Condividi:

Agca, Mehmet Ali - Mi avevano promesso il paradiso. La mia vita e la verità sull’attentato al Papa

Fonte:
CulturaCattolica.it
Ed. Chiarelettere, 208 pag, 12,9 euro

Ho letto con interesse l’autobiografia di Mehmet Ali Agca: impressiona il racconto della sua storia. Povertà, violenza, odio. Un’ educazione che ha segnato una vita. Terribile la responsabilità degli uomini.
Non ho la capacità di giudicare se quanto raccontato sia una nuova forma di depistaggio, di confusione o invece corrisponda alla verità dei fatti. Certo colpisce la denuncia del mandante, quel Khomeini intollerante e fanatico che tanto sangue ha versato nel mondo.
Sono però rimasto colpito da tre passaggi, che vi ripropongo, come itinerario di lettura e occasione di esame di coscienza.

Così inizia il racconto: «Sono cresciuto nell'odio. Nell'odio per l'Occidente, i cristiani, gli ebrei, gli Stati Uniti d'America. Sono cresciuto credendo che contasse soltanto imporsi, affermarsi, se necessario annientando i propri nemici. Nessuno mi ha mai detto che esisteva un'altra possibilità: porgere l'altra guancia, rispondere alia sete di potere e affermazione, di distruzione e odio, con la loro antitesi, l'amore.»

E così il libro si conclude: «Oggi so che Gesù Cristo è la migliore persona che abbia mai calpestato le strade di questo nostro mondo. Il genere umano ha una sola via di salvezza ed è quella indicata da Gesù Cristo.
Gloria eterna a Cristo, il servo supremo del Dio invisibile e il re eterno del genere umano».

Che cosa ha reso possibile questo cambiamento? Ecco qual è la risposta di Agca:
«Il 27 dicembre 1983 uno spillo bucò quasi impercettibilmente l'enorme massa di odio che avevo dentro. L'odio, quell'odio cieco che chiede solo morte, ha impiegato poi anni ad andarsene del tutto. Eppure il miracolo è stato possibile, e lo è stato grazie a quella puntura, a quello spillo invisibile.
Quel giorno, mentre ero rinchiuso in una cella d'isolamento del carcere di Rebibbia, dopo il tentato omicidio a Giovanni Paolo II, un secondino ha aperto lo spioncino della porta blindata e si è rivolto a me.
«Mehmet Ali Agca, preparati. Una persona ha chiesto di vederti.»
Non conosco nessuno in Italia. Nessuno ha mai chiesto di me.
«Chi è?» chiedo incredulo.
«E lui, Ali.»
«Lui chi?»
«Il papa. Giovanni Paolo II. Ha chiesto di vederti.»

E poi, descrivendo l’incontro, così racconta: «[Il Papa] Mi dice: «Ali, questo anno santo straordinario, il 1983, è stato proclamato "anno santo" anche per te, anche per accogliere te in seno alla Chiesa cattolica».
II papa mi sta invitando alla conversione. Mi vuole fra i suoi. Guardo i suoi occhi e per un istante ho come la sensazione che non sia venuto in carcere per sapere il nome del mandante dell'attentato, né semplicemente per perdonarmi. Intuisco che il vero motivo è un altro. Vuole la mia conversione. Vuole la mia salvezza.»

Carità, perdono: questa è la strada autentica della missione. La grazia di Dio ha bisogno di uomini così, come Giovanni Paolo II. Il resto, lo opera lei, inesorabilmente.

Vai a "Scaffali"