Mostre ottobre 2015
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Un autunno caldo, ricco di proposte che contribuiscono ad allargare orizzonti culturali e umani. La nostra numerosa serie di proposte comincia dal Piemonte.
A Racconigi (To) in occasione dell’esposizione della Sindone, ma ancora oggi aperta, è una rassegna dedicata proprio ad opere d’arte legate ad essa. La mostra, collocata nella zona espositiva del castello al piano terra, presenta oltre novanta opere di cui alcune mai esposte, aventi ad oggetto la SS. Sindone nelle sue diverse rappresentazioni ed ostensioni, secondo un affascinante excursus storico e iconografico che si sviluppa nei secoli. L’importante raccolta a tema sindonico, che si compone di oli, tempere, incisioni, acquerelli, ricami, lastre metalliche, è approdata al Real Castello di Racconigi per volontà del principe di Piemonte Umberto, appassionato collezionista di opere sindoniche. Durante l’ostensione del 1931, in occasione del matrimonio del principe di Piemonte con la principessa Maria José del Belgio, fu parzialmente esposta (cinquanta opere) nelle sale di Palazzo Madama a Torino. Il principe ereditario Umberto, poi re Umberto II, appassionato collezionista di opere sindoniche, lasciando l’Italia per il suo esilio in Portogallo, affidò la SS. Sindone al Cardinal Fossati, pur rivendicandone la proprietà a Casa Savoia. Alla sua morte, avvenuta il 18 marzo 1983, dopo 531 anni di proprietà sabauda, la reliquia, pur rimanendo conservata a Torino nella cappella del Guarini, diventò proprietà del Sommo Pontefice. Nel 1998, dopo diversi anni dedicati allo studio, ai restauri ed alla catalogazione, il Real Castello ospitò la prima mostra avente ad oggetto parte delle opere sindoniche ivi depositate.
Sempre Piemonte, ma questa volta in montagna a Domodossola (VB) per una mostra che continua la serie di iniziative dedicate all’arte nata in queste sperdute terre. La rassegna ha per titolo Carlo Fornara e il ritratto vigezzino. La mostra invita ad accogliere la sfida di indagare le modalità in cui la tradizione artistica vigezzina si è trasmessa tra la fine del ’600 e la fine dell’’800, partendo dall’assunto che il numero delle opere attualmente rintracciate è risibile in confronto all’ingente opus di quasi quattro secoli. Anche per i lavori rinvenuti firmati non si può escludere uno scambio di attribuzione fra l’uno e l’altro dei membri di una stessa dinastia, vista l’abitudine valligiana di battezzare il primogenito come il padre. Gran parte dei dipinti sparsi fuori Italia, con tutta probabilità, non era né firmata né datata e, nel caso in cui lo fosse, l’usanza in Francia, dove l’emigrazione vigezzina era più diffusa, di tradurre i nomi, non facilita le ricerche. Trattandosi di opere di pittori che si sono misurati su due livelli, la ritrattistica e l’affresco, vorrei che questa mostra fosse da stimolo a ricercare non solo le opere, ma anche le collaborazioni nei luoghi all’estero dove gli artisti vigezzini emigrati sono stati famosi. 28 artisti, di cui ben 15 vigezzini, 68 tra dipinti e disegni e 2 sculture. Il percorso ha come cuore della mostra la serie degli Autoritratti di Carlo Fornara, allievo di Segantini, di cui la Collezione Poscio conta una ventina di esemplari.
Spostiamoci ora sul lago Maggiore, in particolare sull’Isola Bella (VB) nelle tenute Borromeo per una interessante rassegna che mostra, in dipinti, le proprietà della nobile famiglia. La mostra, Le isole incantate. Vedute dei domini Borromeo da Gaspar Van Wittel a Luigi Ashton, è stata anche occasione per un importante intervento di restauro voluto dai Principi. Ne è stato oggetto il gruppo di “Delizie”, ovvero di vedute settecentesche dei Domini Borromeo di mano di Francesco Zuccarelli. Il restauro, da poco concluso, ha restituito la primitiva leggerezza alle sette tele del maestro, opere dove l’attenzione documentaria si coniuga mirabilmente con l’allegoria, secondo il gusto dell’epoca. Per la mostra il curatore ha scelto di presentare esclusivamente quelle che raffigurano i Domini Borromeo sul Lago Maggiore, in coerenza con il tema dell’esposizione.
A coniare la definizione di “Isola Incantata”, riferendosi all’Isola Bella, fu Gilbert Burnet (1643-1715), un pastore anglicano che visitò l’Italia con un occhio molto critico nei confronti della censura ecclesiastica e delle forme di governo assolutista di molti stati italiani. Burnet fu uno dei primi viaggiatori a passare dall’Isola Bella, nel 1686, inaugurando idealmente la stagione delle immancabili tappe sul Lago Maggiore dei viaggiatori europei del Grand Tour. Un giudizio per certi versi premonitore, il suo, dato che il cantiere che trasformò alcuni scogli affioranti in quella meraviglia che è l’Isola Bella, era ancora all’inizio ma: “when all is finished, this place will look like an Inchanted Island “ egli preconizzò. Da allora e sino ai tempi moderni, lo stuolo dei viaggiatori, e con essi, degli artisti che scesero ad ammirare l’Isola Bella e i Domini dei Principi Borromeo sul Lago Maggiore, è diventato ininterrotto, creando la fama di cui le Isole Borromee godono ancora nel mondo anglosassone e nordico in generale.
