad essere firmata, appunto da Giorgio Lascaris, nome che poi restò ad indicare il manufatto.
Spostiamoci ora a Torino, presso la centrale sede museale di Palazzo Madama per una straordinaria mostra di oggetti preziosi, rari, strabilianti. Il museo per festeggiare i 150 anni di vita ospita la mostra Il collezionista di Meraviglie. L’Ermitage di Basilewsky. La mostra propone un percorso attraverso l’arte europea del Medioevo e del Rinascimento, con una selezione di ottantacinque opere, provenienti dalla collezione di Alexander Basilewsky, molte delle quali mai più esposte in Occidente da quando lasciarono la Francia nel 1885, attualmente conservate all’Ermitage. Dal IV secolo a metà del Cinquecento, da Bisanzio alla Spagna, dalla Francia alla regione del Reno e della Mosa, all’Italia, la collezione Basilewsky, tra le più ricche e straordinarie formatesi nel corso dell’Ottocento, offre l’opportunità unica di attraversare secoli di storia e di arte, radunando alcuni dei capolavori più alti nel campo delle arti decorative - intaglio in avorio, smalti limosini, maiolica italiana – e offrendo un ampio ventaglio di tecniche e di stili. Per l’età Medievale, sono documentati soprattutto oggetti d’uso liturgico provenienti da chiese e monasteri: calici, reliquiari, croci, pissidi, flabelli (ventagli liturgici), piatti di legature per codici manoscritti, trittici, piccole statue; accanto a questi, anche manufatti di uso profano, come i vetri dipinti a oro di età paleocristiana, i dittici consolari, i cofanetti, e un raro corno da caccia (olifante). Le arti del Rinascimento sono rappresentate dagli smalti dipinti di Limoges, con eccellenti, luminosi esemplari delle botteghe di Pierre Raymond e dei Penicaud, e dalle maioliche italiane. Per avversi mutamenti di fortuna, nel 1885 Basilewsky mise all’asta i suoi tesori. Lo zar Alessandro III colse l’occasione per acquistare in blocco la raccolta immediatamente prima della vendita (ben 762 lotti) al prezzo esorbitante di sei milioni di franchi. La collezione fu trasferita a San Pietroburgo al Museo imperiale dell’Ermitage, dove, tranne alcuni oggetti venduti in epoca staliniana a musei stranieri (inglesi e americani soprattutto, tra cui la celeberrima Situla Basilewsky del Victoria and Albert Museum di Londra), si conserva tuttora.
Ora ci trasferiamo in Veneto e in Friuli.
La prima rassegna si trova a Pieve di Cadore (Bl), paese nata le di Tiziano Vecellio e infatti la mostra è dedicata proprio a lui. La mostra propone di presentare e valutare un importantissimo dipinto della prima giovinezza di Tiziano: “Il vescovo Jacopo Pesaro e Papa Alessandro VI davanti a San Pietro” conservato dal 1823 - anno in cui fu donato al museo dal Re d’Olanda - nel Museum voor Schone Kunsten (Museo di Belle Arti) di Anversa. L’attribuzione del dipinto a Tiziano è incontestata e incontestabile (l’opera è peraltro firmata TITIANO P), infatti, dalla critica, l’opera viene generalmente considerata una testimonianza cruciale della primissima attività artistica del pittore. Oltre questa constatazione fondamentale, condivisa da tutta la comunità scientifica, vivo e attualissimo resta invece tra gli studiosi il dibattito sull’esatta collocazione cronologica, sul significato e le ragioni storico-politiche e religiose del dipinto.E ancora sul senso dei vari particolari (per esempio il bassorilievo sul trono di San Pietro) e sul motivo delle apparenti diversità stilistiche all’interno dell’opera riscontrabili nei dettagli delle vesti e nel modellato pittorico di alcuni dei protagonisti ritratti. Accanto al dipinto sono affiancate alcune opere pittoriche e disegni autografi della prima gioventù tizianesca per evidenziare la sua collocazione cronologica. Inoltre sono esposti alcuni oggetti accuratamente e puntualmente selezionati (cammei, medaglie, bassorilievi, pagine miniate, ecc.), cui si affiancano alcune tele e opere grafiche fondamentali , per visualizzare vis à vis il variegato contesto storico-culturale nel quale si colloca il dipinto del giovane cadorino.
