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Bocchini, Mirella - Colloqui con una professoressa

Autore:
Bruni, Gilberto
Fonte:
CulturaCattolica.it
Ed. Cantagalli, € 10,00

Il solito pamphlet sulla crisi del nostro sistema scolastico? Analisi impietosa della difficile situazione della scuola italiana? Neanche per sogno. Il piccolo testo uscito nell’ottobre 2011 per le edizioni Cantagalli, “Colloqui con una professoressa” si pone come una eccezione nella pubblicistica scolastica recente. Si tratta di una lunga intervista a una professoressa di Lettere, Mirella Bocchini, che ha trascorso buona parte della propria carriera scolastica in un Istituto professionale di Milano, il “Pacinotti”. Il titolo richiama volutamente la famosa “Lettera a una professoressa” di don Lorenzo Milani, uscita nel 1967. Ma non rifà il verso al don Milani della polemica anticulturale, l’aspetto più debole e controverso del famoso libretto; condivide bensì due aspetti decisivi della pedagogia del priore di Barbiana: la radicalità del rapporto educativo, che porta a condividere tendenzialmente tutta la vita coi propri allievi; e la comunitarietà dell’esperienza scolastica.
Il punto di partenza è chiaro: “Ricostruire l’Io e farlo diventare consapevole di sé”– dice Mirella - “Questo il primo compito; un Io che deve affrontare il reale in tutti i suoi aspetti, con tutti i problemi che ci sono nell’ambiente”.
Il libro non trascura di enumerare gli aspetti problematici, già presenti nella scuola negli anni Settanta e Ottanta del secolo appena trascorso. Ma non si attarda a lamentarsi: va oltre, raccontando un’esperienza di vita particolarmente interessante nel contesto della storia scolastica recente: la nascita di una comunità cristiana dentro l’ambiente, capace di assumersi in modo radicale tutte le problematiche presenti, per molti aspetti in anticipo sui tempi: droga, libertà sessuale, carenze strutturali, violenza politica, problemi psichici e di disagio… Il testo è diviso in tre parti: dapprima un’intervista, in cui Mirella racconta soprattutto le scoperte di pedagogia e di didattica compiute in quegli anni, declinando culturalmente in questi ambiti quanto più era possibile il carisma di don Giussani, con alcune esemplificazioni esistenziali. Segue un ampio capitolo metodologico sul “tema” come possibilità di espressione e maturazione di sé; infine Rosa Papa, che viveva anch’essa questa avventura umana al “Pacinotti”, racconta vivacemente l’ambiente e la situazione provocanti, e l’avvenimento concreto di vita di comunione sperimentato con i ragazzi e con numerosi adulti.
Sarebbe facile obiettare che il libro si riferisce ad anni passati, e quindi a un tipo di ragazzi diverso da quello di oggi; ma è facile anche rispondere che il periodo dal ’70 all’85 veniva chiamato degli “anni di piombo”, e quindi i tempi non erano meno duri di quelli odierni. Negli Istituti Tecnici e Professionali era già ampiamente progredita quella “Chernobyl dell’io”, di cui parlò qualche tempo dopo don Giussani in tante occasioni; e oggi tale situazione culturale/umana è più che mai di attualità: al “Pacinotti” era solo stata anticipata di vent’anni. Del resto sono sorprendenti i frutti di questa radicalità di condivisione (ben esemplificati dall’Introduzione di Padre Bernardo Cervellera, direttore di AsiaNews, che di Mirella Bocchini è stato alunno, e dalla casa aperta di Mirella, spazio di ospitalità chiamato “Mamre”, il querceto dove Abramo riceve la visita dei divini ospiti misteriosi).
Siamo di fronte a un testo che è un conforto ed un aiuto metodologico per qualunque insegnante in qualsiasi situazione, perché mostra che è possibile rinascere ed essere protagonisti.

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