Arriviamo ora a Milano per presentare una decina di importanti mostre.
La prima è un omaggio all’evento Expo, presso il Museo dei Cappuccini e si intitola L’arte nutre lo spirito e il corpo. Con il progetto i visitatori saranno invitati ad una donazione facoltativa di 3,50 € che sarà devoluta alla mensa dell’Opera San Francesco come offerta per un pasto ai più poveri.
L’iniziativa a favore di Opera San Francesco per i Poveri presenta una modalità diversa di entrare nel tema di Expo 2015 e propone un approccio secondo la realtà del cibo negato a chi è più povero e vive nella difficoltà. Attraverso la visione della bellezza (le opere d’arte, la possibilità di indagarle e di conoscerle…) che nutre lo spirito, si suggerisce di farne condivisione (l’invito di far conoscere il Museo ad altri, ritornare vedere le opere che il Museo ospita) e di “restituzione” donando con l’offerta facoltativa un pasto per un ospite della mensa dei poveri, ad ogni visita effettuata al Museo. Ogni visitatore che deciderà di aderire al progetto riceverà come ricordo una cartolina con la riproduzione di una delle opere esposte. Il Museo dei Cappuccini riapre proponendo la sua collezione suddivisa nelle sezioni riguardanti san Francesco d’Assisi, la storia dei frati minori Cappuccini, i Cappuccini e i Promessi Sposi (l’angolo manzoniano), iconografia sacra da poco arricchita dalla presenza stabile ora della tela del Moncalvo (Guglielmo Caccia 1568 ca. – 1625) raffigurante Sant’Elena con la vera croce, e le opere del secolo XIX provenienti da donazioni. Un’interessante particolarità e l’attuale scelta espositiva di mostrare nelle vetrine vicino ad alcuni dipinti gli oggetti originali che nei dipinti vengono riprodotti.
Due interessanti mostra presso la Biblioteca Ambrosiana.
La prima dedicata al sistema medioevale delle acque in Lombardia. Per la prima volta al pubblico, la Biblioteca Ambrosiana apre il proprio caveau per presentare 12 pergamene risalenti al periodo tra il IX e l’XII secolo, che hanno come oggetto i paesaggi e le vie d’acqua lombarde. La mostra propone un suggestivo percorso dall’Adda al Lambro, dal Ticino al Po, in grado di raccontare la vita quotidiana del territorio lombardo nel Medioevo. Tra i capolavori esposti, un documento col monogramma originale di Federico Barbarossa, una bolla pontificia di Papa Alessandro III, oltre a importanti reperti archeologici. Il percorso espositivo, organizzato in sezioni tematiche, si configura come un lungo viaggio, partendo dalla Valtellina seguendo l’intero corso dell’Adda, per poi proseguire lungo il lago di Como; quindi, attraverso il Lambro e il Ticino giungere al Po. Il viaggio di Acque della Lombardia medievale incontrerà la pianura, dove si evidenzierà l’importanza dell’acqua come fonte irrigua, testimoniata dalle controversie sia sullo sfruttamento del fiume Lambro sia per il pozzo a Porta Ticinese a Milano; in particolare in quest’ultimo documento datato 1116 si parla di un pozzo detto “de Massalia”, posto nel suburbio di Porta Ticinese. L’itinerario si conclude sul Ticino e sul Po. Molto interessanti, a tal proposito, sono il Diploma del 4 dicembre 881, nel quale Carlo il Grosso concede al monastero di Santa Maria Teodote di Pavia diversi diritti di sfruttamento delle acque del Ticino, del Po e del suo affluente Agogna e il Diploma dell’834, emanato nella corte di Pavia, con il quale re Lotario I concede allo stesso monastero la possibilità di pescare lungo i due fiumi.
La seconda mostra propone una nuova selezione del manoscritto vinciano detto Atlantico. Da molti mesi ormai la Biblioteca Ambrosiana presso la propria sede e presso la Sacrestia del Bramante a Santa Maria delle Grazie espone volta per volta a tema i grandi fogli del codice Atlantico di Leonardo, sintesi del genio e delle indagini del maestro fiorentino.
Sempre in Santa Maria delle Grazie, a supporto dell’Ultima Cena, troviamo un’interessante mostra didattica dal titolo L’Ultima Cena. Dalla Bibbia al dipinto. La fotografia interpreta l’opera d’arte, nella quale si indagano i temi religiosi legati al fatto evangelico.
