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Le mostre di novembre 2013

Autore:
Roda, Anna
Fonte:
CulturaCattolica.it

Molte le proposte di questo mese, che spaziano dall’arte antica alla contemporanea in diverse parti d’Italia.

Iniziamo la nostra carrellata da una mostra organizzata dal Museo Diocesano di Padova in occasione dell’Anno della Fede, sul tema della croce. Titolo della mostra è L’uomo della croce. L’immagine scolpita prima e dopo Donatello. Vengono esposti, tra gli altri, i crocifissi della parrocchiale di Chiesanuova, della chiesa di Polverara e della chiesa di San Gaetano a Padova e altri significativi crocefissi padovani. Sarà quindi possibile, grazie ad una riproduzione a grandezza naturale ammirare il crocifisso ligneo della chiesa di Santa Maria dei Servi, recentemente attribuito a Donatello. Il dramma di Gesù crocifisso ha interrogato l’uomo di ogni tempo, toccando il cuore del vissuto delle persone. Da duemila anni è uno “scandalo” sia per chi crede, sia per chi si ferma al solo dato storico della crocifissione, continuando a porre interrogativi sull’uomo e sul senso della sua esistenza. Ha alimentato il pensiero teologico e filosofico, l’immaginazione e la spiritualità, e ha ispirato scrittori e artisti che hanno dato vita a immagini di grande intensità. È un viaggio nel tempo alla scoperta delle raffigurazioni del crocifisso e del loro significato: dal Cristo morto in croce del tardo Medioevo, con gli occhi chiusi e la testa reclinata, dove si insiste sulla passione e sulle sofferenze patite per la salvezza dell’uomo; alla svolta dell’umanesimo cristiano nel Rinascimento, che riscopre l’umanità di Cristo nobilitandola attraverso il linguaggio sereno e composto della classicità; per arrivare al “superamento” della morte attraverso il vitalismo del Cristo vivo, che già suggerisce l’idea della resurrezione, nell’età della Controriforma e Barocca.
Rimaniamo sul tema della croce, ma spostiamoci a Milano con le opere di un’artista contemporanea, Raffaella Surian. La mostra presenta le 14 stazioni, appositamente realizzate dall’artista padovana per questo appuntamento e accompagnate da testi, liberamente tratti dalla Via Crucis al Colosseo, presieduta da Giovanni Paolo II, il venerdì santo del 1991.La tecnica realizzativa segue un iter molto preciso che riprende l’idea dell’artigianalità dell’arte, con l’autore non solo impegnato nel disegno a carboncino del soggetto, ma anche nella sua colorazione usando pigmenti creati per l’occasione, su un supporto di carta trattata con colle e resine. In questo nuovo ciclo di opere, il tema del sacro, da sempre presente nei suoi lavori, risulta declinato in modo molto più radicale, coinvolgendo anche l’ambito linguistico. Raffaella Surian, infatti, abbandona l’astrazione che aveva caratterizzato la sua precedente cifra espressiva, collocandosi nell’alveo della pittura figurativa. Proprio il ricorso all’immagine rende la narrazione più calda e appassionata. L’artista, in questo modo, si cala nel dolore della Via Crucis e se ne appropria, interpretandolo di volto in volto, toccandolo con le mani mentre accartoccia la carta perché prenda forma e diventi scultura.

