Mostre novembre 2017
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Ricca la serie di proposte che abbiamo individuato tra le moltissime del panorama culturale e artistico italiano.
Il nostro itinerario di proposte comincia dalla fortezza di Bard (Ao). In questa suggestiva sede espositiva proponiamo due rassegne fotografiche Paolo Pellegrin. Frontiers documenta in anteprima mondiale, attraverso gli intensi scatti di questo fotografo, il dramma dei viaggi della speranza delle migliaia di migranti che fuggono in cerca di un futuro migliore: l’orrore delle traversate del Mar Mediterraneo, l’esperienza degli sbarchi e della permanenza nei centri di accoglienza. Si tratta di un’anteprima assoluta firmata da uno tra i più importanti fotoreporter al mondo. Membro di Magnum Photos dal 2001, Pellegrin lavora con le più affermate testate internazionali e ha ottenuto innumerevoli riconoscimenti, tra cui dieci World Press Photo e la Medaglia d’oro Robert Capa. La mostra integra ed attualizza i contenuti del nuovo Museo delle Frontiere evidenziando il tragico racconto del fenomeno migratorio in atto, ormai diventato tratto distintivo del nostro tempo. Un fenomeno che secondo l’Organizzazione internazionale per le migrazioni non si arresterà prima del 2050. Le fotografie, in bianco e nero, di notevole impatto visivo ed emotivo, sono state scattate nel 2015. La maggior parte di esse documenta la situazione sull’isola greca di Lesbo dove, secondo i dati dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR), sono sbarcati più di 500.000 degli 850.000 rifugiati giunti in Grecia nel corso del 2015.
La seconda mostra è un inedito progetto espositivo firmato da uno dei più grandi maestri della fotografia contemporanea internazionale. SteveMcCurry. Mountain Men è il titolo della coproduzione Forte di Bard, Steve McCurry Studio, Sudest57 che affronta i temi della vita nelle zone montane e della complessa interazione tra uomo e terre di montagna. La mostra offre una selezione di paesaggi, ritratti e scene di vita quotidiana mette in evidenza il continuo e necessario processo di adattamento delle popolazioni al territorio montano che influenza ogni aspetto dello stile di vita delle persone: dalle attività produttive al tempo libero, dalle tipologie di insediamento, di coltivazione e di allevamento ai sistemi e mezzi di trasporto. Il percorso presenta 77 immagini raccolte da McCurry nel corso dei suoi innumerevoli viaggi: dall’Afghanistan all’India, dal Brasile all’Etiopia, dalle Filippine al Marocco.
L’imponente chiesa medievale di San Domenico ad Alba (Cn) ospita la personale di Tullio Pericoli (1936) intitolata Le colline davanti: si tratta di 85 nuovi lavori dell’artista tutti ispirati al paesaggio collinare di Langhe, Roero e Monferrato – i cui paesaggi vitivinicoli sono stati riconosciuti Patrimonio Mondiale dell’umanità dall’UNESCO – ritratto nelle varie stagioni. Con questa mostra, il pittore dichiara la sua recente attrazione per le colline piemontesi e le sue opere vengono esposte proprio nel periodo in cui, grazie alla Fiera Internazionale del Tartufo Bianco d’Alba, Alba diventa meta di un turismo internazionale. La personale albese concentra un lavoro di oltre due anni, tele, tavole e carte, utilizzando e spesso sovrapponendo tecniche varie, come l’olio, l’inchiostro, l’acquarello, il collage.
La nostra prossima tappa è Milano con numerose proposte.
