Calabresi, Mario - Spingendo la notte più in là
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“…non era una giornata normale quando l’hanno ucciso, nel senso che non era inaspettata; da molto tempo nessun giorno era normale…” : così inizia la memoria e l’omaggio di una struggente e dolorosa bellezza di Mario, giornalista di “Repubblica”, alla figura del padre, Luigi Calabresi, ucciso dai terroristi nel 1972 sulla soglia di casa. Anni di odio ideologico cieco e furibondo che spingeva ad uccidere persone in carne ed ossa scambiandole per icone del nemico capitalista e borghese; il libro è dedicato da Mario anche ad altre vittime del terrorismo dei cosiddetti “anni di piombo”, quelli in cui, all’assassinio di Moro, nelle piazze e su alcuni giornali si scriveva ipocritamente “né con lo Stato, né con le Brigate Rosse” ; commovente è la scelta dell’immagine della copertina del libro che ritrae una giovane Gemma Calabresi , vedova sorridente con i piccoli figli, l’ultimo nato dopo l’omicidio di Luigi.