La prossima rassegna è di tutt’altra natura: si tratta di una indagine sulla figura di Segantini a partire da una sua opera Petalo di rosa. La mostra permette di seguire passo a passo il complesso lavoro di indagini diagnostiche condotte sulla tela da Thierry Radelet, autore in passato di quelle sul Quarto Stato di Pellizza da Volpedo, e i dati rinvenuti durante il restauro eseguito da Enrica Boschetti. Tramite analisi non invasive di radiografia, riflettografia e infrarosso, che oggi consentono di riscrivere la storia di un dipinto, è stato possibile confermare inappellabilmente l’esistenza del quadro Tisi galoppante sotto l’attuale opera rivelando l’uso di varie tipologie di oro e d’argento come elementi di trasmissione della luce a sostegno della tecnica divisa. Più significativo ancora, il lavoro svolto metterà a fuoco lo specifico modo segantiniano di ripensare il proprio operato attraverso stesure stratificate: invece di distruggere un’opera che non lo soddisfaceva più, Segantini preferisce ridipingerla cambiandone il significato. Questa sua prassi non ha riscontro in altri artisti del periodo. Ad accompagnare l’importante apparato scientifico dedicato al quadro, verranno presentati al pubblico alcuni interessanti documenti, lettere tra Segantini e Vittore Grubicy e dati d’archivio che aiuteranno a contestualizzare il periodo storico in cui quest’opera è stata creata.
Ci spostiamo ora al Castello Sforzesco per un’altra mostra documentaria dal titolo Il collezionismo di Dante in casa Trivulzio. La mostra racconta la passione collezionistica e filologica tributata in casa Trivulzio, nella Milano dell’Ottocento, a uno degli autori più importanti della letteratura di tutti i tempi: Dante Alighieri. In occasione di EXPO 2015, il percorso espositivo regala al visitatore la straordinaria opportunità di apprezzare alcune delle opere più celebri del sommo poeta attraverso antichi esemplari manoscritti e a stampa appartenenti al ricco patrimonio dantesco raccolto da Gian Giacomo Trivulzio e dai suoi eredi nel corso del XIX secolo, attualmente presso l’Archivio Storico Civico e Biblioteca Trivulziana al Castello Sforzesco di Milano.
Dalla passione per Dante all’architettura contemporanea con questa piccola ma bellissima mostra su Piero Portaluppi (1888-1967), importante architetto milanese che ha profondamente inciso sulla dimensione urbana della città. La mostra espone disegni, progetti e fotografie delle opere più spettacolari e caratteristiche dell’architetto, che hanno lasciato una profonda impronta su Milano dagli anni ‘20 alla fine degli anni ‘60, con un focus sull’Expo di Barcellona 1929, per il quale realizzò il Padiglione Italiano. La mostra rappresenta una sorta di continuazione del percorso museale Casa degli Atellani e Vigna di Leonardo, realizzato dalla Fondazione e dal 1° maggio aperto al pubblico, al fine di permettere agli stessi visitatori di conoscere più da vicino l’architetto che ha restaurato la Casa degli Atellani e la chiesa di Santa Maria delle Grazie, contribuendo a salvaguardare due importanti luoghi della Milano rinascimentale. Nel corso dell’esposizione verranno anche proiettati spezzoni di alcuni filmati realizzati dallo stesso Portaluppi e il trailer del film “L’Amatore”, sulla vita dell’architetto, che la Fondazione distribuirà a settembre 2015.
1915 anniversario dell’inizio della Prima Guerra Mondiale: anche Milano dà un contributo all’evento storico con una mostra presso il Museo del Risorgimento dal titolo Si combatteva qui 1915 – 1918. Sulle orma degli Alpini nella Grande Guerra. La mostra è divisa in due distinte sezioni. La prima si concentra sulla portata storica dell’evento: dodici pannelli, realizzati dal Centro Studi dell’Associazione Nazionale Alpini, rievocano le vicende belliche e personali del Corpo degli Alpini impegnati sul fronte montano italiano unitamente ad un’esposizione di cimeli delle Civiche Raccolte Storiche. La seconda, una personale fotografica di Alessio Franconi, affronta il lascito della guerra a cent’anni di distanza: sessanta fotografie in bianco e nero ritraggono i campi di battaglia allo stato attuale nel primo Centenario del conflitto. Sono i “segni della storia” per far comprendere come il conflitto del 1915-18 fosse in realtà una “guerra di montagna, combattuta a metro”.
Da ultimo presentiamo una mostra fotografica presso un interessante spazio espositivo, Galleria Still, dal titolo La linea dei sentimenti foto di viaggio di Francesca Salice (1972). Si tratta di 21 fotografie di viaggio realizzate tra Zanzibar, Marocco, Birmania, India e Nepal, che raccontano storie e paesaggi lontani. L’esposizione presenta una serie di immagini da cui emergono i colori carichi e gli sguardi densi di chi abita questi luoghi, colti nel loro quotidiano. Sono attimi sospesi, fermati dalla fotografa nella sua ricerca di bellezza e armonia, non solo nelle forme ma anche nel rapporto con le persone ritratte. L’intimità che l’autrice riesce a creare tra sé e l’oggetto del suo sguardo, è immediatamente percepita dallo spettatore e compone quella linea dei sentimenti che è il filo conduttore della mostra. Sono proprio le emozioni e l’empatia tra l’obiettivo dell’autrice e i luoghi e le persone con cui entra in contatto che caratterizzano il progetto fotografico di Francesca Salice, che la conduce a raccontare la spontaneità di questi territori. Nelle immagini in mostra si legge un desiderio di libertà e di andare oltre il confine dei propri contesti culturali per abbandonarsi alla bellezza di questi volti e alle storie da essi evocate.