La prima presso l’Antiquarium Alda Levi dal titolo Tra archeologia e antropologia. Lo scavo nella chiesa dei Santi Filippo e Giacomo de Noseda. In seguito alle ricerche del 2012 sulla chiesa dei SS. Filippo e Giacomo di Nosedo , sono iniziate le indagini archeologiche in collaborazione con la Soprintendenza per i Beni archeologici della Lombardia e l’Associazione Nocetum. La mostra consente di conoscere i reperti rinvenuti durante lo scavo e di approfondire le conoscenze sulle condizioni di vita e la ritualità della morte nelle campagne milanesi nel passaggio tra medioevo ed età moderna
Da alcuni mesi la Galleria d’Arte Moderna vuole far conoscere ai milanesi opere d’arte conservate nei depositi e da poco restaurate. Ecco un nuovo appuntamento espositivo con ben 92 opere che documentano la storia della scultura milanese nell’arco di 100 anni, dal tardo neoclassicismo all’inizio del Novecento. La mostra rappresenta il traguardo di un progetto di tutela e valorizzazione del suo patrimonio scultoreo che costituisce il nucleo più significativo delle raccolte del museo. Un museo che nacque con un lascito di dimensioni e pregio straordinario, la donazione Marchesi Fogliani del 1862, costituito da centinaia di sculture provenienti dallo studio di Pompeo Marchesi, uno dei protagonisti della scena artistica ottocentesca. Quanto si aggiunse nei decenni successivi, sempre grazie alla munificenza dei collezionisti privati che contribuirono in modo essenziale alla formazione del museo, consentì alla Galleria di diventare uno straordinario atlante della scultura lombarda del XIX secolo. Conclusa la revisione dei percorsi e delle collezioni permanenti, che ha evidenziato i movimenti più significativi, dal tardo Neoclassicismo fino agli esordi del Simbolismo, si attinge ora ai depositi per proseguire un nuovo progetto, nato nel settembre 2016 con l’apertura al pubblico delle sale sotterranee.
Ci spostiamo ora presso due gallerie di Via Manzoni, specializzate nella pittura dell’Ottocento milanese.
Presso la Galleria Bottegantica potremo conoscere la storia di una collezione privata che si lega con la storia della persona che la crea. Si colora con gli avvenimenti della sua vita privata e pubblica, e permette di leggerci in controluce la personalità del collezionista. È questo il caso di Paolo Ingegnoli (1861-1935), facoltoso imprenditore milanese, fondatore nel 1884 – insieme ai fratelli Francesco e Vittorio – della società ‘Fratelli Ingegnoli’. Innamorato del bello, Ingegnoli ha riunito, tra fine Otto e inizio Novecento, una straordinaria raccolta di dipinti, ordinata seguendo le ragioni della passione e dell’amore per l’arte. L’esposizione propone una selezione di quindici tra i più importanti dipinti già nella raccolta milanese e attualmente conservati in collezioni pubbliche e private. Per concessione degli eredi Ingegnoli sarà inoltre possibile documentare – attraverso il materiale d’archivio in loro possesso – la storia di ogni singolo quadro, il rapporto personale intercorso tra Paolo Ingegnoli e gli artisti del suo tempo, l’allestimento originario della quadreria. La rassegna privilegia i nuclei più significativi della collezione Ingegnoli attraverso i suoi autori principali. La sezione dedicata agli italiani di Parigi annovera capolavori fra cui Il porto di Venezia di Giovanni Boldini. Il divisionismo è rappresentato da due dei suoi massimi esponenti: Angelo Morbelli con La sedia vuota, capolavoro che rientra nella serie dedicata al Pio Albergo Trivulzio di Milano, e Carlo Fornara con Lavoro dei campi, opera che ha avuto una lunga gestazione (1895-1936), e di cui l’artista è più volte intervenuto apportandovi modifiche sostanziali all’impianto compositivo. La sezione dedicata ai Macchiaioli toscani riunisce nelle sale di Bottegantica Il ghetto di Firenze di Telemaco Signorini e La raccolta delle foglie di Giovanni Fattori. Completano il percorso espositivo opere di Lorenzo Delleani, Giacomo Favretto, Domenico e Gerolamo Induno, Vincenzo Irolli, Luigi Nono e altri ancora. Nelle intenzioni del suo creatore, la collezione doveva essere una summa della pittura dell’Ottocento italiano, senza discriminazione alcuna per scuole e artisti. La sua predilezione per il ‘nuovo’ lo portò a privilegiare principalmente le maestranze la cui poetica artistica è uscita indenne – in alcuni casi addirittura rafforzata – con il mutare del gusto e delle tendenze. La consapevolezza del prestigio artistico e culturale della sua quadreria convinse negli ultimi anni Paolo Ingegnoli a concedere alla cittadinanza di Milano l’onore di visitare questa straordinaria raccolta ubicata nel piano nobile del suo palazzo di Corso Buenos Aires 54.