Spostiamo a Gorizia per una mostra curiosa, ma estremamente attuale: Réclame. Manifesti e bozzetti del primo ’900 dal Fondo Passero-Chiesa. Manifesti pubblicitari dai colori vivaci, splendidi bozzetti, tabelle pubblicitarie di latta e pietre litografiche, volumi e tavole illustranti vedute di varie città italiane danno vita ad un percorso espositivo che ricostruisce la ricca attività cartellonistica dello Stabilimento litografico Passero- Chiesa di Udine. Una panoramica completa sulla produzione di fine Ottocento e inizio Novecento di quella che fu una delle principali imprese tipolitografiche del nord Italia. Realizzata dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Gorizia la mostra ha il pregio di suggerire, tramite i materiali esposti, gli ambienti e le atmosfere del territorio friulano e giuliano, i costumi, le tendenze nazionali e internazionali dell’epoca. La rassegna si snoda in un percorso che ricostruisce le vicende della tipografia fondata nel 1871 da Enrico Passero, transitata a Giuseppe Chiesa nel 1908, successivamente al figlio Carlo e infine a Giuseppina Chiesa. E’ la stessa storia aziendale a costituire il filo conduttore per interpretare le scelte pubblicitarie dell’impresa rispetto alle richieste della committenza e l’evoluzione dell’attività dello stabilimento, che dalla pubblicazione di volumi e tavole illustranti vedute di Udine e di varie città italiane, nell’ultimo decennio dell’Ottocento allarga la sfera d’azione passando alla stampa di locandine pubblicitarie, affiche commerciali per marchi internazionali quali Sidol, Lodis, Singer fino alla produzione di grandi manifesti illustrati su committenza di Istituzioni e Associazioni.
Spostiamo ora a Perugia per una mostra che vuole fare luce su un protagonista dell’arte del XVI secolo dal titolo Raffaello e Perugino. Modelli nobili per Sassoferrato a Perugia. La mostra, progettata in collaborazione con la Galleria degli Uffizi a Firenze espone opere di Raffaello, Perugino e Sassoferrato, il pittore che nel corso del Seicento si ispirò alle opere e allo stile dei due grandi predecessori rinascimentali. Per Raffaello si tratta di un ritorno a Perugia; ritorno che avverrà attraverso il suo celeberrimo Autoritratto (dipinto tra il 1504 e il 1506), capolavoro ammirato in tutto il mondo, che sarà collocato nella Sala dell'Udienza del Nobile Collegio, la stessa sala che con il suo maestro Perugino lo vide all’opera, probabilmente come semplice collaboratore, agli esordi della sua sfolgorante carriera. Insieme al suo Autoritratto giungeranno dagli Uffizi quello del suo maestro, il Perugino appunto, e quello non meno straordinario di un artista posteriore che ai due ispirò il proprio lavoro, ovvero Giovan Battista Salvi detto il Sassoferrato. Tre capolavori posti vis a vis, a colloquiare tra loro e con un quarto autoritratto, anch’esso del Perugino, ma stavolta dipinto a fresco sulle pareti del Nobile Collegio, quasi come a firmare con nome e volto un’opera che il maestro riteneva tra le sue migliori. Il confronto proposto dalla mostra tra il volto del maturo mastro umbro e l’Autoritratto del giovane Raffaello consente di allargare la riflessione sul tema della bottega del Perugino nella quale transitò, appena sedicenne, anche Raffaello.Nella contigua Cappella di San Giovanni, sempre parte del Nobile Collegio, sono inoltre riunite sette opere del pittore marchigiano, ispirate ai prototipi dei due maestri rinascimentali. Conservate nella basilica di San Pietro a Perugia le sette opere del Sassoferrato danno la misura dell’impegno messo dall’artista nel riproporre i celebri modelli della tradizione figurativa a cavallo tra Quattrocento e Cinquecento.