Spostiamoci ora a Firenze per una rassegna dedicata all’arte fiorentina nel suo periodo d’oro. L’esposizione prenderà in considerazione temi artistici profondamente appartenenti alla storia, alla fede, alla mercatura, alla creatività e in una parola a innumerevoli aspetti della società fiorentina tra Quattro e Cinquecento. Tra questi l’araldica cittadina, la religione civica, gli emblematici luoghi legati al potere cittadino come il Palazzo dei Priori, il Palazzo del Podestà, Orsanmichele, e le parti politiche dominanti quali gli Angiò, le Arti, Guelfi e Ghibellini, illustrando quali fossero i temi figurativi prescelti ed offrendo dunque una nuova chiave di lettura di numerose opere d’arte. Chiave che sottolinea come anche a quell’epoca si desse importanza alle immagini come mezzo per la comunicazione e la propaganda, attenzione riposta in particolare dai gruppi che detenevano il potere a Firenze in età comunale e repubblicana, prima che l’ascesa dei Medici modificasse profondamente l’assetto politico ed estetico della città. Le opere che compongono la mostra rivelano dunque un linguaggio figurativo complesso, ricco di riferimenti allegorici, dove il sacro e il profano si compenetrano, così che nel Palazzo dei Priori, oggi noto come Palazzo Vecchio, si potevano incontrare le raffigurazioni di san Cristoforo e della Ruota di fortuna, dell’eroe mitologico Ercole, presente nel sigillo ufficiale della città (Vangelo dei Priori Firenze, Archivio di Stato; Andrea Pisano, Ercole e il gigante Caco, Firenze, Museo dell’Opera del Duomo) e di quello ebraico David, il cui esemplare scolpito da Michelangelo e divenuto emblema della Firenze repubblicana, conclude idealmente il percorso espositivo. Sono soprattutto immagini religiose quelle salvatesi dall’ingiuria del tempo, come testimoniano le molteplici raffigurazioni della Madonna in maestà, dei santi patroni, di episodi evangelici esemplari come l’Incredulità di San Tommaso, immagine collegata all’amministrazione della giustizia e all’accertamento della verità (Giovanni Toscani, Galleria dell’Accademia; Affresco staccato nel Palazzo dei Vicari, Scarperia). Alcuni rari disegni rinascimentali (Andrea del Sarto, Studi per figure maschili appese per un piede, Gabinetto Disegno e Stampe degli Uffizi) illustrano invece il genere delle pitture infamanti, pitture murali situate in luoghi pubblici che raffiguravano, non di rado con dettagli raccapriccianti, fatti e personaggi invisi alla città di Firenze. Immagini ben augurali trovavano invece posto nel mercato, luogo per il quale lo scultore Donatello eseguì la statua della Dovizia(Abbondanza), oggi perduta, ma documentata in mostra da derivazioni realizzate nei secoli seguenti (Digione, Musée des Beaux-Arts; Minneapolis, The Minneapolis Institute of Arts). Anche la decorazione delle porte cittadine e le immagini araldiche che arricchivano le mura costituivano un’altra occasione per celebrare la città e i suoi alleati. Particolare rilievo nell’esposizione sarà dato al tema delle Arti vero motore economico della Firenze comunale di cui gestivano di fatto il potere politico; l’iscrizione ad una delle corporazioni era condizione imprescindibile per poter partecipare alla vita politica della città e i Priori delle Arti governavano a Palazzo Vecchio. La mostra riunisce, dopo due secoli, le tavole dei santi patroni che originariamente trovavano posto sui pilastri della chiesa di Orsanmichele, nata dalla progressiva trasformazione in luogo di culto dell’antico mercato del grano e affidata alle Arti che la trasformarono in uno scrigno di opere d’arte. L’esposizione sarà anche un’occasione per valorizzare il territorio cittadino richiamando l’attenzione sui luoghi per i quali vennero realizzate le opere esposte e favorendo la conoscenza e, quando possibile, la fruizione di tali luoghi, in larga parte sconosciuti ai turisti e ai fiorentini stessi.

Spostiamoci a Venezia, nel nostro su e giù per l’ Italia, per una importante ed interessante mostra dedicata a Leonardo da Vinci. Nella mostra sono esposti 52 disegni di Leonardo, dieci anche recto e verso, per evidenziare il vero modo del momento creativo nel suo essere. Il nucleo veneziano, magistrale per qualità, è formato da 25 disegni che non sono più stati esposti tutti insieme dal lontano 1980, formano un excursus delle tappe della carriera dell’artista fino all’ultimo periodo francese. Tra tutti eccelle il celeberrimo Uomo Vitruviano. Il percorso indicato dai fogli veneziani è arricchito e completato da altri prestigiosi disegni di tematica affine e di qualità eccelsa, prestati da importanti musei italiani e stranieri, quali Biblioteca Reale di Torino e il Gabinetto Disegni e Stampe degli Uffizi di Firenze, le collezioni Reali di Windsor Castle, il British Museum di Londra, il Musée du Louvre, l’Ashmolean Museum di Oxford. Con gli occhi sui disegni esposti, immaginare di osservare Leonardo alle sue spalle con carta e penna mentre schizza, cancella, scrive, passando continuamente da un’idea all’altra, fa entrare appieno nel tumulto della sua magia creativa. Come se il visitatore sfogliasse il diario personale dell’artista, che fa trapelare il pensiero recondito dell’artista nell’immediatezza del suo tramutarsi in forma percepibile, per sé, e per gli altri.