Le Gallerie Maspes di Milano (via Manzoni 45) proseguono la loro indagine sul collezionismo milanese tra le due guerre con la mostra Capitani di un esercito. Milano e i suoi collezionisti. L’esposizione presenta una decina di capolavori di autori quali Daniele Ranzoni, Giuseppe De Nittis, Carlo Fornara, Emilio Longoni, Antonio Mancini e altri, scelti come particolarmente esemplificativi della ricchezza e dell’importanza delle collezioni nate e sviluppatesi nel capoluogo lombardo. La rassegna analizza le vicende dei “capitani di un esercito”, come li definì il critico Raffaele Calzini nel 1934, ovvero di insigni professionisti, senatori, banchieri, industriali che, appassionati dell’arte italiana dell’Ottocento e del primo Novecento, formarono e arricchirono la loro raccolta in un periodo di ampia circolazione di opere nella città lombarda. Per questa mostra sono stati selezionati i nomi di Luigi Della Torre appartenente alla famiglia dei banchieri Pisa, Mario Rossello, Giovanni Treccani degli Alfieri, Paolo Ingegnoli, Alberto Clerici, Camillo Giussani, Enrico Mascioni e Giacomo Jucker, quest’ultimo ideale continuatore della tradizione collezionistica meneghina, dopo la seconda guerra mondiale. Giacomo Jucker, infatti, prese ispirazione dai suoi predecessori e s’ispirò ai cataloghi della galleria Pesaro editi fino al 1938, anno della improvvisa scomparsa del suo fondatore, e a quelli della galleria Geri. Il percorso espositivo si snoda attraverso capolavori quali I tre amici di Daniele Ranzoni, Place de la Concorde di Giuseppe De Nittis, mai esposto prima d’ora, Dietro le scene di Mosè Bianchi, Una leggenda alpina, opera simbolista di Carlo Fornara,Il banco dell’antiquario di Domenico Induno, Quando gli uccelletti vanno a dormire di Vittore Grubicy de Dragon, Papaveri in fiore di Emilio Longoni, Scugnizzo con salvadanaio di Antonio Mancini, Processione del Venerdì Santo a Chieti di Francesco Paolo Michetti, I monaci dalle occhiaie vuote di Mario De Maria.
Allo Spazio Espositivo Oberdan troviamo una interessante mostra cine-fotografica dedicata alla Prima Guerra Modiale dal titolo La guerra negli occhi. La guerra nel cuore. Le pellicole di Luca Comerio, pioniere del cinema, e le 50 foto di Attilio Prevost, operatore e imprenditore, raccontano il dramma del conflitto bellico, tra immani tragedie, storie collettive e individuali. A rendere interattiva l’esposizione codici QR che consentono di arricchire con contenuti multimediali da fruire sul proprio smartphone - filmati, mappe, documenti, audio - le immagini in mostra.
La chiesa di Sant’Angelo (piazza Sant’Angelo, 2), tra le più belle e monumentali della città, ospita una mostra che propone un dialogo tra un maestro storico come William Congdon (Providence, USA, 1912 - Milano, 1998) - esponente della Scuola di New York, poi coraggioso esploratore al di fuori delle leggi del sistema artistico - che riversa nella materia inquietudini e speranze dell’uomo del Novecento e Raul Gabriel (Buenos Aires, 1966), artista italoargentino che dalla sua felice posizione di outsider mette in crisi con le sue incursioni le strutture consolidate della contemporaneità. L’esposizione, dal titolo Corpo vivo, presenta sei opere di William Congdon, tra cui Pentecoste 4 del 1962, una delle immagini più alte della sua fase post-conversione, e altrettanti lavori di Raul Gabriel – alcuni dei quali inediti – della serie dei Black painting, creati dall’artista controllando la colata di vernice nera su una tela nera. In una delle cappelle sono messi a diretto confronto il Crocefisso 101 del 1974 di Congdon e il Tau #12 di Gabriel, appositamente realizzato per l’occasione. Sono dipinti che cercano esplicitamente un valore cosmico, senza più operare la distinzione tra corpo e spirito. Come osserva Rodolfo Balzarotti, “croce e corpo di Cristo non si distinguono mai […] coinvolti in un processo di consumazione, che è consumazione anche del cosmo, della natura, del paesaggio, del nostro stesso vedere e guardare”.