Eccoci a Firenze per due mostre: la prima al Museo Archeologico per una esposizione dal titolo, I medaglioni romani del Monetiere del Museo Archeologico Nazionale di Firenze. Il Monetiere del Museo Archeologico Nazionale di Firenze custodisce una tra le più belle e importanti collezioni italiane di medaglioni di età romana imperiale. Iniziato da Lorenzo il Magnifico, l’attuale Monetiere è l’erede diretto del Medagliere Granducale che nel 1897 fu distaccato dalle collezioni delle Gallerie degli Uffizi e trasferito nell’allora Regio Museo Archeologico inaugurato pochi anni prima. I medaglioni antichi, di maggior modulo rispetto alle serie ordinarie, rari nel mondo greco e del tutto sconosciuti in epoca romana repubblicana, sono ancora poco diffusi negli anni di regno degli imperatori del I secolo d.C. Una maggiore produzione si data, invece, a partire dal II secolo d.C., soprattutto negli anni dell’impero di Traiano, di Marco Aurelio e di Commodo, mentre decisamente più ricca è la serie con i ritratti di imperatori a partire dall’età di Costantino I e dei suoi successori. I medaglioni romani in oro o argento erano multipli di valuta nominale corrente ed avevano un alto valore intrinseco, per cui erano più spendibili e quindi più ricercati per ogni forma di tesaurizzazione, rispetto agli esemplari realizzati in bronzo. I primi potevano essere utilizzati come donativi per ufficiali di alto rango, per i dignitari di corte o per i capi di popoli stranieri amici o alleati, anche in relazione ad occasioni importanti o eventi significativi. Quelli di bronzo, invece, che non risultano essere multipli di moneta corrente, erano probabilmente prodotti in occasione di trionfi, celebrazioni di vota pubblici, atti di liberalità o donativi ai soldati, con un valore più simbolico che reale. In più di un caso, infatti, i medaglioni di bronzo sono forati, così da essere appesi a mo’ di ciondolo o cuciti ad ornamento delle vesti.
La seconda mostra ha come titolo: Nello splendore mediceo. Papa Leone X a Firenze. L’importante mostra consta di ben 6 sezioni con innumerevoli capolavori. Le prime sezioni dell’esposizione illustrano la formazione del futuro papa, che fin dalla nascita a contatto col colto entourage umanistico sostenuto dal padre, venne educato dai più importanti letterati e fu in rapporto con i maggiori artisti del tempo. Una sezione introduttiva è dedicata alla stirpe dei Medici. Nella prima e seconda sezione, ci si sofferma sulla nascita ed educazione di Giovanni, e le numerose opere esposte hanno soprattutto lo scopo di ricreare il clima culturale in cui si formò il futuro pontefice. Eletto cardinale a quasi quattordici anni, Giovanni, di cui si espone il Busto assegnato ad Antonio di Orsino Benintendi del Victora and Albert Museum di Londra, visse, fino alla cacciata dei Medici da Firenze, anche nel palazzo di famiglia in via Larga dove una “camera” a lui assegnata è evocata in mostra attraverso opere quali una Madonna col Bambino di Andrea della Robbia e l'Ercole e Anteo di Antonio del Pollaiolo. Le passioni del giovane prelato, la caccia e la musica sono testimoniate, fra le altre opere, da uno Schioppetto del XV secolo dalla Villa medicea di Cerreto Guidi e da due Olifanti del Museo degli Argenti di Firenze. Alla cacciata dei Medici da Firenze nel 1494 Giovanni seguì le drammatiche sorti della sua famiglia e le sue vicende di quegli anni sono illustrate attraverso le incisioni di Pietro Santi Bartoli con i Fatti della vita di Leone X, tratte dai disegni di Raffaello per i cartoni degli arazzi commissionati dal papa tra il 1515 ed il 1516.