Dopo una full immersion nell’arte classica italiana spostiamoci a Pavia per una mostra dedicata a Monet, uno dei più significativi artisti dell’Impressionismo. Il pubblico avrà la possibilità di ammirare importanti lavori di Claude Monet e di ripercorrere le tappe principali della sua produzione artistica dalla formazione fino alla grande maturità. Un percorso espositivo innovativo ed emotivo offrirà inoltre al visitatore un’inedita modalità di avvicinamento anche alla sfera personale della vita del Maestro, consentendo al pubblico di scoprire l’”uomo” oltre che il grande artista. La mostra è un viaggio nel cuore della vita di Monet, raccontato attraverso le voci di sei personaggi chiave del suo percorso umano e artistico. Gli incontri, i successi, così come i momenti difficili sono stati ricostruiti sulla base di preziose lettere - provenienti dal Musée des Lettres e de Manuscrits di Parigi ed esposte in mostra - in cui il pittore racconta particolari momenti e stati d’animo della sua vita. Lungo il percorso una serie di suggestive videoinstallazioni predisporranno emotivamente il pubblico a rivivere i momenti fondamentali della vita di Monet e a comprenderne il rapporto con le opere presentate in mostra. Le parole e il racconto sono stati pensati in armonia con i video, i suoni e le opere d’arte in modo da creare le condizioni più adatte a sollecitare le emozioni più profonde del visitatore verso una totale fruizione dell’opera di Monet.

Trasferiamoci ora a Cherasco (Cn) per una mostra dedicata a Sironi. La mostra, che comprende circa sessanta opere tra dipinti, studi monumentali per affreschi e disegni, documenta tutta la pittura di Mario Sironi, dagli esordi agli ultimi anni. Tema della rassegna è la grandiosità dello stile dell’artista, che si evidenzia non solo nelle opere monumentali, ma anche nei fogli più piccoli. Quello di Sironi è un “far grande” mentale, che non dipende dalle misure dell’opera, ma dall’energia e dalla forza del suo linguaggio. La rassegna oscilla dunque fra la misura grande (di cui comprende un nucleo importante di opere, proveniente in gran parte dalla collezione museale dello CSAC, Centro Studi e Archivio Comunicazioni di Parma, come lo splendido cartone per L’Italia fra le Scienze e le Arti del 1935; i cartoni per l’affresco Rex Imperator del 1937 con lo spettacolare Figura con elmo, alto più di tre metri; I due soldati del 1936; la grande Composizione con fregi decorativi sempre del 1936 e altre ancora) e la misura piccola. Entrambe, la dimensione grande e la dimensione piccola, sono segnate da una identica potenza espressiva. La mostra comunque documenta ogni fase della ricerca di Sironi: il momento giovanile, con una inedita Natura morta con brocca del 1903, disegnata dall’artista quando aveva solo diciotto anni; la stagione divisionista (Madre che cuce, 1905); la stagione futurista e metafisica degli anni Dieci; la stagione novecentista e classica degli anni Venti, che comprende tra l’altro L’Architetto, 1922 (uno dei massimi capolavori dell’artista, esposto alla Biennale di Venezia del 1924), alcune Periferie; il momento espressionista, con lo straordinario San Martino, 1930, presentato alla Quadriennale di Roma del 1931; e con un Paesaggio dello stesso 1930 (non più esposto dopo la mostra di Stoccolma e Oslo del 1931); la pittura murale degli anni Trenta; la stagione neometafisica; le periferie degli anni Quaranta e del dopoguerra. A quest’ultimo periodo appartengono Lo scalo, 1952 (un paesaggio urbano non più esposto da mezzo secolo) e i due paesaggi urbani del 1945 e 1946 della collezione della Banca Popolare di Milano.

