Mostre Dicembre 2020
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Le mostre che proponiamo forse saranno penalizzate dalla chiusura per la pandemia; in attesa dell’evolvere della situazione sanitaria vi proponiamo comunque alcune rassegne.
Cominciamo da Parma, per la mostra Antonio Ligabue e Vitaloni. Dare voce alla natura. Antonio Ligabue (1999-1965) e Michele Vitaloni (1967) condividono una particolare empatia verso il mondo animale e, narrandone le meraviglie, investigano la natura dell’uomo. Specialmente quando si parla di ispirazione artistica, questi due grandi interpreti traggono la loro potenza rappresentativa da quella parte istintuale e primordiale che accosta la sfera umana a quella animale. Sentendo il ruggito della tigre dentro di noi possiamo scappare, oppure trovare un luogo dove far sentire la sua voce. La rassegna propone 83 dipinti e 4 sculture di Antonio Ligabue. Pennellate crude e nette esprimono quella nota di malessere che aleggiava attorno al pittore, riconoscibile negli innumerevoli ritratti. Sono 15 invece le opere plastiche dell’artista contemporaneo Michele Vitaloni rappresentante di spicco della Wildlife Art e dell’iperrealismo scultoreo.
Spostiamoci a pochi chilometri da Parma, a Mamiano di Traversetolo presso la Fondazione Magnani - Rocca per due rassegne.
La Villa dei Capolavori, sede della Fondazione Magnani-Rocca, in occasione della mostra dedicata al suo fondatore Luigi Magnani (Reggio Emilia, 1906 – Mamiano, 1984), di cui poi racconteremo, apre al pubblico gli armadi che custodiscono testimonianze importanti e oggetti preziosi di Magnani stesso e della sua famiglia, rendendo omaggio all’affascinante storia privata di un uomo dal colto e raffinato gusto artistico che dedicò la sua eclettica collezione alla memoria del padre Giuseppe, grande proprietario terriero e imprenditore caseario, e della madre, la nobildonna Eugenia Rocca di Chiavari, nipote di papa Benedetto XV. La storia della Villa e del suo proprietario si intrecciano con quella degli amati genitori, delle sorelle Ada e Lisetta, morte entrambe ventenni di tubercolosi, e di illustri personaggi del mondo della cultura, dell’aristocrazia colta e dell’arte; tra questi anche l’amico pittore Giorgio Morandi, le cui opere sono esposte al piano superiore insieme a tele di Monet, Cézanne e Renoir. Proprio al piano superiore le stanze private di Luigi e della madre Eugenia oggi ospitano capolavori d’arte, affiancate dai luminosi corridoi con i guardaroba a muro di fine Ottocento, celati dalla boiserie ad ante laccate di bianco, che venivano utilizzati per ordinare gli abiti di famiglia, i raffinati accessori, i corredi e tanti preziosi ricordi. Eccezionalmente questi armadi, custodi di storie intime e private, in occasione della mostra vengono aperti ai visitatori permettendo di rievocare gli splendori dell’alta società grazie al ricco abito in pizzo nero degli anni Trenta che la signora Eugenia indossava quando era ricevuta a corte dalla regina Elena di Savoia, di cui era dama di compagnia. Ancora attuale risulta il prezioso abito da ballo in tessuto arricciato con fili in oro degli anni Venti, indossato da Ada, una delle sorelle di Luigi, fra le prime donne in Italia ad adottare il taglio di capelli a la garçonne. Di Luigi Magnani è esposto anche il frac per le serate di gala e il cappello a cilindro, realizzato a Parigi negli anni Quaranta, che riporta all’interno le sue cifre. A svelare i gusti di un tempo ci sono anche gli accessori (collane, cinture, borsette, guanti) provenienti dalle più rinomate case di moda dell’epoca, tra cui spicca per la pregevole manifattura l’ombrellino Belle Époque in pizzo nero e manico in ebano intagliato, oltre alla collezione di vezzosi cappellini che ripercorrono un lungo periodo di storia del costume con modelli dagli anni Venti agli anni Sessanta, che Donna Eugenia commissionava in via Condotti a Roma. Completano la raccolta per la preziosità della fattura e dei tessuti i magnifici corredi ricamati e cifrati fra Ottocento e Novecento, utilizzati dagli ospiti della Villa, come Margaret, sorella della regina Elisabella d’Inghilterra, Giorgio Morandi, Eugenio Montale, Renato Guttuso; di Montale è esposto anche uno dei rarissimi dipinti del grande poeta Premio Nobel, con la passione per l’arte e la musica, amico fra i più cari di Luigi Magnani.