I contemporanei avvenimenti fiorentini, sia politici che artistici, sono sintetizzati dalla tavola con il Supplizio del Savonarola (1498) e dal Cristo in pietà del Perugino – pittore ideologicamente prossimo al Savonarola - della Collezione dell'Ente Cassa di Risparmio di Firenze, come pure dal Busto, già ritenuto ritratto del gonfaloniere Pier Soderini, che guidò la città dal 1501 al 1512, e da una derivazione su tela della Battaglia di Anghiari (Museo Horne) che egli commissionò a Leonardo da Vinci. La terza sezione della mostra si conclude con il ritorno dei Medici a Firenze nel 1513 e con le testimonianze pittoriche di quel momento e del tempo subito successivo, che coincise con l'elezione al soglio pontificio di Giovanni, col nome di Leone X. La quarta sezione è dedicata al pontificato di Leone X e ai suoi riflessi artistici nell’Urbe. Il ritorno di Leone X nella sua città natale, il 30 novembre del 1515, offrì agli artisti fiorentini l’ occasione per celebrare il pontefice, ritratto nel Busto marmoreo della collezione Pandolfini, che apre il percorso espositivo. Leone X entrò in città attraverso un itinerario, illustrato in mostra attraverso una ricostruzione grafica, reso suggestivo da numerosi apparati effimeri (oggi perduti, ma riproposti in un video) posti in luoghi simbolo del percorso viario. Questi allestimenti furono realizzati dai più celebrati artisti del tempo, tra i quali Ridolfo del Ghirlandaio, Francesco Granacci, Rosso Fiorentino (Angelo musicante degli Uffizi) e il Sogliani, presente con una targa effettivamente eseguita per quell’occasione.
Il seguito che accompagnò il papa nel viaggio da Roma a Firenze, cardinali e personalità illustri, è testimoniato attraverso ritratti fra i quali l'inedito Ritratto del cardinale Bernardo Dovizi da Bibbiena. Alle opere pittoriche e scultoree si affiancano, in mostra, numerose e straordinarie oreficerie e parati, fra i quali è presente il Coprileggioparte del Parato Passerini del Museo Diocesano di Cortona che, raffinatissimi, furono realizzati a Firenze e a Roma per celebrare il pontificato leonino. Molti manoscritti miniati evocano la Biblioteca Medicea in cui furono accolti i volumi collezionati da Cosimo il Vecchio e Lorenzo il Magnifico, recuperati dal papa fiorentino e successivamente collocati nell’apposita biblioteca realizzata da Michelangelo.La sesta sezione della mostra ripercorre con disegni e manoscritti le vicende della Sacrestia Nuova di San Lorenzo mentre nella settima si ricostruisce, per via grafica, la storia della facciata, mai realizzata, della chiesa di San Lorenzo.
Arriviamo ora a Roma dove vogliamo soffermarci su due mostre : una dedicata a Carlo Levi, la seconda dedicata al fotografo Luigi Ghirri.
Al Museo Ebraico per la prima volta sono esposte al pubblico le tre tele acquistate da Gianni Agnelli in memoria dello scrittore torinese e che dal 2002 sono custodite presso la Pinacoteca Agnelli di Torino.
Il pittore Larry Rivers, grande protagonista della pop art americana, fu introdotto all’opera di Primo Levi dalla lettura de I sommersi e i salvati. Rivers, che già negli anni precedenti aveva approfondito le tematiche della Shoah, si fece dare alcune foto di Primo Levi e iniziò a lavorarci, producendo dodici quadri incentrati tutti sulla figura di Primo Levi. Nel 1988, all'inaugurazione della mostra di Rivers negli Stati Uniti, Gianni Agnelli comprò tre tele di grandi dimensioni: Witness, Survivor e Periodic Table. I tre dipinti vennero portati in Italia ed esposti, per decisione dell’Avvocato, nella sede de "La Stampa", giornale per il quale Primo Levi aveva scritto a partire dal 1959, e in forma più continua dal 1968, saggi racconti ed elzeviri della Terza Pagina. I quadri di Rivers furono collocati in una grande sala che si trovava al piano terreno della sede de "La Stampa" in Via Marenco 32, che da allora in poi venne comunemente chiamata "Sala Primo Levi": non era aperta al pubblico, ma era usata per le riunioni più importanti e per accogliere i visitatori illustri. In mostra, insieme ai quadri, sono esposte alcune fotografie di Primo Levi e due documenti prestati del Centro internazionale di studi Primo Levi: il manoscritto della poesia La bambina di Pompei (20 novembre 1978) e il volantino pubblicitario stampato in occasione della prima edizione di Se questo è un uomo (De Silva, Torino 1947).
