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Affinati, Eraldo - La città dei ragazzi

Autore:
Mocchetti, Giovanni
Fonte:
CulturaCattolica.it
Mondadori

“…a 15 anni sta ancora aspettando, è ancora sfiduciato, ma conta sulla sorpresa dell’ultimo istante. L’acquazzone dopo la siccità, l’isola intravista tra i vapori dell’oceano, una voce diretta esplicitamente a lui… e allora io lo faccio salire sul podio, in modo che prenda atto della sua esistenza. Ad ogni piccolo miglioramento – un accento azzeccato, una doppia corretta, un verbo giusto, - gli cucivo una medaglia sul petto: il sorriso era un bronzo; la pacca sulle spalle significava l’argento; le mani in alto, come se mi avesse disarmato, equivalevano all’oro….” In questa citazione c’è tutto il “cuore” dell’esperienza educativa vissuta dall’autore nell’istituto fondato a Roma dal prete irlandese John Carroll-Abbing nell’immediato dopoguerra allo scopo di raccogliere gli orfani vittime del conflitto e dare loro un’istruzione. Ora la “città dei ragazzi” accoglie tutti quei giovani extracomunitari che arrivano nel nostro Paese sui barconi per mare o nascosti nei Tir. Lo scrittore insegna italiano nella scuola professionale dell’opera profetica di questo grande sacerdote irlandese, e racconta le storie umanamente intense di questi profughi, del rapporto condiviso con loro; innesta su questa vicenda il racconto della figura di suo padre, per cui il romanzo finisce per diventare uno scavo affettivo della memoria, tutto giocato nel paragone con l’avventura educativa che nel presente egli vive con questi giovani; alla fine si comprende che il vero tema di questo notevole romanzo è quello del maestro e del discepolo, del padre e del figlio: il tutto narrato con uno stile piuttosto agile e coinvolgente.

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