Trasferiamoci ora al Castello Visconteo di Pavia per una grande mostra dal titolo Longobardi. Un popolo che cambia la storia. Essa intende collegare la parabola della presenza longobarda in Italia con i suoi antefatti e con gli eventi che le furono contemporanei e che ne suggellarono la conclusione, collegando lo scenario locale con quello globale dell’Europa e del Mediterraneo.
Un’esposizione che evidenzia come la vicenda longobarda abbia avuto un ruolo "conduttore" di relazioni tra popoli e genti, trasmissioni culturali e di conoscenza con l’area transalpina, il mondo mediterraneo e quello bizantino, affrontando variegati aspetti e tematiche. Le numerose sezioni ci guidano nella comprensione del fenomeno “Longobardi”: Il Popolo che cambiò per sempre l’Italia, Rivoluzione longobarda, Pavia: capitale del Regno, Da Nord a Sud: mezzo millennio di storia italiana, I Longobardi: tra Mediterraneo ed Europa, Le radici della nostra Storia. Per l’occasione sono stati proposti anche itinerari in città, alla scoperta di memorie longobarde presenti sul territorio.
Le nostre proposte ci portano ora a Venezia, presso la Fondazione Cini.
Evento di punta all’interno del ciclo di attività della Fondazione è la riscoperta della figura dell’attrice Lyda Borelli (1887 1959), la mostra Lyda Borelli primadonna del Novecento . Attraverso una straordinaria galleria di fotografie e di rari documenti d’archivio, l’esposizione si propone di raccontare la vicenda artistica di una delle più affascinanti attrici italiane del primo Novecento, dai grandi successi sui palcoscenici d’Italia e del mondo, sino al trionfo nel cinematografo. Figlia d’arte di Napoleone Borelli e Cesira Banti, Lyda frequenta il palcoscenico sin da bambina, debuttando nel 1901 al fianco di Virginia Reiter. Dal 1903, anno del suo ingresso nella Compagnia di Virgilio Talli, fino al ritiro dalle scene del 1918, Lyda Borelli è l’acclamata protagonista di testi teatrali di successo firmati da autori quali Gabriele D’Annunzio, Oscar Wilde e Sem Benelli, e lavora accanto ai più importanti interpreti del suo tempo. La sua immagine di attrice teatrale preannuncia quell’icona liberty di stile e di eleganza che, con le successive interpretazioni cinematografiche, si imporrà all’attenzione di un pubblico più vasto.
È la Pubblicità la protagonista della grande mostra in programma nei saloni della Fondazione Magnani-Rocca – la ‘Villa dei Capolavori’ a Mamiano di Traversetolo (Pr). Da primi passi della storia della pubblicità agli inizi del Novecento, prende avvio la mostra che, attraverso duecento opere dalla fine dell’Ottocento all’era di Carosello, si pone l’obiettivo di raccontare la nascita in Italia della pubblicità dalle sue prime forme di comunicazione semplici e dirette, all’introduzione dell’illustrazione come strumento persuasivo e spiazzante per novità e per fantasia, al rapporto tra illustrazione e messaggio pubblicitario attraverso i diversi media, dal più conosciuto manifesto, alla locandina, alla targa di latta e poi al packaging della confezione, fino all’arrivo della radio come strumento di comunicazione di massa. La sezione iniziale racconta come i primi illustratori furono principalmente artisti e i loro bozzetti e manifesti venissero realizzati seguendo l’idea dell’illustrazione come elemento di comunicazione, intrinsecamente bella e quindi indipendente dal contenuto promosso, dove la rappresentazione spesso stupisce, altre volte cattura l’attenzione per la sua costruzione e composizione cromatica, altre volte impaurisce, altre ancora attrae con ironia. La seconda sezione è dedicata al rapporto tra illustrazione e messaggio pubblicitario, mentre la terza riguarda tutti gli strumenti di promozione pubblicitaria che si sono sviluppati accanto al più conosciuto manifesto, come locandine, dépliant, targhe in latta fino all’illustrazione della confezione. La quarta e ultima sezione è dedicata ai nuovi strumenti di comunicazione che si affacciano dal 1920 in poi, la radio prima e poi la televisione fino al giorno in cui nacque Carosello, il primo passo verso un’altra storia.