Grande mostra monografica dedicata a Luigi Ghirri (1943-1992) al Maxxi. La mostra è organizzata in tre sezioni tematiche – Icone, Paesaggi, Architetture – e invita a ripercorrere la fasi della ricerca artistica di Ghirri: le icone di quotidiano, i paesaggi come luoghi di attenzione e di affezione e le architetture, da quelle anonime a quelle d’autore, attraverso oltre 300 scatti, con particolare attenzione ai vintage prints stampati direttamente dall’autore .Alle fotografie verranno presentati anche i menabò dei cataloghi, i libri pubblicati, le riviste, le recensioni che testimoniano la sua attività di editore, critico e curatore; una selezione di fotografie e libri d’artista che documentano l’incontro e la collaborazione con gli artisti concettuali modenesi nei primi anni ‘70; le cartoline illustrate e le fotografie anonime che Ghirri collezionava; una selezione di libri tratti dalla biblioteca personale di Ghirri che raccontano dei suoi interessi e dei riferimenti culturali e artistici; le copertine dei dischi che testimoniano l’interesse di Ghirri per la musica e il rapporto con musicisti come i CCCP e Lucio Dalla.
Le nostre proposte ci portano ora a Gaeta (Lt) per una mostra monografica dedicata a Pulzone (1550-1598), importante pittore del XVI secolo. Nella mostra, organizzata dalla Soprintendenza per i Beni Storici ed Etnografici del Lazio, saranno esposti circa 40 dipinti provenienti da importanti collezioni private e musei italiani e esteri. La Soprintendenza si è avvalsa della collaborazione scientifica dell’ENEA per le indagini diagnostiche su alcuni dipinti esposti. Per la prima volta a Gaeta, grazie a rilevanti prestiti dei più prestigiosi musei italiani e del mondo, di chiese e collezioni private, in particolare dei Principi Colonna, si realizza un’esposizione che raccoglie le mirabili produzioni del pittore cinquecentesco.
Da ultimo a Capaccio (Sa) presso una serie di parchi e musei archeologici una mostra davvero fuori dall’ordinario, Rosantico. Natura, bellezza, gusto, profumi tra Paestum Padula e Velia. Al Museo Archeologico Nazionale di Paestum, contestualmente al ripristino del roseto nell’area dei templi, in mostra i temi della Natura e della Bellezza: a partire dal mito di Venere (incardinato, nell’allestimento ‘plurisensoriale’, su opere cruciali del valore delle sculture di Afrodite da Sinuessa e da Teano e del vaso del Pittore di Afrodite), la trama fitta di relazioni, tra gli ambienti mediterranei magici che conquistarono i coloni della Magna Grecia, la cura del corpo, alla luce degli ideali classici che ancora improntano l’estetica d’Occidente, e i rituali della vita quotidiana, aromi e profumi, salute, alimentazione. Facendo leva, come filo conduttore e tracciati di orientamento, sulle declinazioni della rosa nei rispettivi ambiti di applicazione: cosmesi naturale, ciprie, profumi, con riferimento alle tecniche raffinate di preparazione di epoca romana, suppellettili e complementi di abbigliamento e d’arredo, vasi, specchi, ‘cassette’ antesignane dei beautycase dell’era dei consumi superflui, gioielli; per evocare, infine, attraverso i laboratori di degustazione mirati che accompagneranno l’esposizione nel parco di Velia, gli ulivi millenari che costituivano la materia prima distillata delle preparazioni cosmetiche, e i sapori della tavola popolare e aristocratica, cibi, liquori, conserve, mieli che la rosa ha ‘condito’ per secoli.