La seconda mostra è intitolata L’Ultimo Romantico. Luigi Magnani. Il signore della Villa dei Capolavori, allestita nelle sale espositive della Villa dei Capolavori. Le opere di Tiziano, Filippo Lippi, Dürer, Goya, Canova, Rubens, Van Dyck, da lui raccolte, dialogano con gli arredi in stile impero e ora anche gli oggetti di una vita intera, seguendo quelle correspondances che egli tanto apprezzava. L’esposizione presenta dipinti, ritratti, autoritratti e documenti autografi dei celeberrimi artisti, critici, musicisti, letterati, registi, aristocratici, capitani d’industria frequentati da Magnani, da Bernard Berenson alla sorella della regina d’Inghilterra, da Eugenio Montale allo stesso Giorgio Morandi; inoltre omaggi pittorici alla passione per la musica di Magnani, resi dai più grandi artisti italiani del Novecento, da Severini a de Chirico a Guttuso a Pistoletto; importanti strumenti musicali antichi; i segreti della Villa della Fondazione Magnani-Rocca, svelati eccezionalmente al pubblico, per scoprire appieno la figura di Luigi Magnani quale “ultimo romantico”. Infine, il sogno di altri ‘capolavori assoluti’ inseguiti da Magnani ma non conquistati, che in occasione della mostra raggiungeranno la Villa dei Capolavori e verranno svelati; il primo grande sogno realizzato è il celeberrimo dipinto Il cavaliere in rosa di Giovan Battista Moroni, capolavoro cinquecentesco.
Stiamo sempre in Emilia, ma ci spostiamo a Carpi per una singolare rassegna, “Prevenire è meglio che curare”. Bernardino Ramazzini (1633-1714). Primo medico del lavoro. L’esposizione ripercorre la vicenda umana e professionale del medico carpigiano, una delle menti più lucide e rivoluzionarie della storia e della pratica medica. La mostra presenta una serie di documenti originali, prime edizioni dei libri di Ramazzini, volumi a stampa coevi, dipinti di autori quali Guercino, Antonio Cifrondi, Giuseppe Graziosi che contestualizzano l’ambiente in cui il medico carpigiano si è trovato a operare. Dal Seicento, il percorso giungerà fino alla contemporaneità, analizzando temi estremamente attuali come la sicurezza dei luoghi di lavoro e la prevenzione dei rischi professionali e ambientali.
La nostra prossima tappa è Lucca presso la Fondazione Ragghianti che propone due mostre contemporanee che intendono indagare il periodo di grande fermento nell’arte italiana degli anni Sessanta, Settanta e Ottanta del Novecento, riscoprendo le figure di Cioni Carpi e Gianni Melotti, artisti poliedrici molto attivi rispettivamente a Milano e a Firenze.
La prima mostra è dedicata alle sperimentazioni di Cioni Carpi, nome d’arte di Eugenio Carpi de’ Resmini (Milano, 1923-2011), personaggio complesso e ricco di sfaccettature. Figlio di Aldo Carpi, pittore e storico direttore dell’Accademia di Brera, fratello di Fiorenzo, noto musicista, e di Pinin, scrittore e illustratore per l’infanzia, Cioni inizia a dedicarsi alla pittura negli anni Cinquanta a Parigi; da qui si trasferisce ad Haiti, poi a New York e quindi in Canada, dove vive fino alla metà dei Sessanta, quando torna definitivamente a Milano. Negli Stati Uniti conosce Maya Deren, regista statunitense di origine ucraina, che lo spinge verso la sperimentazione cinematografica, ambito nel quale Cioni Carpi eccellerà. Dal 1959 al 1980 realizza numerosi film d’artista, attualmente ospitati da importanti archivi, fra i quali quello del MoMA di New York. Per Carpi il cinema, come prima era stata la pittura, è un terreno di sperimentazione. Un altro è il teatro. Sua è la prima scenografia costituita da un filmato per L’istruttoria di Peter Weiss al Piccolo di Milano nel 1966, girato nel campo di concentramento in cui era stato ucciso il fratello Paolo. Carpi, tra la fine degli anni Sessanta e i Settanta, collabora anche con alcuni compositori, fra i quali Angelo Paccagnini, Giacomo Manzoni e Bruno Maderna, per i quali, in occasione della messa in scena delle loro opere, realizza filmati e proiezioni. La mostra comprende il percorso artistico di Carpi dal 1960 circa agli anni Ottanta, grazie ad una quarantina di opere di grandi dimensioni tra dipinti, installazioni, lavori fotografici, filmati, disegni, progetti e libri creati dall’artista in unica copia, ma anche documenti e cataloghi sull’opera di questo intelligente protagonista dell’arte della seconda parte del XX secolo.
