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Mostre di novembre 2018

Autore:
Roda, Anna
Fonte:
CulturaCattolica.it

Le nostre proposte di novembre sono un poco meno numerose rispetto al solito; nonostante ciò ci pare siano comunque di notevole interesse e notevole varietà.

Le proposte cominciano da Milano.
Nel capoluogo lombardo segnaliamo due rassegne: la prima è allestita presso il Centro Culturale di Milano e riguarda un artista del Novecento, Achille Funi (1890-1972) che, con altri, ha caratterizzato la scena artistica degli anni ‘20/’30 del Novecento aderendo al gruppo chiamato proprio “Novecento”, sostenuto dalla critica d’arte Margherita Sarfatti. La rassegna, in collaborazione con l’Archivio Funi, , presenta trenta opere, tra cui alcune inedite, dell’artista ferrarese, articolate a partire dagli esordi futuristi, fino alla moderna classicità di “Novecento”, movimento di cui è stato tra i fondatori con Mario Sironi. Accanto sarà proposta una selezione di lavori dei sei compagni del gruppo originario del “Novecento” milanese, da Mario Sironi a Anselmo Bucci, Piero Marussig, Leonardo Dudreville, Ubaldo Oppi, Gian Emilio Malerba, accostati a quelli di Carlo Carrà, Arturo Tosi, Alberto Salietti, Pompeo Borra, Raffaele de Grada, amici e sodali di Funi nell’avventura novecentista. Il percorso espositivo si apre con la sezione che raccoglie dipinti realizzati da Achille Funi tra il 1911 e il 1940. Accanto a noti capolavori come Giovinetta (Margherita) (1913), Marinetti. Lussuria Velocità (1914-1920), Autoritratto con brocca blu (1920), Una persona e due età (1924), si potranno ammirare alcuni inediti recuperati attraverso la catalogazione di archivio, tra cui Paesaggio (1912), Motociclista (1914), una veduta secessionistica Valdoltra (1919), Imago Pietatis (1920), la drammatica Apocalisse del 1930, oltre a una serie di opere ritrovate dopo decenni di assenza dai circuiti espositivi, tra cui Il pasto (1914), La figura e la finestra (1924), Nudo (1929) e un insolito Studio del pittore (1939) realizzato nel periodo di permanenza a Tripoli. La mostra continua con alcuni capolavori dei compagni pittori di “Novecento”, realizzati negli anni venti, taluni assenti dalle esposizioni da più di un cinquantennio, com’è il caso del maestoso Odeon (1919-1920) di Anselmo Bucci, della Ciociara (1925) di Alberto Salietti - esposta alla Permanente di Milano nel 1926 e poi dispersa - e della tavola Verso Como (1928) di Pompeo Borra, presentata alla milanese Galleria Bardi nel ‘28 e mai più rivista. Tra i dipinti storici più noti, il celebre Femmina volgo (1920) di Gian Emilio Malerba, Le Amazzoni (1924) di Ubaldo Oppi, Nudo allo specchio (1923) di Mario Sironi e Mulino delle castagne (1925) di Carlo Carrà.

Presso la galleria Bottegantica un altro protagonista della pittura dei primi del Novecento, Giacomo Balla (1871-1958) con la mostra GIACOMO BALLA | Ricostruzione futurista dell’universo.
La rassegna approfondisce il periodo futurista dell’artista torinese, ma romano d’adozione, ponendo particolare attenzione alla sua attività nei settori delle arti applicate e dell’arredamento, dove opera con grande abilità e invenzione al punto da anticipare molti aspetti del moderno design. Il percorso espositivo presenta trenta opere di Giacomo Balla e si apre con la sezione che propone alcuni lavori progettuali e una selezione di dipinti, realizzati tra il 1912 e il 1930, tra cui spiccano il Ritratto di Laura Marcucci a un anno, Sala da pranzo, Compenetrazione foglie + cielo + luce, il bozzetto di Sorge l’idea, e si completa con quella dedicata alle arti applicate. Qui s’incontrano complementi di arredo, come paraventi, disegni per opere di design, come piatti, tappeti, cuscini, creati dopo la pubblicazione del Manifesto della Ricostruzione Futurista dell’Universo del 1915. Uno dei tanti meriti di Balla è stato quello di aver liberato e rinnovato il concetto di avanguardia, allargandolo oltre il confine dell’opera pittorica o scultorea, giungendo alla fine a creare un linguaggio radicalmente originale e innovativo. Tra i futuristi solo lui infatti è riuscito, per primo, a creare compiutamente questa saldatura pensando di espandere il concetto estetico dal quadro al vestito, all’arredamento, al design, al teatro, al cinema, all’architettura, in un’idea di “arte totale.

