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Mostre marzo 2017

Autore:
Roda, Anna
Fonte:
CulturaCattolica.it

La nostra serie di proposte comincia da Torino con la rassegna Le meraviglie del mondo. Le collezioni di Carlo Emanuele I di Savoia. Squali di carta lunghi tre metri, oltre 800 dipinti, 14.000 volumi conservati in armadi, ognuno dei quali dedicato a un aspetto del saperebusti romani, gioielli, armature, arazzi, carte geografiche: tutte le meraviglie del mondo raccolte dall’ambizioso e carismatico duca di Savoia Carlo Emanuele I nella seconda metà del Cinquecento. Una mostra che offre al pubblico la possibilità di ripercorrere un momento straordinario per la nascita delle collezioni di Casa Savoia. Le meraviglie del mondo presenta uno straordinario momento del collezionismo sabaudo quando, tra la fine del Cinquecento e l’inizio del Seicento, si forma il primo ricchissimo nucleo delle raccolte di pittura, scultura e oggetti preziosi che da subito godettero di grande fama internazionale. Per la prima volta la magnifica collezione di Carlo Emanuele I viene riunita in un'unica esposizione, come forse non accadeva dai tempi del duca: 250 opere alle quali si aggiungono 80 album di acquerelli e numerosi prestiti internazionali. Un favoloso patrimonio parzialmente giunto fino a noi e ora custodito in gran parte tra i tesori dei Musei Reali di Torino.

Il nostro passaggio successivo è a Venezia per una mostra dedicata alla famiglia di artisti Cadorin. I Cadorin, provenienti da Pieve di Cadore (come Tiziano!) ma già nel XVI secolo trasferiti a Venezia, per tre secoli sono stati una presenza costante nelle vicende d’arte della città lagunare; un protagonismo che pareva essersi interrotto nel 1848 quando venne chiusa l’ultima delle sette botteghe della Serenissima. Fu solo una parentesi: a riprendere la conduzione dell’atelier di famiglia, qualche decennio più tardi e fino al 1925, fu Vincenzo, grande scultore e intagliatore formatosi all’Accademia di Belle Arti e presto a capo di un’impresa che contava oltre 40 maestranze, chiamata a lavorare per i Savoia e per D’Annunzio, per chiese, case e palazzi e partecipe alle esposizioni della Biennale sin dalla sua fondazione. Con Vincenzo e sua moglie Matilde, dalla casa-bottega di fondamenta Briati, ricomincia una storia posta sotto l’egida dell’arte che attraversa altre tre generazioni e tante diverse personalità – i figli Ettore e Guido Cadorin scultore e pittore, l’architetto Brenno del Giudice, il fotografo Augusto Tivoli e la figlia pittrice Livia, i liutai Fiorini – fino a Ida Cadorin in arte Barbarigo e a Zoran Music, uniti dalla vita e dalla passione per la pittura. Oltre 200 di questi lavori sono esposti in quest’occasione nella casa-museo di Mariano Fortuny, vero crocevia di arti, lungamente frequentata in gioventù da Ettore e Guido Cadorin, a rievocare un lessico familiare di cui veniamo eccezionalmente resi partecipi, quasi come amici.

Rimaniamo sempre nella città lagunare per una mostra fotografica allo spazio espositivo Tre Oci dal titolo Artico. Ultima frontiera. La difesa di uno degli ultimi ambienti naturali non ancora sfruttati dall’uomo, il pericolo imminente del riscaldamento globale, la sensibilizzazione verso i temi della sostenibilità ambientale e del cambiamento climatico, la dialettica tra natura e civiltà: sono questi gli argomenti attorno cui ruota la mostra. L’esposizione presenta 120 immagini, rigorosamente in bianco e nero, di tre maestri della fotografia di reportage, quali Paolo Solari Bozzi (Roma, 1957), Ragnar Axelsson (Kopavogur, Islanda, 1958) e Carsten Egevang (Taastrup, Danimarca, 1969).
La rassegna è un’indagine approfondita, attraverso tre angolazioni diverse, di un’ampia regione del pianeta che comprende la Groenlandia, la Siberia, l’Alaska, l’Islanda, e della vita della popolazione Inuit, di soli 150.000 individui, costretti a gestire, nella loro esistenza quotidiana, la difficoltà di un ambiente ostile. Le immagini dei fotografi si incentrano sulla lotta con le difficoltà dell’ambiente, il passaggio, lento ma inesorabile, dallo stile di vita di una cultura millenaria a quella della civilizzazione contemporanea, cui si aggiunge il drammatico scenario del cambiamento climatico, figlio del surriscaldamento ambientale.