La nostra prossima meta è Trento per una mostra fotografica sull’Afghanistan di Mario Dondero. Il Gruppo Emergency di Trento, in collaborazione con la Fondazione Museo storico del Trentino, presenta la mostra fotografica “In Afghanistan”: il lavoro nelle strutture di Emergency a Kabul e nella Valle del Panshir, le vittime di guerra, la devastazione procurata da oltre quarant’anni di conflitti armati. Tutto questo è raccontato attraverso 45 scatti realizzati da Mario Dondero in un bianco e nero che ne coglie ed esalta gli aspetti più intensi. Mario Dondero è una tra le più originali figure del fotogiornalismo contemporaneo, conosciuto in tutta Europa per i suoi reportage che hanno fatto la storia della fotografia di inchiesta. Tra i numerosi riconoscimenti ricevuti lungo la sua prolifica carriera, si ricordino il Premio Scanno, il Premio “Friuli Venezia Giulia fotografia” e il Premio Chatwin a Genova. Da molti anni Dondero collabora con Emergency, l’associazione italiana indipendente e neutrale nata nel 1994 per offrire cure medico-chirurgiche gratuite e di elevata qualità alle vittime delle guerre, delle mine antiuomo e della povertà. La presenza costante di Emergency in Afghanistan risale al 1999. In questi anni l’associazione ha costruito un Centro chirurgico e un Centro di maternità ad Anabah, nella Valle del Panshir, un Centro chirurgico a Kabul, un ospedale a Lashkar-gah e una fitta rete di posti di primo soccorso e centri sanitari. Dal 2000 è impegnata in un programma di assistenza sanitaria ai detenuti delle maggiori carceri del Paese.
Il nostro lungo viaggio continua a Parma con una mostra dedicata al pittore Amos Nattini. Attraverso una cinquanta dipinti di cui diversi inediti, disegni, studi preparatori e una cospicua serie di apparati, la rassegna racconta a tutto tondo un grande artista che, dopo anni di celebrità, dopo l’adesione al movimento partigiano e la cattura da parte della Gestapo, scelse di ritirarsi in un ex convento benedettino del parmense. Abbandonando Milano, il grande mondo, le committenze ufficiali, il giro di artisti e galleristi per dedicarsi ad una pittura del tutto intima, privata. I suoi oli raccontano le tradizioni contadine, la quotidianità di vita nello scenario a volte aspro a volte dolce dell’Appennino Emiliano. Il suo è un voluto, sentito, ritorno al classico, teso a privilegiare e valorizzare tradizioni, momenti, situazioni che rappresentavano l’attualità di una storia millenaria, quasi immutabile. “Sono diventato il pittore dell’Appennino, della gente che tira la vita coi denti, dei muli che zoccolano sui sentieri della montagna”, annota in quegli anni. Negli stessi anni Nattini, su committenza di una nuova imprenditoria illuminata, realizza un filone di grandi tavole di ispirazione allegorico-mitologica in cui traslittera il mondo del lavoro e la ritualità delle moderne tecniche produttive. Questa mostra riunisce per la prima volta la grande produzione di Nattini realizzata tra gli anni quaranta e sessanta, opere a carattere mitologico o a soggetto storico. Tra i grandi capolavori (alcuni grandi anche per le loro dimensioni fisiche), i due magnifici oli con cui Nattini ha celebrato una delle più celebrate imprese del Regime, lo svuotamento del Lago di Nemi dal cui fondale sono riemerse le celebri navi romane. Sono opere in cui Nattini non descrive l’impresa in sé ma il suo valore simbolico, traslando in forme mitologiche “La bonifica agraria” e “L’energia idroelettrica”. Una altra opere imponente è “La battaglia di Fornovo” concessa delle Collezioni d’Arte di Cariparma. Ma sempre si salva dalle nebbie dell'astrazione.
Gualtieri (RE) dedica una grande mostra a Ligabue (1899-1965), pittore naif dalla vita irregolare ed emarginata. La rassegna costituisce un punto fermo da cui partire per una corretta valutazione critica e storica del lavoro di Ligabue; un’occasione per riaffermare, al di là delle fuorvianti definizioni di naïf o di artista segnato dalla follia, il fascino di questo “espressionista tragico” di valore europeo che fonde esasperazione visionaria e gusto decorativo. Il percorso si snoda attraverso alcuni dei massimi capolavori di Ligabue, da Tigre con serpente, gazzella e scheletro, Leopardo che assale un cigno, Tigre reale degli anni Trenta e primi anni Quaranta, per poi passare all’impressionante galleria di autoritratti, da Autoritratto con pianoforte e torre della fine degli anni Quaranta, ai dolenti Autoritratto con berretto da motociclista del 1954-55, Autoritratto del 1958 e all’Autoritratto con berretto da fantino del novembre 1962, poco prima che l’emiparesi lo colpisse e gli impedisse di continuare a dipingere. Non mancano altri capolavori, dai paesaggi bucolici e agresti, in cui sulla linea dell’orizzonte si stagliano castelli e costruzioni della Svizzera conosciute nell’infanzia e nell’adolescenza, alle Carrozze con postiglione, ad alcune versioni dei Cavalli imbizzarriti dal temporale e delle Lotta di galli, a Traversata della Siberia e Aquila con volpe della fine degli anni Quaranta, alla Caccia al cinghiale, alla Vedova nera con volatile e alla Testa di tigre della metà degli anni Cinquanta. In particolare, nell’universo creativo di Ligabue due sono i motivi verso i quali ha mostrato la sua attrazione o inclinazione: gli animali e i ritratti di sé.