La seconda mostra presenta i risultati di una ricerca storica e archivistica, ancora inedita, riguardante l’opera di Gianni Melotti (Firenze, 1953) nel suo primo decennio di attività, dal 1974 al 1984, sia nel suo sviluppo storico-artistico, sia nei rapporti che egli ebbe con alcuni artisti legati da amicizia e collaborazione, quali Lanfranco Baldi, Luciano Bartolini, Giuseppe Chiari, Mario Mariotti e altri artisti come Bill Viola legati alla sua esperienza in art/tapes/22, studio dedito alla produzione di videotapes per artisti di cui Melotti nel 1974 diviene il fotografo. La mostra vuole documentare lo sviluppo dei primi dieci anni di attività del lavoro artistico di Melotti, dalle sperimentazioni cameraless (senza uso della macchina fotografica) in bianco e nero alle sue coloratissime opere tridimensionali, realizzate con materiali cibachrome su tessuti decorati. In mostra troviamo una trentina di suoi lavori.
Il nostro breve itinerario si conclude a Napoli con la mostra Luca Giordano. Dalla Natura alla Pittura. La mostra su questo importante pittore seicentesco (1634-1705), dedicata a Ferdinando Bologna, si articola in dieci sezioni con oltre novanta opere, molte delle quali provenienti da importanti musei e istituzioni estere e italiane, ma in particolare, napoletane (Complesso dei Girolamini, Curia di Napoli, Museo e Certosa di San Martino, Museo Duca di Martina, Museo del Tesoro di San Gennaro, Pio Monte della Misericordia, Società italiana di Storia Patria e molti altri). L’allestimento in sala Causa conserva gli spazi della mostra Caravaggio Napoli ma ne ribalta il senso: dai vicoli di Napoli si passa ai salotti seicenteschi con una nuova sequenza espositiva che diventa un susseguirsi di “stanze delle meraviglie”. La mostra termina con un’installazione multimediale interattiva progettata e realizzata da Stefano Gargiulo (Kaos Produzioni) con l’intento di mostrare alcuni dei luoghi e delle opere affrescate dall’artista a Napoli: nella chiesa di San Gregorio Armeno, di Santa Brigida, alla Certosa di San Martino e nei Girolamini. Un vero e proprio invito rivolto al visitatore a proseguire la visita nella città di Napoli, alla ricerca delle opere di Luca Giordano nelle principali chiese e luoghi culturali cittadini.
Antonio Ligabue e Vitaloni. Dare voce alla natura
Parma – Palazzo Tarasconi
17 settembre 2020 – 30 maggio 2021
Orari: martedì-domenica 10.00-19.30, chiuso il lunedì
Biglietti: 10€ intero, 8€ ridotto
Informazioni: www.fondazionearchivioligabue.it
Gli armadi segreti della Villa dei Capolavori. Testimonianze e ricordi della famiglia Magnani
Mamiano di Traversetolo (Pr) – Fondazione Magnani Rocca
31 ottobre 2020 -13 dicembre 2020
Orari: martedì – venerdì 10.00-18.00, sabato e domenica 10.00-19.00, chiuso il lunedì
Biglietti: 12€ intero, 10€ ridotto
Informazioni: www.magnanirocca.it
L’Ultimo Romantico. Luigi Magnani. Il signore della Villa dei Capolavori
Mamiano di Traversetolo (Pr) – Fondazioni Magnani Rocca
12 settembre 2020 – 13 dicembre 2020
Orari: martedì - venerdì 10.00 – 18.00, sabato e domenica 10.00 – 19.00 , chiuso il lunedì
Biglietti: 12€ intero, 10€ ridotto
Informazioni: www.magnanirocca.it
“Prevenire è meglio che curare”. Bernardino Ramazzini (1633-1714). Primo medico del lavoro
Carpi (Mo) – Palazzo dei Pio
3 novembre 2020 - 6 gennaio 2021
Orari: venerdì, sabato e domenica 10.00-13.00/ 15.00 - 9.00
Ingresso libero
Informazioni: www.palazzodeipio.it
Avventura dell’arte nuova
Lucca – Complesso San Micheletto (Fondazione Ragghianti)
3 ottobre 2020 - 6 gennaio 2021
Orari: tutti i giorni 10.00-13.00/ 15.00-19.00, chiuso il lunedì
Biglietti: 3€
Informazioni: www.fondazioneragghianti.it
Luca Giordano. Dalla natura alla pittura
Napoli – Reggia di Capodimonte
8 ottobre 2020 - 10 gennaio 2021
Orari: tutti i giorni 8.30 - 19.30, chiuso il mercoledì
Biglietti: 10€ intero, 2€ ridotto
Informazioni: www.museo-capodimonte.beniculturali.it