Le nostre proposte ci portano ora a Venezia per due mostre.
La prima dedicata a Canova (1757-1822), esponente di spicco dell’arte neoclassica in Italia. Dal titolo Magister Canova, la rassegna è uno spettacolare percorso multimediale che coinvolge il visitatore avvicinandolo alla vicenda canoviana in tutte le sue fasi e i suoi aspetti. L’assoluto rigore scientifico del racconto è coniugato a una sapiente regia, grazie alla pluralità` di linguaggi che danno vita a un percorso di narrazione che spazia dal micro al macro, dalla farfalla di Amore e Psiche al gigante Ercole che scaglia Lica, dalla danza alla bellezza senza tempo di Paolina Borghese. Ad accogliere gli ospiti, al pianoterra della Scuola Grande della Misericordia, sarà un’installazione site-specific dell’artista Fabrizio Plessi, un magnifico “omaggio” al grande Canova, un’opera che vuole simboleggiare il viaggio nella mente dello scultore veneto. Fabrizio Plessi così la descrive: “Una monumentale testa bianca marmorea che si staglia ed emerge dal buio assoluto della ‘Misericordia’ come un grandioso e dirompente flash al magnesio”. La mostra prosegue poi al piano superiore, dove è allestito il cuore del percorso espositivo: “Il Giacimento”, un enorme blocco di marmo, bianco come quello di Carrara, realizzato in architettura tessile. Sei le stanze dell’affascinante percorso canoviano in dialogo con la maestosità architettonica della Scuola Grande della Misericordia. Ad accompagnare, passo a passo, l’ospite sarà la voce narrante di Adriano Giannini, chiamato a leggere anche alcune lettere del giovane Canova, mentre la colonna sonora originale è affidata al compositore e violoncellista Giovanni Sollima.
La seconda rassegna riguarda invece la raccolta di Peggy Guggenheim. C’è un momento preciso, nella carriera di Peggy Guggenheim (1899-1979), in cui la sua passione per l’arte contemporanea si trasforma in un marchio di riconoscimento, foriero di un mecenatismo ora noto in tutto il mondo. Quel momento coincide con l’esposizione di ben 136 opere incluse nella raccolta della Guggenheim alla XXIV Biennale di Venezia, nel 1948. Ospite del padiglione greco, vuoto a causa della guerra civile che stava sconquassando il Paese, la mostra riuniva capolavori surrealisti e astratti, presentando per la prima volta all’Europa una collezione che avrebbe lasciato il segno e offrendo l’unico focus sull’arte contemporanea dell’intera Biennale. Settant’anni dopo, il padiglione di Peggy rivive nelle project room della Collezione lagunare grazie all’attento lavoro di ricerca della curatrice Gražina Subelyte. Fotografie dell’epoca, documenti e alcune opere esposte allora evocano le atmosfere di un padiglione senza precedenti, dove l’Europa può finalmente ammirare interventi di Pollock, Still e Rothko, ma anche di Giacometti, Ernst e Arp. Oggi un modellino posto al centro della prima sala rende ancora più “fruibile” il padiglione Guggenheim, dando un volto agli allestimenti di Carlo Scarpa e all’oculato display delle opere.
Arriviamo a Pordenone per una mostra dedicata a Mario Sironi, compagno di Funi nel gruppo “Novecento”. Presso la Galleria Harry Bertoia, con ben 200 opere, è allestita la rassegna Mario Sironi. Dal Futurismo al Classicismo 1913-1924. La mostra intende approfondire una fase cruciale dell’evoluzione stilistica di Mario Sironi (1885-1961), pittore, illustratore, grafico, scultore, decoratore, scenografo, tra le figure più originali, intense e radicali del secolo scorso. L’attenzione è dedicata a un decennio della sua intensa attività; un periodo che si rivelò fondamentale per tutta la storia dell’arte italiana del Novecento. L’accurata selezione di dipinti, disegni e illustrazioni, intende analizzare il concitato percorso pittorico dell’artista, che in pochi anni si confrontò interpretando le principali correnti artistiche europee, con un risultato assolutamente autonomo e personale, di altissima qualità artistica. La mostra spazia dall’adesione appassionata all’avanguardia, che egli seppe incrociare con esperienze anche diverse ed eccentriche (come l’attenzione per l’ambiente cubo-futurista russo), alla crisi del periodo della Grande Guerra, fino alla ricerca di nuovi equilibri che vedranno un lento avvicinamento al ritorno all’”ordine” (con un’attenzione particolare a Picasso e Derain) passando attraverso le sperimentazioni spaziali della Metafisica di De Chirico.

