Biffi, Giacomo - Contro Mastro Ciliegia - commento teologico a "Le avventure di Pinocchio"
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Contro Mastro Ciliegia
pp. 220
Jaca Book
€14.00
"Pulcinella, Arlecchino e la signora Rosaura sono soltanto burattini, senza speranza. (…) Pinocchio, di legno come loro, marionetta come loro, senza vero dominio di sé come loro, ha un altro destino. (…) La differenza sta tutta nel fatto che Pinocchio ha un padre, prodigiosa eccezione tra i suoi simili. Se ha un padre, ha un destino filiale. (…) Un burattino che ha un padre, è chiamato a essere uomo; un uomo che ha rifiutato il padre, presto o tardi si conforma ai burattini".
Ovviamente quando Giacomo Biffi parla di padre si riferisce non tanto a Geppetto, quanto a Dio. Perché in questa imperdibile e singolare lettura della favola di Pinocchio, l'attuale cardinale di Bologna ci offre una convincente metafora dell'avventura dell'uomo, del rapporto col suo destino, con la libertà, con la paternità di Dio. Pinocchio diventa figura del cristiano, "legnoso" e peccatore, ma "figlio". Ed ecco che una favola straconosciuta diventa improvvisamente nuova e carica di un'impensabile profondità. Biffi ha forzato la mano a Collodi? Ha voluto farne un campione, suo malgrado, dell'ortodossia cattolica? Secondo l'autore, nell'Italia liberale anticattolica la fede, censurata dalla dittatura culturale, "covava" dentro le coscienze ed era pronta a risuonare apertamente dal profondo dello spirito, travestita da fiaba. Scoprirete, con una certa meraviglia, che le avventure di Pinocchio sono più efficaci di un libro di catechismo e che la fiaba di Collodi ci aiuta a leggere la nostra esperienza di fede. Un libro che risale al 1977, ma che è oggi più che mai attuale, in questa società di burattini senza padre. E di burattinai.