I Musei Civici d’Arte Antica di Bologna promuovono una mostra dedicata a Luigi Crespi (1708-1779), figlio del grande pittore Giuseppe Maria (1665-1747). La mostra, la prima dedicata al pittore, fa luce su una figura poliedrica, fra le più interessanti del panorama artistico e letterario di Bologna durante l’episcopato del cardinale Prospero Lambertini (1731-1754), e dunque nel periodo di apertura della città alle istanze di rinnovamento culturale sostenute dal vescovo e poi papa Benedetto XIV (1740-1758). Luigi, pur essendo soprattutto celebre come letterato e autore del terzo tomo della Felsina Pittrice, edita nel 1769, ha percorso con successo anche la carriera artistica, intrapresa sotto la guida del padre fra la fine degli anni venti e gli inizi degli anni trenta del Settecento. Un’attività che egli stesso, molti anni più tardi, nella biografia del padre (1769), sosterrà di aver svolto «per divertimento», per significare il privilegio accordato al prestigioso ruolo, assunto a partire dagli anni cinquanta, di scrittore e critico d’arte, che gli frutterà infatti l’aggregazione alle Accademie di Firenze (1770), di Parma (1774) e di Venezia (1776). La sua produzione figurativa tuttavia, in particolar modo quella rappresentata dal più congeniale genere del ritratto, lo rivela sensibile al dialogo con la scienza moderna e con la libera circolazione delle idee dell’Europa cosmopolita. Nonostante l’impegno applicato anche all’ambito dell’arte sacra, cui Luigi si dedica almeno fino agli inizi degli anni sessanta, è soprattutto nella ritrattistica che raggiunge esiti di grande efficacia, molto apprezzati dalla committenza. Come dimostrano il Ritratto di giovane dama con il cagnolino, o i tre ritratti dei Principi Argonauti in origine nel collegio gesuitico di San Francesco Saverio, la pittura di Crespi junior, già addestrato dal genitore Giuseppe Maria ad un fare schietto, attento al naturale e al «vero», evolve verso un nitore della visione che risalta i dettagli, in un’analitica investigazione della realtà.
Arriviamo a Roma. Presso la Real Accademia di Spagna possiamo vedere la mostra fotografica
Molti cammini. Immagini contemporanee del Cammino di Santiago, una indagine sulla realtà paesaggistica, antropologica, culturale, storica, spirituale e/o religiosa del Cammino di Santiago e la peregrinazione che lo motiva, ma soprattutto sulla realtà esperienziale che deriva da tutto ciò e che si plasma in alcune opere d’arte contemporanea, legate direttamente alla peregrinazione e al Cammino, correlate al paesaggio, la mistica, la storia delle religioni, l’arte, gli avvenimenti storici o l’attuale criticità delle zone rurali attraversate dal cammino di Santiago. Queste tematiche sono presenti nella mostra che struttura le opere dei 31 artisti selezionati attorno a 4 grandi temi: il significato e la meta della peregrinazione (Roland Fischer, Humberto Rivas, Peter Wüthrich, Xurxo Lobato, Roman Signer, Andrés Pinal, Vik Muniz e Mariona Moncunill); l’esperienza del camminare per “andare oltre”( José Val del Omar, Esther Ferrer, Rubén Grilo, Francisco Felipe, Pedro Garhel, Gabriel Díaz, Zoulikha Bouabdellah e Javier Codesal); il dialogo tra l’io e il mondo ( Enrique Carbó, Peyrotau & Sediles, Nina Rhode, Natividad Bermejo, Eugenio Ampudia e Mapi Rivera); i fatti che hanno segnato la storia del Cammino (Gerardo Custance, Bleda y Rosa, Javier Ayarza, Jorge Barbi, José Luis Viñas e Rosendo Cid).