Abbiamo un’altra mostra documentaria a Ravenna dal titolo Tesori del passato. Luce sul futuro. Conosciuto per essere il più antico del mondo occidentale, con una continuità documentaria che dal V secolo arriva fino ai giorni nostri, l'Archivio Storico Diocesano conserva cinque papiri, quasi quattordicimila pergamene, oltre cinquemila fra pezzi cartacei, registri, volumi e buste; a cui si sommano circa novantamila volumi conservati presso la Biblioteca Diocesana “San Pier Crisologo”. La mostra si articola in venti sezioni, sei delle quali con tematiche comuni, dieci dedicate alla Biblioteca e quattro all’Archivio. Si va da argomenti come il processo ai Templari, con documenti unici sulle vicende amministrative e giudiziarie che segnarono la fine di questo importante ordine, al poeta Dante Alighieri, con un documento che attesta nel 1321 la presenza concreta del sommo poeta e di suo figlio Pietro nella città di Ravenna. Importante sezione è quella attinente al tema dell’EXPO 2015, e quindi dedicata all’alimentazione e all’agricoltura nel passato, in cui vengono esposte importanti testimonianze di tipologie botaniche esistenti circa due secoli fa e oggi quasi estinte, ma anche documenti relativi al territorio di Cervia e alla sua secolare industria salina, e la produzione dell’acquavite in Romagna in età moderna.
Il nostro itinerario fa tappa ora a Firenze per una mostra monografica dedicata a Carlo Dolci (1616-1687). Artista osannato dai critici e dai biografi del suo tempo per la realizzazione di opere uniche nel loro genere, eseguite con impeccabile diligenza e con un rigore descrittivo che potremmo dire “iperrealista”, Dolci, molto apprezzato anche dai più illustri membri di Casa Medici e della nobiltà europea, si distinse per l’esecuzione di dipinti apprezzabili per la magistrale definizione delle sue figure – spesso raccolte in pose estatiche e quasi baciate da un’avvolgente luce lunare che rende gli incarnati simili alla più pura porcellana – e per l’intrigante e quasi maniacale cura nella resa dei dettagli: dalle stoffe soffici e quasi palpabili delle vesti, agli splendidi gioielli, che, usando le parole del biografo Filippo Baldinucci, erano “imitati in modo sì stupendo (e vero), che, per molto che si toccasse e ritoccasse la tela per assicurarsi che essi fosser dipinti l’occhio ne rimaneva in dubbio”. Per rendere degnamente omaggio a questo grande maestro sono state selezionate per la mostra quasi cento opere, che, tra dipinti e disegni, esprimono l’alto livello qualitativo raggiunto dall’artista nelle sue creazioni. A fare da cornice alle composizioni di Dolci sono esposti anche dipinti e sculture di altri artisti fiorentini del suo tempo o di poco precedenti e un piccolo ma interessante nucleo di pitture riferibili ai suoi allievi, che ebbero l’onore di preservare il linguaggio stilistico dell’artista fino al Settecento.
A San Gimignano (Fi) troviamo una mostra piccola ma molto bella dedicata a Filippino Lippi (1457-1504). Questa è la seconda occasione nella quale diverse istituzioni sono riunite in un progetto di valorizzazione della collezione della Pinacoteca di San Gimignano, dando vita a piccole esposizioni temporanee di grande qualità, prendendo spunto da una delle opere che la compongono per approfondirne lo studio e diffonderne la conoscenza e il valore . L'anno passato fu la volta della pala con la Vergine Assunta tra i Santi Gregorio Magno e Benedetto del Pinturicchio attorno alla quale ruotò la mostra di grande successo di pubblico e critica, mentre quest'anno protagonisti del progetto espositivo sono questi due tondi dipinti tra il 1482 e il 1484 realizzati a suo tempo per la Sala dell’Udienza dei Signori. In mostra assieme ai due tondi di Filippino, ripresentati vicini come dove vano essere originariamente al loro ingresso nella collezione della Pinacoteca, sono esposti anche disegni di grande qualità di mano del pittore, curati in ogni dettaglio, provenienti dal Gabinetto Disegni e Stampe della Galleria degli Uffizi e riferibili sempre agli anni 1482 - 1484. Si trovano esposti inoltre anche i documenti relativi alla commissione dell'Annunciazione, un materiale storico custodito da oltre cinque secoli nell'archivio Storico Comunale di San Gimignano che ci fa capire lo spirito civico e la volontà che animava i Priori e i Capitani di Parte Guelfa, appartenenti a importanti famiglie di San Gimignano, di abbellire la sede del governo cittadino, in modo analogo a quanto le medesime istituzioni fiorentine stavano facendo per Palazzo Vecchio.