A Mamiano di Traversetolo (Pr) è stata allestita una che riunisce oltre 80 opere di Roy Lichtenstein, maestro della Pop Art americana; per evidenziare sia la sua originalità che la sua appartenenza a uno specifico clima, sono presenti per un confronto anche opere iconiche di Andy Warhol, Mel Ramos, Allan D’Arcangelo, Tom Wesselmann, James Rosenquist e Robert Indiana. Roy Lichtenstein (New York 1923-1997) è, insieme a Andy Warhol, la figura più rappresentativa e più conosciuta della Pop Art, e dell’intera storia dell’arte della seconda metà del XX secolo. Il suo caratteristico stile mutuato dal retino tipografico, il suo utilizzo del fumetto in ambito pittorico, le sue rivisitazioni pop dell’arte del passato lontano e recente sono entrate non solo nella storia dell’arte del Novecento, ma nell’immaginario collettivo anche delle nuove generazioni, stampati all’infinito su poster e oggetti di consumo. A distanza di decenni i suoi dipinti continuano a suscitare enorme interesse nel mercato dell’arte e sono stati venduti anche negli ultimi anni per decine di milioni di dollari. In virtù di questa sua fama e della sua centralità, Lichtenstein è stato oggetto nel mondo di numerose mostre antologiche, che ne hanno ripercorso la lunga carriera, iniziata negli anni Cinquanta, giunta a un punto di svolta decisivo nei primissimi anni Sessanta, consacrata definitivamente nel corso dello stesso decennio e proseguita con coerenza e costante riscontro sino alla scomparsa avvenuta nel 1997.

Ci spostiamo ora in Liguria, a Genova nel Palazzo della Meridiana. Nella seconda metà dell’Ottocento, Firenze è una delle capitali culturali più attive in Europa, vero e proprio punto di riferimento per molti intellettuali provenienti da tutta Italia. Intorno ai tavoli di un caffè cittadino, il Caffè Michelangelo, si riunisce un gruppo di giovani artisti accomunati dallo spirito di ribellione verso il sistema accademico e dalla volontà di dipingere dal vero, secondo nuovi criteri di rappresentazione della realtà. Il nome “macchiaioli”, usato per la prima volta in senso dispregiativo dagli accademici, viene successivamente adottato dal gruppo stesso in quanto incarna perfettamente la filosofia delle loro opere. La mostra racconta, attraverso le opere dei principali protagonisti del movimento – da Telemaco Signorini a Giovanni Fattori, da Vincenzo Cabianca e Silvestro Lega –, le caratteristiche e l’evoluzione di questo nuovo linguaggio pittorico, fondamentale per la nascita della pittura moderna. Le oltre cinquanta opere esposte saranno accompagnate da approfondimenti e focus su tematiche importanti per la comprensione del movimento: le origini, i contatti con la realtà artistica francese e con quella del resto della penisola, le caratteristiche tecniche del nuovo linguaggio e la sua azione di rinnovamento dei generi pittorici, il rapporto con il mondo accademico, con il Purismo, con la fotografia…
Eccoci ora nella bella località balneare di Albissola (Sv) per una mostra dedicata a Lucio Fontana che fu anche grande ceramista oltre che pittore. Lucio Fontana (Rosario de Santa Fé 1899 – Comabbio 1968) è stato un grande maestro d’arte e ceramista del secolo scorso, che ha trovato in Albisola (specialmente ad Albissola Marina) la sua casa artistica per eccellenza. Ecco perché Albisola vuole celebrarlo, nel cinquantesimo anniversario della sua morte, con una mostra diffusa, che partendo dal Centro Espositivo del MuDa, porterà il visitatore a conoscere i “luoghi fontaniani” delle Albisole: da Pozzo Garitta al Lungomare degli Artisti, dal Bar Testa a Casa Museo Jorn, senza dimenticare la sede delle Ceramiche Mazzotti (con Tullio, Fontana ha sempre avuto un rapporto di amicizia forte e un particolare legame artistico), la Fondazione Museo G. Mazzotti 1903, le Ceramiche San Giorgio, il Balestrini Centro Cultura Arte Contemporanea e il Giardino Pacetti (Studio Ernan Design).