Il 9 settembre 2017 è stata inaugurata la prima mostra coreana in Vaticano, Come in cielo così in terra. Seul e i 230 anni della Chiesa Cattolica in Corea. Mediante l’esposizione di 183 preziose opere, la mostra testimonia come nei secoli la conoscenza del Vangelo si sia diffusa e viva nella Penisola Coreana. Questa importante esposizione presenta non solo la storia degli inizi della fede cattolica in Corea con le prime missioni e le prime persecuzioni risalenti a circa 200 anni fa, ma anche la storia moderna con la partecipazione della Chiesa ai movimenti sociali, offrendo un panorama globale che abbraccia oltre due secoli di vita e di fioritura del Vangelo nella Penisola Coreana. Le 183 opere in mostra provengono tutte da importanti istituzioni culturali coreane e vaticane Ne presentiamo alcune particolarmente significative: Ammonizioni sul governo del popolo, scritte da Jeong Yak-yong (uno dei più grandi pensatori del tardo periodo Joseon, che ha scritto libri molto influenti sulla filosofia, sulla scienza e sulle teorie del governo), tra cui poesie per criticare il governo (Seul Museum of History); Piatti commemorativi trovati nelle tombe di 6 martiri, utilizzati per registrare la vita, lo scenario familiare e la sepoltura del deceduto; Calligrafia dell’attivista indipendente Ahn Jung-geun prima della sua esecuzione nel marzo 1910; Madonna con il Bambino del pittore Chang Woo-sung nel 1954, quadro raffigurante la Vergine Maria in abito tradizionale coreano bianco.
Ultima tappa della nostre proposte Pompei (Na) con la mostra nella Palestra Grande degli Scavi di Pompei, Pompei e i Greci. L’esposizione offre la possibilità di ammirare oltre 600 reperti, tra ceramiche, ornamenti, armi, elementi architettonici, sculture provenienti da Pompei, Stabiae, Ercolano, Sorrento, Cuma, Capua, Poseidonia, Metaponto, Torre di Satriano e ancora iscrizioni nelle diverse lingue parlate - greco, etrusco, paleoitalico - argenti e sculture greche riprodotte in età romana. La mostra nasce da un progetto scientifico e da ricerche in corso che per la prima volta mettono in luce tratti sconosciuti di Pompei; gli oggetti, provenienti dai principali musei nazionali ed europei, divisi in 13 sezioni tematiche, rileggono con le loro ‘biografie’ luoghi e monumenti della città vesuviana da sempre sotto gli occhi di tutti. Vengono così riscostruite le presenze greche prima di Pompei, le forme della città arcaica, i cambiamenti imposti nel golfo dopo la fondazione di Neapolis - di cui si espongono materiali inediti dai fondali del porto - fino al mondo ellenistico e alla grecità pensata e segmentata del mondo. Con l’occasione della mostra ritornano in Italia documenti e monumenti emigrati all’estero seguendo le vie del commercio antiquario e si espongono gli elmi donati a Olimpia dal tiranno di Siracusa Ierone per celebrare la vittoria dei cumani sugli etruschi, combattuta nelle acque del golfo di Napoli. Sarà possibile riscoprire, nei frammenti di un monumentale cratere proveniente da Altamura, in Puglia, il racconto della battaglia di Alessandro Magno contro Dario, nelle stesse forme e nello stesso schema che troveremo quasi due secoli dopo nel ‘Gran Mosaico’ proveniente dalla Casa del Fauno. A partire da due scarichi, due immondezzai, uno rinvenuto nella agorà di Atene, la grande piazza del principale centro della grecità, e uno presso i portici del foro di Pompei, si osserveranno le tante similitudini tra oggetti e strumenti che denunciano forme del vivere simili nei due centri nell’avanzato II secolo a.C.
