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Falcon, Giovanna – Ti regalo la mia molla. La vita di Andrea Mandelli

Fonte:
CulturaCattolica.it
Itaca 2018, € 13,00
La cosa più bella è che ho tanti amici, ma la cosa ancora più bella è che questi diciannove anni è valsa la pena di viverli per l’istante in cui L’ho incontrato. Ho impiegato tanto, diciannove anni, ma sono stati utili per quel solo istante. Ne ho sentito sempre parlare, ma la volta dell’incontro personale è una. E una volta accaduto questo momento non lo dimentichi più. E le cose difficili diventano facili

Il frutto non cade lontano dall’albero, si dice. Per capire la vita di qualcuno è necessario partire dalle sue radici, dal ceppo dal quale si è sviluppato. Finché è un germoglio piccolo e fragile, finché non si è rafforzato e non ha proteso i suoi rami verso il cielo, non tutti scopriranno la vera grandezza che esso inaspettatamente nasconde e contiene”. Questa frase di Lush Gjergji a proposito di Santa Teresa di Calcutta si può applicare con grande adeguatezza ad Andrea Mandelli, morto il 29 novembre 1990 a 19 anni dopo una dolorosa malattia. A quasi trent’anni di distanza dalla sua morte, il suo ricordo è ancora così vivo che la recente presentazione a Brugherio della biografia scritta da Giovanna Falcon ha visto radunarsi una moltitudine di amici commossi. E l’humus ricco e fecondo – la famiglia, la comunità di Brugherio, i gruppi di GS di Cologno e del Sacro Cuore, don Pietro, don Gianni, don Gabriele, don Giorgio, gli innumerevoli amici - da cui Andrea è germogliato, e che il libro documenta con ricchezza, è come la premessa su cui poi si è innestata la sua libertà di risposta, dentro una strada imprevista e drammatica ma accettata con consapevolezza sempre più grande. Tre sono state le evidenze che hanno sorretto e accompagnato Andrea nella sua breve ma intensissima vita: l’incontro con Cristo, la decisività dell’istante e il valore dell’amicizia. “La cosa più bella è che ho tanti amici, ma la cosa ancora più bella è che questi diciannove anni è valsa la pena di viverli per l’istante in cui L’ho incontrato. Ho impiegato tanto, diciannove anni, ma sono stati utili per quel solo istante. Ne ho sentito sempre parlare, ma la volta dell’incontro personale è una. E una volta accaduto questo momento non lo dimentichi più. E le cose difficili diventano facili”. In questo messaggio ad una amica è racchiuso tutto il senso della vita e della morte di Andrea. Si chiarisce pure il significato del misterioso titolo: “Ti regalo la mia molla”: “Sai qual è il valore di un amico? Quello di ricordare all’altro come una molla il Destino per cui è fatto. Ti regalo la mia molla”. La molla di una biro come dono natalizio all’amica Angela. E ancora la frase “ATTENZIONE: PERICOLO DI VITA E DI MORTE. SEMPRE”, richiamo alla preziosità dell’istante, divenuto poi il titolo di un giornalino scolastico al Sacro Cuore. E infine quell’ “OK, va bene, andiamo!”, le sue ultime parole prima di incontrare Gesù.

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