Arriviamo ora a Roma per una interessante mostra archeologica dal titolo Traiano. Costruire l’Impero, creare l’Europa. Nell’agosto del 117 d.C. moriva Marco Ulpio Nerva Traiano, l’optimus princeps che portò l’impero romano alla sua massima estensione. Cosa significa costruire un Impero? E in che relazione sta l’Impero Romano con l’Europa attuale? Politica, economia, welfare, conquiste militari ottenute senza esclusione di colpi; inclusione di popolazioni diverse sotto un unico Stato che governa con leggi che ancora oggi sono alla base della giurisprudenza moderna; la buona amministrazione, influenzata anche da donne capaci, “first ladies” autorevoli; campagne di comunicazione e capacità di persuasione per ottenere il consenso popolare attraverso opere di pubblica utilità, “magnificentia publica” e lusso privato, ma discreto. La mostra è caratterizzata dal racconto della vita “eccezionale” di un uomo “ordinario”, significativamente racchiusa in un “titolo” coniato per lui, optimus princeps, ovvero il migliore tra gli imperatori. Colui che seppe riportare gioia tra i romani! come ricordato dallo storico Plinio il Giovane, suo contemporaneo Traiano ci ha ordinato di essere felici e noi lo saremo. Il “racconto” della mostra si sviluppa attraverso statue, ritratti, decorazioni architettoniche, calchi della Colonna Traiana, monete d’oro e d’argento, modelli in scala e rielaborazioni tridimensionali, filmati: una sfida a immergersi nella grande Storia dell’Impero e nelle storie dei tanti che l’hanno resa possibile. II percorso espositivo si snoda attraverso 7 sezioni a partire dalla morte di Traiano, avvenuta in Asia Minore e, unico caso della storia romana, celebrata con trionfo nella capitale insieme alle sue gesta. Si prosegue con la contrapposizione tra le cruente campagne nella Dacia (parte dell’attuale Romania) e le grandi opere realizzate con la pace, dal ruolo delle donne della famiglia (vero “braccio destro” dell’imperatore per la politica sociale) agli spazi privati, fino alla “fortuna” della figura di Traiano dopo l’antichità, dovuta alla sua fama di uomo giusto, il più “cristiano” tra i pagani, decoroso e caritatevole.

Achille Funi (1890-1972) e gli amici pittori di Novecento
Milano – Centro Culturale di Milano
28 settembre 2018 – 24 novembre 29018
Orari: lunedì - venerdì 10.00-13.00/ 14.00-18.30; sabato 15.30-19.00
Biglietti: ingresso gratuito (donazione suggerita 5€)
Informazioni: www.centroculturaledimilano.it

Giacomo Balla. Ricostruzione futurista dell’universo
Milano – Galleria Bottegantica (Via Manzoni 45)
12 ottobre 2018 – 2 dicembre 2018
Orari: martedì -l sabato 10.00-13.00/ 15.00-19.00
Ingresso gratuito
Informazioni: www.bottegantica.com

Magister Canova
Venezia – Scuola Grande della Misericordia
16 giugno 2018 – 22 novembre 2018
Orari: lunedì, martedì, mercoledì, venerdì, domenica 10.30-18.30; giovedì e sabato 10.30-21.30
Biglietti: 14€ intero, 12€ ridotto
Informazioni: www.magister.art

1948: la Biennale di Peggy Guggenheim
Venezia – Fondazione Guggenheim
25 maggio 2018 -25 novembre 2018
Orari: 10.00-18.00 tutti i giorni
Biglietti: 15€ intero, 13€ ridotto
Informazioni: www.guggenheim-venice.it

Mario Sironi. Dal Futurismo al Classicismo 1913-1924
Pordenone – Galleria Harry Bertoia
16 settembre 2018 - 9 dicembre 2018
Orari: martedì – venerdì 15.00-19.00; sabato e domenica 10.00-13.00/15.00-19.00
Biglietti: 3€ intero, 1€ ridotto
Informazioni: www.comune.pordenone.it

Roy Lichtenstein e la Pop Art Americana
Mamiani di Traversetolo (Pr) – Fondazione Magnani Rocca
8 settembre 2018 – 9 dicembre 2018
Orari: martedì - venerdì10.00-18.00; sabato, domenica 10.00-19.00
Biglietti: 10€ intero, 5€ ridotto
Informazioni: www.magnanirocca.it

I Macchiaioli
Genova – Palazzo della Meridiana
14 settembre 2018 -9 dicembre 2018
Orari: martedì-venerdì 12.00- 19.00; sabato e domenica 11.00- 19.00
Biglietti: 10€ intero, 8€ ridotto
Informazioni: www.palazzodellameridiana.it

Nascita della Materia. Lucio Fontana e Albisola
Albissola Marina (Sv) – Muda e luoghi vari
2 agosto 2018 - 2 dicembre 2018
Orari: martedì – domenica 10.00-12.00/16.00-18.00, chiuso lunedì
Biglietti: 8€ intero, 5€ ridotto
Informazioni: www.museodiffusoalbisola.it

Traiano- Costruire l’Impero, creare l’Europa
Roma – Mercati di Traiano Museo dei Fori Imperiali
29 novembre 2017 – 18 novembre 2018
Orari: tutti i giorni 9.30 - 19.30
Biglietti: 15€ intero, 13€ ridotto
Informazioni: www.mercatiditraiano.it

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