Condividi:

Marshall, Bruce - Il miracolo di Padre Malachia

Fonte:
CulturaCattolica.it
"Quando credere ai miracoli diventa impegnativo..."


Caro piccolo Malachia Murdoch, sacerdote dell’Ordine di san Benedetto!
Chi avrebbe mai creduto che l’umile fraticello inviato come esperto a istruire preti e fedeli della Chiesa di santa Margherita di Scozia, a Edimburgo, nell’uso del canto gregoriano doveva diventare il protagonista di una vicenda così incredibile!?
Eppure pare che il Padre Eterno scelga una tra le persone più insignificanti e sconosciute per turbare la “mediocre” tranquillità di quel piccolo mondo di “onesti” peccatori incalliti che popola Edimburgo.
E in fondo anche il nostro mondo è così: dimentico di quell’Onnipotenza che, se può trasportare le montagne, non avrà certo difficoltà a spostare “Il giardino dell’Eden”, un locale da ballo, “sentina di iniquità” secondo il canonico Collins, (e oggetto delle sue omelie infuocate contro il malcostume dilagante, regolarmente ignorate dai destinatari), dalla sua sede originaria ad una zona impervia e isolata su una roccia solitaria che à la Bass Rock.
Il nostro Malachia lo crede fermamente, ma… anche il canonico e i suoi giovani preti, in un primo momento perplessi, davanti alla decisione del vecchio monaco, che vuol dimostrare ad un presuntuoso pastore episcopaliano, il rev. Hamilton, che i miracoli sono possibili, cedono e capiscono che la fede è davvero anche un atto di volontà, e lo assecondano.

Gradevolissima è l’ironica e affettuosa descrizione della semplicità che caratterizza un po’ tutti i personaggi, da padre Malachia, che in fondo è un mistico, a Più Bobbie (l’affettuoso soprannome dato al vescovo dai pretini della parrocchia), al Bi Bi Bi (Bishop’s Bad Brother, Il Fratello cattivo del Vescovo, un mistico a rovescio che trovava nella birra e nelle maestre di ballo ciò che gli affaristi stanchi trovano nel golf) follemente innamorato della sua Bubbles, al Sig. Harris, talmente monoteista nei suoi vizi, che, dedicando tutta la sua devozione a Bacco, non gliene restava neanche un poco per Venere (con grande gioia della moglie!), e così via.

Ma l’aspetto più incredibile, nella sua preoccupante attualità, è la reazione delle persone davanti al miracolo di padre Malachia; assolutamente imprevedibile e senza precedenti per i suoi colleghi ecclesiastici che un po’ si scandalizzano, ma poi, davanti al fatto innegabile, si arrendono; assurdo e frutto di superstizione per la maggior parte del mondo dell’informazione e degli intellettuali che, come in ogni tempo, chiudono gli occhi davanti al fatto inspiegabile e negano l’evidenza; anche l’evidenza di un grosso buco dove prima stavano le fondamenta di un imponente locale da ballo e della sua presenza a diversi chilometri di distanza.
Una delle scene più gradevoli è senz’altro l’incontro tra il Vescovo che vuole capire di più, il Canonico Collins e i suoi due giovani collaboratori, padre Malachia sia pure in disparte, e il Bi Bi Bi giunto inatteso a chiedere conto a Malachia della sua impresa che ha interrotto una romantica dichiarazione d’amore per la sua Bubbles.

Davanti alla domanda del fratello vescovo che gli chiede se non si sia ingannato, se non abbia sognato, ecco cosa risponde: “ma potevo sognare di essere sveglio, potevo? E che: il giardino dell’Eden se ne stava incollato sulla bass Rock come se ce l’avessero costruito sopra? Non potevo mica sognarmi che le fondamenta erano come un coltello in una torta e che le ragazze erano spaventate come tante pollastre davanti a un’automobile. Potrei aver sognato, ma se ho sognato allora, vuol dire che sto sognando anche in questo momento (…). Già, Bubbles dovrebbe aver sognato anche lei, e anche le ragazze del teatro, e il padrone del Giardino, il quale è una lenza come non se ne trova un’altra in tuta la Scozia (…). Già Bobbie, dovrei aver sognato a tutta forza in queste ultime ore”. E, dopo aver descritto la baraonda provocata dalla traslazione del Giardino dell’Eden… ecco la conclusione del suo discorso: “Sono venuto per dire a padre Malachia che io non credo a una sola parola di tutto questo pasticcio senza capo né coda”… Beata semplicità!!!

Ma ancora più esilarante è la reazione del manager della compagnia di balletto che era stato sorpreso nel pieno dello spettacolo e che, in seguito al miracolo, aveva dovuto provvedere a tenere a bada per una notte e a nutrire un bel gruppo di allegre ballerine che desideravano il risarcimento: il mistero più misterioso per lui era questo strana entità (una cosa, una persona, ma che cosa mai!?): “perbacco! (…) lo Spirito Santo deve pur essere qualcuno se può far volare una sala da ballo sulla vetta della Bass Rock. E vorrei sapere perché sull’ultima pagina del “Daily Mail” non c’è nessuna fotografia dello Spirito Santo, mentre ci sono quelle delle mie ragazze che si incipriano il naso…”

Tutto il gradevole romanzo, costruito intorno a Padre Malachia e al suo miracolo, è una simpatica galleria di personaggi abbastanza pittoreschi… in realtà diventano meno pittoreschi quando ci si rende conto che è una descrizione del nostro mondo non più cristiano, in cui i protagonisti siamo noi, che non comprendendo quel che accade e non riuscendo a trovare una spiegazione plausibile, finiamo per negare persino l’esistenza del Mistero.

Lascio al lettore, insieme al piacere di una lettura simpatica e rilassante, la sorpresa della conclusione, veramente inaspettata e degna dell’intera vicenda.

Vai a "Scaffali"