La nostra prossima meta è Livorno (Lu) per una mostra dedicata a uno dei macchiaioli più importanti, Silvestro Lega. A distanza di circa un trentennio dalla pubblicazione (1987), il catalogo generale di Silvestro Lega (1826-1895) rappresenta ancora lo strumento imprescindibile per l'approfondimento dell'opera del maestro macchiaiolo. Nel frattempo si sono susseguite un gran numero d'iniziative che ne hanno messo in luce il ruolo di grande protagonista nel panorama dell'arte italiana del XIX Secolo. Non ultima la mostra del 2013 promossa dal Museo d'Orsay all'Orangerie nella quale la pittura di Lega ha primeggiato con capolavori come La visita, Il canto di uno stornello, Un dopo pranzo, suscitando entusiasmo e ammirazione nel pubblico e nella critica internazionale. Se, dunque, la complessa e raffinata personalità dell'artista può dirsi definita, non poche lacune permangono all'interno del corpus, causa il significativo numero di dipinti dispersi o ancora da identificare. Non può, pertanto, passare sotto silenzio lo straordinario quanto fortuito ritrovamento di uno dei nuclei fondamentali dell'attività giovanile: quello dei ritratti Fabbroni, esponenti di una delle molte famiglie di grande sostegno al pittore nella fase più critica della sua vita. Attorno all'affascinante e struggente storia che aleggia su quei dipinti, veri e propri brani del romanzo intimo e raccolto dipanatosi nella cornice del palazzo di Tredozio, ruota la mostra Lega. Storia di un'anima. Aggiunte al catalogo in programma al Centro Matteucci per l'Arte Moderna dal 27 giugno al 1 novembre 2015. L'evento, oltre che l'occasione di riunire, a quasi un secolo dalla retrospettiva di Modigliana del 1926, l'importante ciclo, offrirà l'opportunità di scoprire una cospicua serie di quadri rintracciati negli ultimi anni. Tra le novità eclatanti, Tiziano e Irene di Spilimbergo, ricordato dallo stesso Lega come uno dei lavori più rappresentativi del periodo accademico, Visita alla balia, nella versione presentata a Parma e a Torino nel 1870, che precede l'altra di Palazzo Pitti, Il cuoco, inviato all'Esposizione Universale di Parigi del 1878, la redazione intermedia della Lezione, la grande tela donata nel 1898 dalla Regina Margherita di Savoia al Municipio di Peschiera del Garda, il cosiddetto Cofanetto Tommasi, dono del pittore al giovane allievo Angiolo Tommasi e alla moglie Adele, in occasione della nascita del primogenito Ugo. Il disegno espositivo darà rilievo all'atmosfera dell'ispirazione di tali ritrovamenti, oltre che attraverso un'attenta ricerca documentaria, tramite un confronto con motivi ad essi direttamente correlati o affini. E' il caso degli studi preparatori di Tra i fiori del giardino, L'educazione al lavoro e L'elemosina che, collocati accanto alla redazione finale, ne attesteranno il meditato ed analitico processo creativo. Il percorso suddiviso in sezioni cronologico-tematiche tenderà, seppure in termini riassuntivi, a ricomporre nell'evidente omogeneità lo straordinario spaccato della vicenda umana e artistica del pittore.
Dalla costa tirrenica rientriamo nel cuore dell’Italia e fermiamoci a L’Aquila per una rassegna realizzata in occasione dei 600 anni del Convento di San Giuliano, primo convento dell’Osservanza francescana in Abruzzo. Ospitata nella suggestiva cornice del convento fondato nel 1415, la mostra offre l’opportunità di ammirare opere d’arte, documenti e pergamene, oggetti liturgici e di culto, di epoca compresa tra il XIII e il XIX secolo, patrimonio della Provincia dei Frati Minori d’Abruzzo. Il percorso espositivo è concepito in modo da essere fruito anche da persone con disabilità sensoriali, in chiave di “accessibilità universale”: sono infatti presenti traduzioni tattili delle tele, riproduzioni tridimensionali di alcune delle opere, spiegazioni in braille e video con traduzioni in lingua dei segni italiana. L’esperienza sensoriale è inoltre favorita anche dalla presenza di elementi multimediali e di postazioni olfattive. Sono in esposizione, tra i dipinti, il Beato Vincenzo dell’Aquila di Saturnino Gatti, le tele di Giulio Cesare Bedeschini raffiguranti scene della vita di San Bernardino e che, un tempo, ornavano il monumento funebre del santo nella basilica a lui intitolata all’Aquila e il Beato Ambrogio da Pizzoli attribuito al maestro di San Giovanni da Capestrano. La testimonianza più antica presente nella sezione documentaria è la lettera di Papa Alessandro IV ai Frati Minori dell’Aquila del 1256; sono poi esposti, tra gli altri documenti, la lettera di Papa Clemente V del 1313 agli Ordini religiosi sull’avvenuta canonizzazione di Celestino V e, per gentile concessione della famiglia Rivera, la Bolla di Papa Pio IX del 1878 che attesta il riacquisto dallo stato e la restituzione ai frati, per opera di Francesco Rivera, del convento di San Giuliano, confiscato nel 1865 in seguito alla soppressione degli ordini religiosi. Arricchiscono infine l’esposizione preziosi oggetti liturgici con attributi francescani di periodo compreso tra il 15esimo e 19esimo secolo e il Monogramma Bernardiniano, tavola dipinta datata 1426 che, secondo la tradizione, San Giovanni da Capestrano presentò alla popolazione nel corso di una storica predica svoltasi all'Aquila.
Ultima mostra sul continente delle nostre presentazioni è realizzata tra due sedi, Napoli e Pompei e si intitola Pompei e l’Europa 1748-1943. Nella seconda metà del Settecento, su un terreno preparato da più di un secolo di erudizione antiquaria, le scoperte dei siti archeologici vesuviani agirono come un acceleratore del nuovo orientamento del gusto, delle arti e della cultura.
