Hirata, Andrea - La scuola ai confini del mondo
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“… ascoltavamo Bu Mus raccontare la storia di Robin Hood. Alla sua ombra giocavamo alla cavallina, piangevamo, cantavamo, studiavamo e bisticciavamo. Alla fine delle lezioni, non volevamo mai tornare a casa. E domenica, il giorno in cui stavamo a casa, non vedevamo l’ora che arrivasse lunedì…”. Siamo in una poverissima isola dell’arcipelago indonesiano, anni ’80 , inizio dell’anno scolastico. Viene nominata come maestra una ragazza di 15 anni, la quale deve ottemperare ad un decreto governativo: la sua scuola (una baracca senza gessi, né quaderni ecc..) deve essere composta di un minimo di 10 alunni, ma i ragazzini all’ingresso della fatiscente costruzione sono solo nove… Testo che tutti gli insegnanti e gli educatori dovrebbero leggere, perché traduce in narrativa avvincente la parola studium, cioè passione per la conoscenza, desiderio e curiosità tenace di scoprire il mondo, di essere introdotti alla realtà da parte di un gruppetto di bambini. L’isola vive di rame ed una ruspa deve scavare proprio nel punto in cui sorge la “scuola”, ma la maestra con i bambini si presenta nella sede del Ministero dell’istruzione e si fa ricevere dal capo commissione strutture scolastiche; emozionata, non pronuncia una parola, le guance rigate di lacrime, fino a quando…