Capote, Truman - Arpa d’erba
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“…una cascata di colori fluiva fra le foglie secche e sonore e io volli che il giudice sapesse che cosa Dolly una volta mi aveva detto: che era un’arpa d’erba che registrava i suoni e li riproduceva, un’arpa di voci che ricordavano una storia…”
Ho scoperto questo capolavoro della letteratura USA contemporanea, scritto dal suo autore a soli 23 anni, e ne sono rimasto molto colpito, perché raramente ho letto delle pagine che descrivessero in modo così poetico ed emozionante l’innocenza dell’infanzia e lo splendore magico e misterioso di quell’età inquieta chiamata adolescenza. Fortemente autobiografico, il libro racconta di un ragazzino che, rimasto orfano, viene affidato a due zitelle; con la più anziana, egli vive una straordinario rapporto affettivo, che lo introduce gradualmente sia nel mondo della fantasia che in quello della realtà quotidiana.
Breve romanzo, affastellato di personaggi, caratterizzati da un’umanità autentica, vede il suo punto cruciale narrativo nel momento in cui, per uno screzio, una delle due zitelle, Dolly, decide di lasciare la casa e di andare a vivere sulla capanna costruita su un albero. Si porta dietro il ragazzino, ma, non a caso, intorno a tale quercia si radunano i personaggi più soli, eccentrici del villaggio: sono quelli che nel cristianesimo chiamiamo i “puri di cuore”.