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Donna D’Oldenico, Giovanni - Giusto

Fonte:
CulturaCattolica.it ©
Marietti

“…l’uomo accanto al quale l’impossibile è diventato semplice: essere vergine, sposa e madre. Infinitamente...”
Con questa profonda tenerezza, Maria descrive Giuseppe che, come dice il Vangelo, era un uomo “giusto”. E’ un romanzo sorprendente che racconta delle giovanili avventure della Sacra Famiglia durante la fuga in Egitto, di Maria che di notte va a cercare suo Figlio in un villaggio dove ha iniziato la Sua vita pubblica perché vuole portarLo a casa. Presenta anche un’inedita figura di Barabba e si conclude con un dialogo eccezionalmente commovente tra il padre e Gesù. La sorpresa più grande è quella di un romanzo fortemente cattolico, semplice nella sua scrittura e avvincente nella narrazione, un racconto libero da spiritualismi, da agiografie sentimentali, molto abile ed originale nel tentare di descrivere un uomo a cui il Vangelo non fa pronunciare neanche una parola, ma che qui assume la fisionomia molto concreta di un papà, investito da un grande Compito, che svolge semplicemente, obbedendo. Giuseppe nel suo saper essere un uomo qualunque, era davvero straordinario…mai sarebbe stato all’altezza di un mistero così grande: se l’Eterno aveva riservato lei per Sé, a lui non restava che farsi da parte, ritirarsi,… Ma intanto domandava, crescendo questo Figlio, di essere in grado di sostenere quotidianamente l’Infinito…” Il libro ricorda, nello stile e nel tratteggiare i personaggi, “In nome della madre” di Erri De Luca, con la differenza sostanziale che quello di D’Oldenico è animato e sostenuto dal palpito della fede, mentre l’altro vede lo stupore sincero, ma laico, nell’osservare il cuore, i pensieri ed il corpo di una ragazza investita da un Mistero più grande di lei; infine, “Giusto” può essere accostato, in certe pagine, al film “Nativity”.

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