Jaber, Rabee - Come fili di seta
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“Anche la casa si è riempita d’allegria, la famiglia ha serrato i ranghi, i blocchi si sono incastrati fino a formare una pavimentazione perfetta, hanno intessuto i loro fili resistenti, non era una fragile ragnatela… per l’ennesima volta Marta ha avuto la certezza di vivere in una terra incantata…”. Sessant’anni di storia USA, visti dagli occhi di una ragazza siriana, che all’inizio del ‘900 s’imbarca su una nave per raggiungere il giovane marito, che l’ha preceduta in cerca di lavoro. La solita saga generazionale, che ci annoia con la somma delle sue felicità, disgrazie, ecc.? Proprio no!! Anzi, la storia di Marta, la protagonista, si snoda sull’accumulo di tessere come a formare il mosaico che descrive le molteplici avventure dei mercanti siriani immigrati, i quali on the road hanno percorso tutte le regioni americane, spinti non solo dalla lotta quotidiana per la sopravvivenza, ma anche dall’indomita passione di scoprire un Paese ignoto. Come tanti piccoli Ulisse danteschi, che varcano lo stretto delle colonne d’Ercole. Quindi il romanzo assume una dimensione quasi epica, nella sua miriade di piccole e grandi storie, che s’intrecciano appunto come “fili di seta”, attorno al personaggio della coraggiosa donna. Il suo negozio è il riferimento per tutti questi vagabondi del commercio, che s’inoltrano negli sterminati spazi del paesaggio USA. E le tessere del mosaico narrativo, per l’originalità delle loro vicende, sembrano le matrioske russe: leggi due pagine e scopri certi caratteri; ne scorri altre due e appaiono descrizioni meravigliose; ancora altre tre, quattro pagine e subentra la Storia, che conduce i personaggi su altri sentieri da quelli che sognavano per la realizzazione del loro destino di felicità; ma tutto sempre dentro uno sguardo stupito e positivo sul reale.