Il Segno della Croce
10 marzo 2012 – 31 ottobre 2013
Gazzada Schianno (Va) – Museo di Villa Cagnola
Orari: mercoledì e venerdì 11.00-16.00, ultima domenica del mese 16.00
E’ obbligatoria la prenotazione perché vi si può accedere solo con visita guidata
Informazioni: www.villacagnola.it
Il collezionista di Meraviglie. L’Ermitage di Basilewsky
7 giugno 2013 – 13 ottobre 2013
Torino – Palazzo Madama
Orari: martedì – sabato 10.00-18.00; domenica 10.00-19.00, lunedì chiuso
Biglietti: 10€ intero, 8€ ridotto
Informazioni: www.palazzomadamatorino.it
Tiziano Venezia e il papa Borgia
29 giugno 2013 – 6 ottobre 2012
Pieve di Cadore (Bl)- Palazzo CosMo
Orari: tutti i giorni 10.00-19.00
Biglietti: 8€ intero, 6€ ridotto
Informazioni www.tizianovecellio.it
Réclame. Manifesti e bozzetti del primo ‘900 dal Fondo Passero-Chiesa
29 marzo 2013 – 20 ottobre 2013
Gorizia – Fondazione Carigo (Via Giosuè Carducci, 2)
Orari: martedì – venerdì 16.00-19.00, sabato e domenica 10.00-19.00
Ingresso gratuito
Informazioni: www.mostre-fondazionecarigo.it
Raffaello e Perugino. Modelli nobili per Sassoferrato a Perugia
22 giugno 2013 – 20 ottobre 2013
Perugia - Nobile Collegio del Cambio
Orari: tutti i giorni 10.00 – 19.00
Informazioni: per biglietti consultare www.perugiacittamuseo.it
I medaglioni romani del Monetiere del Museo Archeologico Nazionale di Firenze
15 febbraio 2013 – 30 settembre 2013
Firenze – Museo Archeologico
Orari: tutti i giorni 8.30-14.00; martedì, mercoledì, giovedì e venerdì fino alle 19.00
Biglietti: 4€ intero, 2€ ridotto
Informazioni: www.archeotoscana.beniculturali.it
Nello splendore mediceo. Papa Leone X a Firenze
26 marzo 2013 – 6 ottobre 2013
Firenze – Museo delle Cappelle Medicee e Casa Buonarroti
Orari: lunedì – domenica 8.15 – 16.50
Biglietti: 9€ intero, 4,50€ ridotto
Informazioni: www.unannoadarte.it
Survivor. Primo Levi nei ritratti di Larry Rivers
9 maggio 2013 - 15 ottobre 2013
Roma – Museo Ebraico
Orari: domenica-giovedì 10.00 -18.15, venerdì 10.00-15.15
Biglietti: 11€ intero, 8€ ridotto
Informazioni: www.museoebraico.roma.it
Luigi Ghirri (1943-1992)
24 aprile 2013 – 27 ottobre 2013
Roma – Maxxi (Museo Nazionale delle arti del XXI secolo)
Orari: martedì, mercoledì, giovedì, venerdì e domenica 11.00-19.00; sabato 11.00-22.00, chiuso lunedì
Biglietti: 11€ intero, 8€ ridotto
Informazioni: www.fondazionemaxxi.it
Scipione Pulzone da Gaeta, Arte e Fede nel Mediterraneo del Cinquecento
27 giugno 2013 – 28 ottobre 2013
Gaeta (Lt)- Museo Diocesano (piazza Cardinal de Vio)
Orari: martedì – venerdì 17.00-23.00; sabato e domenica 10.00-13.00/17.00-23.00
Biglietti: 7€ intero, 5€ ridotto
Rosantico. Natura, bellezza, gusto, profumi tra Paestum Padula e Velia
23 marzo 2013 – 31 ottobre 2013
Capaccio (Sa)- Museo Archeologico Nazionale di Paestum, Certosa di San Lorenzo, Parco Archeologico di Velia
Biglietti: 10€ intero, 5€ ridotto
Orari e informazioni: 081 23 95 653/66