Paolo Pellegrin. Frontiers
Bard (AO) – Forte
30 aprile 2017 -26 novembre 2017
Orari: martedì – venerdì 10.00-18.00; sabato e domenica 10.00-19.00, chiuso lunedì
Biglietti: 9€ intero, 7€ ridotto
Informazioni: www.fortedibard.it
Steve McCurry. Mountain Men
Bard (AO) – Forte
26 maggio 2017 - 26 novembre 2017
Orari: martedì – venerdì 10.00-18.00; sabato e domenica 10.00-19.00, chiuso lunedì
Biglietti: 9€ intero, 7€ ridotto
Informazioni: www.fortedibard.it
Tullio Pericoli. Le colline davanti
Alba (CN) – Chiesa di San Domenico
23 settembre 2017 – 26 novembre 2017
Orari: lunedì – venerdì 10.30-17.00; sabato e domenica 10.00-18.30
Ingresso gratuito
Informazioni: www.fieradeltartufo.org
Tra archeologia e antropologia. Lo scavo nella chiesa dei Santi Filippo e Giacomo de Noseda
Milano – Antiquarium Alda Levi
9 maggio 2017 – 30 novembre 2017
Orari: martedì-sabato9.30-14.00
Ingresso gratuito
Informazioni: www.nocetum.it
100 anni di scultura a Milano 1815-1915
Milano – GAM
23 marzo 2017 - 3 dicembre 2017
Orari: martedì – domenica 9.00-17.30
Biglietti:5€ intero, 3€ ridotto
Informazioni: www.gam-milano.com
La Raccolta Ingegnoli. Storia di una passione d’arte a Milano
Milano – Galleria Bottegantica (Via Manzoni 45)
13 ottobre 2017 – 3 dicembre 2017
Orari: martedì – domenica 10.00-13.00/ 15.00-19.00
Ingresso gratuito
Informazioni: www.bottegantica.com
Capitani di un esercito. Milano e i suoi collezionisti
Milano – Galleria Maspes
20 ottobre 2017 – 20 dicembre 2017
Orari: martedì – sabato 10.00-13.00/15.00-19.00
Ingresso gratuito
Informazioni: www.galleriamaspes.com
La guerra negli occhi, la guerra nel cuore
Milano - Foyer Cinema Spazio Oberdan
16 settembre 2017- 18 novembre 2017
Orari: lunedì- venerdì 16.30-21; sabato e domenica 14.30-21.00
Ingresso gratuito
Informazioni: www.cinetecamilano.it
Bill Congdon- Raul Gabriel. Corpovivo
Milano – Chiesa di Sant’Angelo
12 ottobre 2017 – 30 novembre 2017
Orari: lunedì – venerdì 7.00-20-00; sabato e domenica 9.00-12.00/16.00-20.00
Ingresso gratuito
Informazioni: www.fondazionecrocevia.it
Longobardi. Un popolo che cambia la storia
Pavia – Scuderie Castello Visconteo
5 settembre 2017 – 5 dicembre 2017
Orari: lunedì 10.00-13.00 (solo scuole); martedì- domenica 10.00-18.00
Biglietti: 12€ intero, 8€ ridotto
Informazioni: www.mostralongobardi.it
Lydia Borelli primadonna del Novecento
Venezia – Fondazione Cini
1 settembre 2017 – 15 novembre 2017
Orari: tutti i giorni 11.00-19.00; chiuso il martedì
Biglietti: 10€ intero, 8€ ridotto
Informazioni: www.cini.it
La pubblicità! La nascita della comunicazione moderna 1890-1957
Mamiano di Traversetolo (PR) – Fondazione Magnani Rocca
9 settembre 2017 - 10 dicembre 2017
Orari: martedì – venerdì 10.00-18.00; sabato e domenica 10.00-19.00, chiuso lunedì
Biglietti: 10€ intero, 5€ ridotto
Informazioni: www.magnanirocca.it
Luigi Crespi ritrattista nell’età di papa Lambertini
Bologna – Museo Davia Bargellini
15 settembre 2017 - 3 dicembre 2017
Orari: martedì – sabato 9.00-14.00; domenica 9.00-13.00, chiuso lunedì
Biglietti: 5€ intero, 3€ ridotto
Informazioni: www.museibologna.it
Molti cammini. Immagini contemporanee del Cammino di Santiago
Roma – Real Accademia di Spagna
2 ottobre 2017 - 26 novembre 2017
Orari: martedì – domenica 10.00-18.00
Ingresso gratuito
Informazioni: www.accademiaspagna.org
Come in cielo così in terra. Seul e i 230 anni della Chiesa Cattolica in Corea
Citta del Vaticano – Braccio di Carlo Magno
11 settembre 2017 – 17 novembre 2017
Orari: lunedì,martedì,giovedì, venerdì 9.30-17.30; mercoledì 13.30-17.30; sabato 10.00-17.00, chiuso domenica
Ingresso gratuito
Informazioni: www.museivaticani.va
Pompei e i greci
Pompei (NA) – Scavi, Palestra Grande
12 aprile 2017 – 27 novembre 2017
Orari: tutti i giorni 9.00-19.30
Biglietti: 13€ intero, 7,50€ ridotto
Informazioni: www.pompeiisites.org