La successiva tappa delle nostre proposte è a Firenze per la mostra Giovanni dal Ponte. Protagonista dell’Umanesimo tardogotico. Si tratta della prima rassegna monografica dedicata al pittore fiorentino Giovanni di Marco (1385-1437), più noto con il soprannome di Giovanni dal Ponte, dovuto all’ubicazione della sua bottega in Piazza di Santo Stefano al Ponte a Firenze. Nell’ambito degli studi sulla pittura fiorentina del cruciale momento di passaggio tra la cultura tardogotica e quella rinascimentale era attesa da tempo una mostra come questa, in grado di offrire un bilancio critico aggiornato sull’attività di questo protagonista di primo piano nel panorama artistico fiorentino del primo quarto del secolo XV. Giovanni dal Ponte fu dotato di un linguaggio al tempo stesso assai individuale ed estroso, nonché aggiornato sull’attività dei maggiori artisti operanti in quel tempo nel capoluogo toscano: da Lorenzo Ghiberti, Lorenzo Monaco e Gherardo Starnina, a Masolino e al Beato Angelico e Paolo Uccello, a Masaccio. Tutti questi artisti di altissimo livello sono presenti in mostra per illustrare l’ambiente artistico in cui si svolse la formazione del pittore. La produzione di Giovanni dal Ponte viene accuratamente documentata in ogni fase del suo percorso artistico non soltanto grazie ai prestiti ottenuti dall’Italia, ma in particolare per le numerose opere che giungeranno dall’estero. 

Arriviamo ora a Roma per la rassegna Il Museo Universale. Dal sogno di Napoleone a Canova. Nel 2016 ricorre un anniversario di fondamentale importanza per la storia civile e culturale dell’Europa e, in particolare, dell’Italia. Risale infatti al 1816 il rientro a Roma dei capolavori artistici e archeologici dello Stato Pontificio requisiti dai napoleonici. Questo episodio fu preceduto e accompagnato dal recupero da parte di altre amministrazioni della penisola di molti degli oltre 500 dipinti che, tra il 1796 e il 1814 nel corso delle campagne militari francesi, erano stati prelevati dai territori italiani, inviati a Parigi e selezionati per essere esposti nel nascente Museo del Louvre. Contemporaneamente al rientro delle opere migrate in Francia, l’Italia tutta si troverà a interrogarsi per la prima volta sul destino di migliaia di opere d’arte che avevano abbandonato chiese e conventi a seguito della soppressione degli ordini religiosi nei primi anni dell’Ottocento. La fortuna del Museo del Louvre come museo universale, le perdite di alcuni capolavori rimasti in Francia, ma soprattutto la demanializzazione di una vera e propria massa di opere d’arte accumulatesi in depositi improvvisati, alimentarono un dibattito vivace sul valore pubblico del patrimonio artistico, favorendo l’apertura di musei ancora oggi tra le realtà più significative del Paese: è il caso, ad esempio, della Pinacoteca di Brera, delle Gallerie dell’Accademia di Venezia o della Pinacoteca di Bologna. E’ all’interno di questi come di altri musei, in Italia e all’estero, i quali osservarono con interesse l’esperienza del Louvre, che si procedette a una rivisitazione della storia dell’arte con avanzamenti significativi sia sul piano critico, sia nella valorizzazione del patrimonio culturale. L’interesse della mostra è dunque quello di ripercorrere le tappe salienti della vicenda storica, ma soprattutto di restituire una lettura critica in grado di sensibilizzare oggi il pubblico al valore che assunse allora il patrimonio culturale nazionale, visto per la prima volta come strumento principe di educazione del cittadino e, insieme, perno di una comune identità europea. Tale lettura è sembrata ancora oggi di stringente attualità, per cui l’esposizione si pone anche come occasione per riflettere sul patrimonio culturale come terreno privilegiato per la definizione di una lingua comune dell’Europa.

Da ultimo due mostre a Napoli.
Presso il Museo diocesano troviamo una mostra dal titolo I Salvator Mundi per Napoli. In mostra diversi capolavori come il Salvator Mundi, capolavoro del maestro di Vinci e della sua bottega, ed altri dipinti del suo affascinate atelier, come il Cristo Benedicente, del Complesso Monumentale di San Domenico Maggiore, per la prima volta presentato con una attribuzione al pittore messinese Girolamo Alibrandi; ancora sullo stesso filone iconografico, sarà presentata anche la tavola col Cristo fanciullo del Salaì, il giovane e controverso collaboratore di Leonardo, accompagnata da diversi lavori di pittura di allievi leonardeschi come Marco d'Oggiono. In esposizione anche tre preziosi fondi grafici: il Codice Corazza (1640 circa), proveniente dalla Biblioteca Nazionale di Napoli, il Codice Fridericiano, custodito presso la Biblioteca di Area Umanistica dell'Università Federico II, e il testo Napoli antica e moderna, datato al 1815, redatto dall'Abate Domenico Romanelli. L'esposizione al Museo Diocesano di Napoli servirà ad aggiornare il processo di studi attorno a una delle opere più discusse di Leonardo da Vinci, il Cristo Benedicente, anche alla luce dei temi di maggiore attualità che la dottrina cattolica intende richiamare nel solco dell'anno giubilare appena concluso.