La vicenda romanzesca della scoperta del teatro di Ercolano, i cui lavori di scavo furono avvolti dal mistero, stimolarono inoltre la sensibilità e l’immaginazione settecenteschi nel loro incipiente risveglio. Ne conseguì una prima, originale fioritura artistica in chiave neo-antica, ispirata dai siti, dai personaggi e dai reperti di Ercolano e di Pompei che influenzò le arti figurative, l’ornato e i modelli architettonici. All’inizio dell’Ottocento, l’approccio scientifico più rigoroso, la liberalizzazione e la valorizzazione dei lavori di scavo ebbero come conseguenza un impatto crescente delle forme della civiltà pompeiana sulla pittura, sulle arti decorative, sull’architettura, sulla scenografia, sul costume, sulla moda e più genericamente sulla vita quotidiana dei grandi centri europei. Con la temporanea conclusione della Rivoluzione francese, i nuovi ceti emersi dal naufragio dell’antico regime riscoprivano i piaceri della vita. Dissepolti e divulgati dalle immagini, pitture e oggetti pompeiani divennero anche veicoli d’espressione di una ritrovata gioia di vivere, come di una sensualità esacerbata dalla prossimità del pericolo e dalle minacce di morte; le forme della vita moderna si adeguavano così agli usi e ai costumi degli antichi. All’inizio dell’Ottocento, l’approccio scientifico più rigoroso, la liberalizzazione e la valorizzazione dei lavori di scavo ebbero come conseguenza un impatto crescente delle forme della civiltà pompeiana sulla pittura, sulle arti decorative, sull’architettura, sulla scenografia, sul costume, sulla moda e più genericamente sulla vita quotidiana dei grandi centri europei. Con la temporanea conclusione della Rivoluzione
francese, i nuovi ceti emersi dal naufragio dell’antico regime riscoprivano i piaceri della vita.
Concludiamo in Sicilia a Palermo nel prestigioso palazzo Branciforte per una rassegna dal titolo Uno sguardo al Grand Tour attraverso le collezioni della Fondazione Sicilia. Scorci di rovine classiche, eruzioni vulcaniche, paesaggi e vedute di città siciliane. Con questa mostra la Sicilia si presenta all’epoca del Grand Tour con 52 opere grafiche sciolte e 16 volumi, realizzate tra la la seconda metà dell' 700 e la prima dell'800. Dedicata al tema del viaggio, l'esposizione, che sarà inaugurata questo pomeriggio, sarà aperta al pubblico da domani fino al primo novembre. Tra gli autori scelti spiccano i nomi di Cassas, Houel, Chatelet, Mayer e Hegui. In mostra anche 18 opere grafiche (coerenti per argomento ai 16 volumi sistemati, in tavoli espositivi), che saranno esposte in via permanente in un ambiente al primo piano di Palazzo Branciforti,nella sala denominata ‘Grand Tour’.
La collezione Sindonica
Racconigi (To) – Real Castello
2 luglio 2015 - 30 ottobre 2015
Orari: sabato e domenica 14.30 – 17.30
Biglietti: 5€
Informazioni: www.ilcastellodiracconigi.it
Carlo Fornara e il ritratto vigezzino
Domodossola (VB) – Casa DE Rodis (Piazza Mercato 9)
31 maggio 2015 – 31 ottobre 2015
Orari: sabato e domenica 10.00-19.00 (altri orari su prenotazione)
Biglietti: 5€
Informazioni: www.collezioneposcio.it
Le isole incantate. Vedute dei domini Borromeo da Gaspar Van Wittel a Luigi Ashton
Isola Bella (VB) – Palazzo Borromeo
20 marzo 2015 – 25 ottobre 2015
Orari: tutti i giorni 9.00-17.30
Biglietti: 15€, 12€ ridotto
Informazioni: www.borromeoturismo.it
L’arte nutre lo spirito e il corpo
Milano – Museo dei Cappuccini (Via Kramer 5)
5 maggio 2015 – 29 ottobre 2015
Orari: martedì 14.30-18.30; mercoledì e giovedì 14.30-17.30
Biglietti: offerta libera
Informazioni: www.museodeicappucini.it
Acque della Lombardia. Racconti di vita quotidiana nelle pergamene della Biblioteca Ambrosiana di Milano (secoli IX-XII)
Milano – Pinacoteca Ambrosiana
6 ottobre 2015 – 11 novembre 2015
Orari: martedì – domenica 10.00-18.00, chiuso lunedì
Biglietti: 15€ intero, 10€ ridotto
Informazioni: www.acquedellalombardiamedievale.it
La mente di Leonardo. Disegni di Leonardo dal Codice Atlantico
Milano – Biblioteca Ambrosiana
10 marzo 2015 – 31 ottobre 2015
Orari: tutti i giorni 10.00-18.00
Biglietti: 15€ intero, 12€ ridotto
