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Marai, Sandor - La sorella

Adelphi

Ormai consueto appuntamento con questo grande scrittore magiaro, scoperto postumo da questa casa editrice con il romanzo “Le braci”, seguito da “I ribelli”, “La recita di Bolzano”, “L’eredità di Eszter”,Divorzio a Buda” e “La donna giusta”. Grande e acutissimo scavo psicologico dei personaggi, nel senso che Marai non si limita a tratteggiarne il carattere, ma soprattutto ne evidenzia “l’anima” intesa come anelito dello spirito al desiderio di felicità, di autenticità. Oppure - tema spesso ricorrente nei suoi libri - l’indagine sull’io che improvvisamente “si risveglia” dal torpore e dal conformismo di abitudini consolidate, si toglie la maschera con cui ha cercato di costruirsi un ruolo nella società e va a cercare le tracce di una verità di sé dimenticata; un amore autentico, un’amicizia vera… e da lì ricomincia o tenta di ricominciare a vivere. Anche in questo romanzo c’é la figura di un celebre pianista, la cui tranquilla ed agiata esistenza viene sconvolta da un’improvvisa “malattia” che lo coglie durante un concerto a Firenze: il suo ricovero all’ospedale, il rapporto con il medico curante, specialmente la presenza di alcune suore che lo accudiscono “…..fu quello il momento in cui cominciò, in cui la mia vita si separò da tutto quello che precedentemente ne aveva costituito la condizione ed il senso, in cui qualcosa di me morì, ed io, allo stesso tempo rinacqui, come se fossi morto per la vita e nato per la morte...”