Concludiamo ritornando a Milano con una mostra un po’ particolare organizzata dalla Fondazione Dalmine, impegnata dal 1999 nella valorizzazione dell’archivio storico di TenarisDalmine e nella promozione della memoria e della cultura industriale, ha coinvolto due curatori di arte contemporanea in un percorso di interpretazione del proprio ricco patrimonio fotografico, che include migliaia di immagini relative a macchinari, processi, persone prodotti, attività, spazi industriali, dal 1906 ai giorni nostri. Per l’occasione sono state selezionato 140 immagini fra le numerose realizzate tra gli anni Venti e gli anni Ottanta dallo storico studio bergamasco dei fotografi Da Re. Gli scatti mostrano uno spaccato singolare della ricchezza e della forza delle immagini d’industria, grazie alla capacità di Sandro e del padre Umberto Da Re di seguire le esigenze della committenza senza rinunciare allo stile e alla qualità formale. D17 è la sigla con cui lo studio ha identificato, per oltre mezzo secolo, le fotografie realizzate per conto dell’azienda, oggi TenarisDalmine. Le immagini presentate in mostra sono proposte al pubblico in un gioco di rimandi e letture inedite, che vanno al di là del contenuto storico e informativo. Lo sguardo dell’arte contemporanea da un lato, e una sede espositiva quanto mai appropriata come quella del Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia, conferiscono alle immagini una nuova vita. In occasione della mostra D17 il Museo apre i suoi spazi per raccontare il patrimonio materiale e immateriale di una grande industria. L’esposizione segna una nuova tappa nella collaborazione tra il Museo e TenarisDalmine, collaborazione nata negli anni Cinquanta quando il fondatore del Museo Guido Ucelli coinvolse le più grandi aziende italiane nello sviluppo delle collezioni. Uno tra gli oggetti più significativi ancora oggi esposti è il laminatoio Mannesmann, donato da Dalmine nel 1958. La relazione fra le due realtà ha permesso anche negli anni recenti la realizzazione di diverse attività e l’acquisizione di nuovi oggetti tecnologici, come il modello di colonna di rivestimento per pozzo petrolifero nel 2010. Con la mostra D17, presentata lo scorso anno a Bergamo, la Fondazione Dalmine prosegue un filone di attività e studio, con particolare attenzione alla fotografia e al rapporto di committenza che, nel corso degli oltre cento anni di vita, ha legato l’azienda a importanti fotografi.

L’uomo della Croce. L’immagine scolpita prima e dopo Donatello
14 settembre 2013 – 24 novembre 2013
Padova- Museo Diocesano (piazza Duomo 11/12)
Orari: lunedì- venerdì ore 9.00-13.00
Ingresso libero
Informazioni: www.museodiocesanopadova.it

Via Crucis di Raffaella Surian
11 ottobre 2013 – 10 novembre 2013
Milano – Museo Diocesano (C.so di Porta Ticinese 95)
Orari: tutti i giorni ore 10.00-18.00, chiuso lunedì
Ingresso libero
Informazioni: www.museodiocesano.it , www.raffaellasurian.it

Dal Giglio al David. Arte civica a Firenze fra Medioevo e Rinascimento
14 maggio 2013 – 8 dicembre 2013
Firenze - Galleria dell’Accademia (Via Ricasoli 58)
Orari: martedì – domenica ore 8.15 - 18.50, chiuso lunedì
Biglietti: 11€ intero, 5.50€ ridotto
Informazioni: www.unannoadarte.it

Leonardo Da Vinci. L’Uomo universale
29 agosto 2013 – 1 dicembre 2013
Venezia – Gallerie dell’Accademia (Campo della Carità, Dorsoduro 1050)
Orari: lunedì ore 8.15 - 14.00,martedì- domenica ore 8.15 - 19.15
Biglietti: 15€ intero, 12€ ridotto
Informazioni: wwww.gallerieaccademia.it

Monet au cœur de la vie
14 settembre 2013 – 15 dicembre 2013
Pavia, Scuderie del Castello Visconteo
Orari: lunedì- venerdì ore 9.00 – 19.00, sabato, domenica e festivi ore 9.00 – 20.00
Biglietti: 15€ intero, 13€ ridotto
Informazioni: www.scuderiepavia.com

Sironi, la grandiosità della forma. Quadri, opere monumentali, disegni, inediti.
12 ottobre 2013 – 12 gennaio 2013
Cherasco (Cn) – Palazzo Salmatoris (via Vittorio Emanuele 29)
Orari mercoledì- sabato ore 9.30-12,30 / 14.30-18,30, festivi ore 9.30-19.00
Biglietti: 5€ intero, 4€ ridotto
Informazioni: www.comune.cherasco.cn.it

D17. Fotografie Da Re dall’archivio della Fondazione Dalmine
13 settembre 2013 – 24 novembre 2013
Milano – Museo nazionale della scienza e della tecnologia (Via San Vittore 21)
Orari: martedì – venerdì ore 9.30 - 17.00, sabato e festivi: 9.30 - 18.30, chiuso lunedì
Biglietti: 10€ intero, 7€ ridotto
Informazioni: www.museoscienza.org

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