Informazioni: www.leonardo-ambrosiana.it
L’Ultima Cena. Dalla Bibbia al dipinto. La fotografia interpreta l’opera d’arte
Milano – Santa Maria delle Grazie (Chiostro del Bramante)
17 maggio 2015 – 31 ottobre 2015
Orari: tutti i giorni 8.30-19.30
Informazioni: www.legraziemilano.it
Segantini. Petalo di rosa, indagini e scoperte
Milano – Gallerie Maspes (Via Manzoni 45)
18 settembre 2015 – 17 ottobre 2015
Orari: martedì – sabato 10.00-13.00/15.00- 19.00, chiuso lunedì e domenica
Ingresso libero
Informazioni: www.galleriemaspes.com
Il collezionismo di Dante in casa Trivulzio
Milano – Castello Sforzesco (Sala del Tesoro- Biblioteca Trivulziana)
4 agosto 2015 – 18 ottobre 2015
Orari: martedì – domenica 9.00-19.00; giovedì 9.00-22.30; chiuso lunedì
Ingresso libero
Informazioni: www.milanocastello.it
Portaluppi. Architettura e spettacolo
Milano – Fondazione Portaluppi (Via Morozzo della Rocca 5 )
26 giugno 2015 - 31 ottobre 2015
Orari: lunedì 14.00 – 18.00; martedì-domenica 10.00 – 18.00
Biglietti: 5€ intero, 3,50€ ridotto
Informazioni: www.portaluppi.org
Si combatteva qui 1915 – 1918. Sulle orme degli Alpini nella Grande Guerra
Milano – Museo del Risorgimento
4 settembre 2015 – 8 novembre 2015
Orari: martedì - domenica 9.00-13.00/14.00-19.30; chiuso lunedì
Ingresso libero
Informazioni: www.museodelrisorgimento.mi.it
La linea del sentimento. Opere di Francesca Salice
Milano – Galleria Still (Via Balilla 36)
24 settembre 2015 – 22 ottobre 2015
Orari: tutti i giorni 9.00-18.00, sabato e domenica su appuntamento
Ingresso libero
Informazioni: www.stillfotografia.it
In Afghanistan. Mostra fotografica Mario Dondero
Trento – gallerie di Piedicastello
4 settembre 2015 – 1 novembre 2015
Orari: martedì – domenica 9.00-18.00, chiuso lunedì
Ingresso libero
Informazioni: www.emergency.it
Amos Nattini. Pittore di altri mondi
Parma – Palazzo della Pilotta
26 settembre 2015 – 15 novembre 2015
Orari: martedì - sabato 8.30 – 19.00, domenica 8.30 -14.00, lunedì chiuso
Ingresso libero
Informazioni: www.amicidellapilotta.it
Antonio Ligabue (1899-1965)
Gualtieri (RE) – Palazzo Bentivoglio (Piazza Bentivoglio 36)
31 maggio 2015 – 8 novembre 2015
Orari: martedì – domenica 10.00-13.00/15.00-19.00, chiuso lunedì
Biglietti: 8€ intero, 6€ ridotto
Informazioni: www.clponline.it
Tesori del passato. Luce sul futuro
Ravenna – Chiesa di San Domenico
6 giugno 2015 – 15 novembre 2015
Orari: tutti i giorni 10.00-18.00
Biglietti: 9,50€ intero, 8,50€ ridotto
Informazioni: www.tesoridelpassato.it
Carlo Dolci (1616-1687)
Firenze –Palazzo Pitti / Galleria Palatina
30 giugno 2015- 15 novembre 2015
Orari: martedì – domenica 8.15 – 18.50; chiuso lunedì
Biglietti: 13€ intero, 6,50€ ridotto
Informazioni: www.unannoadarte.it
Filippino Lippi e l’Annunciazione di San Gimignano
San Gimignano (Fi) – Pinacoteca
13 giugno 2015 - 2 novembre 2015
Orari: tutti i giorni 9.30-19.00
Biglietti: 6€
Informazioni: www.sangimignanomusei.it
Silvestro Lega. Storia di un’anima. Scoperte e rivelazioni
Viareggio (Lu) – Centro Matteucci per l’Arte Moderna
4 luglio 2015 – 1 novembre 2015
Orari: martedì – venerdì 15.30-19.30; sabato e domenica 10.00-13.00/15.30-19.30, lunedì chiuso
Biglietti: 9€ intero, 7€ ridotto
Informazioni: www.centromatteucciartemoderna.it
I sensi dell’Arte e della Fede – 600 anni del Convento di San Giuliano
L’Aquila - Convento San Giuliano
20 agosto 2015 -24 ottobre 2015
Orari: martedì – domenica 10.00-13.00/16.00-19.00, chiuso lunedì
Ingresso libero
Pompei e l’Europa 1748-1943
Napoli – Museo Archeologico e Pompei (Na) – Anfiteatro
27 maggio 2015 – 2 novembre 2015
Museo Archeologico Nazionale (Napoli)
Orari: tutti i giorni, 9.00-19.30 , chiuso martedì
Biglietti: 13€ intero, 9€ ridotto
Pompei
Orari: tutti i giorni, 8.30-19.30
Biglietti: 13€ intero, 9€ ridotto
Informazioni: www.mostrapompeieuropa.it
Uno sguardo al Grand Tour attraverso le collezioni della Fondazione Sicilia
Palermo - Palazzo Branciforti
25 luglio 2015 – 1 novembre 2015
Orari: martedì – domenica 9.30- 19.30, chiuso lunedì
Biglietti: 7€ intero, 5€ ridotto
Informazioni: www.palazzobraciforte.it