La seconda rassegna è monografica e dedicata ad un pittore ora quasi sconosciuto, Salvatore Fergola. Da un impegnativo lavoro di ricerca sulle opere e sui documenti nasce la mostra Fergola. Lo splendore di un Regno, prima esposizione dedicata a Salvatore Fergola (Napoli 1796 – 1874), grande protagonista, fino a oggi dimenticato, della pittura a Napoli negli anni della Restaurazione. Ultimo pittore di corte, è un reporter d’eccezione della Napoli della prima metà dell’Ottocento, anni straordinari durante i quali era la più popolosa e vivace città d’Italia, una metropoli all’avanguardia in Europa. Per la sua bellezza era adorata dai viaggiatori che venivano da tutto il mondo, ma anche da due geni che vi lasciarono la loro impronta come Rossini e Leopardi, il quale vi trascorse l’ultima parte della sua tormentata esistenza. Fergola ne dipinge la vita quotidiana e la ricchezza, ne rappresenta i luoghi, tra la Campania e la Sicilia, gli eventi, come le caccie e i tornei. Ma è anche l’interprete della vocazione alla modernità, rappresentando, in quadri rimasti unici, la nascita della prima ferrovia italiana, il varo del primo battello a vapore, la costruzione dei primi ponti in ferro. Fergola non è solo uno straordinario cronista della vita di corte e di eventi pubblici, ma un artista incredibilmente versatile che, nelle vedute, nelle marine, nelle scene di naufragio, nei temi biblici, ha saputo esplorare anche i territori del sentimento e della fantasia, partecipando alla rivoluzione romantica.

Le meraviglie del mondo. Le collezioni di Carlo Emanuele I di Savoia
Torino – Galleria Sabauda e Biblioteca Reale
16 dicembre 2016 - 2 aprile 2017
Orario: martedì – domenica 9.00-18.30, chiuso lunedì
Biglietti: 12€ intero, 6€ ridotto
Informazioni: www.mostre.bibliotecareale.beniculturali.it

La bottega Cadorin. Una dinastia di artisti veneziani
Venezia – Palazzo Fortuny
26 novembre 2016 -27 marzo 2017
Orario: tutti i giorni 10.00-18.00, chiuso martedì
Biglietti: 12€ intero, 10€ ridotto
Informazioni: www.fortuny.visitmuve.it

Artico. Ultima frontiera
Venezia – Tre Oci
15 gennaio 2017 – 2 aprile 2017
Orario: tutti i giorni 10.00-18.00, chiuso martedì
Biglietti: 12€ intero, 10€ ridotto
Informazioni: www.treoci.org

Giovanni dal Ponte. Protagonista dell’Umanesimo tardogotico
Firenze – Gallerie dell’Accademia
22 novembre 2016 – 12 marzo 2017
Orario: martedì - domenica 8.15-18.50, chiuso lunedì 
Biglietti: 8€ intero, 4€ ridotto
Informazioni: www.galleriaaccademiafirenze.beniculturali.it

Il Museo Universale. Dal sogno di Napoleone a Canova
Roma – Scuderie del Quirinale
16 dicembre 2016 -12 marzo 2017
Orario: domenica - giovedì 10.00- 20.00, venerdì e sabato 10.00 - 22.30
Biglietti: 12€ intero, 9,50€ ridotto
Informazioni: www.scuderiequirinale.it

I Salvator Mundi per Napoli
Napoli – Museo Diocesano
12 gennaio 2017 -30 marzo 2017
Orario: lunedì - sabato 9.30 - 16.30, domenica 9.30- 14.00, chiuso martedì
Biglietti: 6€ intero, 4€ ridotto
Informazioni: www.museodiocesanonapoli.com

Salvatore Fergola
Napoli – Palazzo Zevallos Stigliano
3 dicembre 2016 - 2 aprile 2017
Orario: martedì-venerdì 10.00-18.00, sabato- domenica 10.00-20-00, chiuso lunedì
Biglietti: 5€ intero, 3€ ridotto
Informazioni: www.gallerieditalia.com

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