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AA. VV. - Qua la mano don Camillo

Fonte:
CulturaCattolica.it ©
Ancora

Milano, 2000

Pagine: 220

Prezzo: € 14,46

La cultura ufficiale non ha mai amato Giovannino Guareschi, il "reazionario", come egli stesso amava definirsi", cosicché il suo nome non rientra nei consueti canoni degli scrittori importanti del Novecento a cui ci hanno abituato i manuali scolastici.
Se si pensasse a scelte effettuate sulla base di criteri puramente estetico-letterari, se ne dovrebbe dedurre che Guareschi non ha le carte in regola per essere apprezzato come scrittore di razza: troppo provinciale, cronachistico, troppo polemicamente legato alle vicende politiche e partitiche del suo tempo.
Ma la realtà dimostra che le cose non stanno proprio in questi termini: un lettore "ignorante", nel senso di estraneo alle dispute letterarie, ma soprattutto privo di pregiudizi ideologici, quando inizia a leggere qualcuno dei suoi racconti ne rimane affascinato, divertito e commosso, dimostrando che i personaggi e le vicende guareschiane reggono al tempo e possiedono un valore più profondo di quello semplicemente documentario.
Di fatto, a fronte di un evidente ostracismo da parte della cultura alta, Guareschi ha sempre riscosso successo di pubblico, come testimoniano le numerose ristampe delle sue opere tuttora in catalogo da Rizzoli e la loro traduzione in diverse lingue.
Inoltre qualcosa sta cambiando anche nel panorama della critica: già a partire dalla metà degli anni Novanta un gruppetto di giovani intellettuali (giornalisti, critici, scrittori,...) ha riportato l'attenzione critica sulle sue opere, rileggendole con criteri e schemi meno angusti di quelli derivanti da una critica più ideologica che letteraria.
Culturalmente attrezzati, per nulla intimiditi dai giudizi ufficiali, liberi da pregiudizi o preclusioni (ché tali in fondo ci paiono i veri motivi della diffidenza nei suoi confronti), questi critici, andando controcorrente, hanno avviato un interessante lavoro di valorizzazione e reintepretazione dell'opera e della figura dello scrittore parmense: ha iniziato Alessandro Gnocchi con Don Camillo & Peppone: l'invenzione del vero (Rizzoli, 1995), seguito da Giovanni Lugaresi con Le lampade e la luce. Guareschi: fede e umanità (Rizzoli, 1996).
Di nuovo Gnocchi con Giovannino Guareschi, una storia italiana (Rizzoli, 1998) e Don Camillo, il vangelo dei semplici (Ancora, 1999). Ed ecco ora Qua la mano don Camillo. La teologia secondo Peppone a cura di Gnocchi e Palmaro (Ancora, 2000).
Proprio negli ultimi due libri il criterio di composizione seguito è simile: si è fatta una scelta di alcuni racconti di Mondo piccolo e si è chiesto a scrittori, critici, uomini di chiesa di leggerli in chiave teologica. Ogni racconto è preceduto da un esergo, costituito da un brano evangelico che fornisce già una sintetica chiave di lettura, ed è poi seguito dall'analisi del commentatore.
Parlare di lettura teologica potrebbe far pensare all'utilizzo di un criterio diverso da quelli prima accennati ma egualmente improprio, forzato.
Per fare critica ci vuole finezza di spirito, capacità di mettersi in sintonia con le riposte ragioni di chi scrive così da svelare le segrete architetture della sua opera, aiutare il lettore a comprenderne il senso e a gustarne ancor di più la bellezza: ma questo è possibile appunto solo con una grande apertura mentale che non ingabbi l'altro, riducendolo all'unica, e talvolta inadeguata, misura del critico.
Nel caso di Guareschi il criterio teologico si rivela davvero capace di attenzione e cordialità a tutto campo: esso ha aperto nuove possibilità di approfondimento, ha fatto emergere con chiarezza e vigore la dimensione profondamente cristiana delle sue opere e consentito di ritrovare temi di forte spessore cui una interpretazione in chiave esclusivamente storicistica difficilmente potrebbe giungere.
Valga a puro titolo esemplificativo di quanto andiamo dicendo la sintetica presentazione scritta sul retro di copertina in una edizione BUR del 1980 a Il compagno Don Camillo: "Molto tempo prima di Berlinguer, - vi si legge - nella Bassa Padana, il compagno e capocellula Peppone ha immaginato un modo tutto suo di fare il Compromesso Storico. Ha per odiato amato interlocutore, avversario, affettuosissimo e velenosissimo nemico don Camillo, parroco d'eccentrica ma genuina religiosità che, anche lui in modo tutto suo, ha immaginato qualcosa di molto simile alla Strategia dell'Attenzione nei confronti dei comunisti. (...)"
Compromesso storico, strategia dell'attenzione: anche se riferiti con una certa ironia, non ci pare proprio che con simili categorie interpretative si vada molto in là nella comprensione dei racconti di Mondo Piccolo: il clima di un'epoca, le dispute politiche del dopoguerra sono sì elementi presenti ma che da soli non basterebbero a chiarire la freschezza e la modernità dei racconti, e limitarsi ad essi ne farebbe perdere di vista la sorgente: il serrato confronto tra il prete della Bassa, irremovibile nei suoi principi di cattolico ortodosso, e il sindaco "rosso", altrettanto pervicace nella fedeltà al suo ideale comunista, non è questione di strategia politica: nella quotidianità degli avvenimenti che li coinvolgono, li contrappongono e più spesso li avvicinano si vola ben più alto: ogni volta si scopre che c'è di mezzo il destino dell'uomo, i temi del potere, del perdono, della misericordia e della Provvidenza.
Bisogna dunque essere grati ai curatori e ai commentatori perché, illuminati da questa nuova luce, i racconti svelano la loro linfa segreta, la trama acquista spessore, le figure diventano gli umanissimi protagonisti di quella eterna e pur sempre nuova vicenda che è la vita umana raccontata con humour e carità.

A chi volesse sapere qualcosa di più di Guareschi, si consiglia di consultare due siti a lui dedicati: si tratta di www.giovanninoguareschi.it e mondopiccolo.net.

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