Maugham, William Somerset - Il velo dipinto
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“…non ci capisco niente. La vita è così strana, mi sento come uno che ha vissuto da sempre in un minuscolo laghetto e d’improvviso ti fanno vedere il mare. Mi toglie un po’ il fiato, eppure mi riempie di euforia… comincio a sentirmi un coraggio nuovo, mi sento come quei vecchi marinai che fanno vela verso mari sconosciuti e mi pare che la mia anima abbia una grande sete d’ignoto…”, questo confida la protagonista Kitty ad un amico a metà di un sorprendente romanzo pubblicato dall’autore de “La luna e sei soldi”, “Il filo del rasoio”, “Schiavo d’amore” nel 1925. Ambientato in una Hong Kong ancora colonia inglese e poi nell’entroterra primitivo di un paese in preda ad un’epidemia di colera, il romanzo inizialmente appare con la solita storia di un triangolo sentimentale: lui, lei, l’altro. Ma poi si trasforma radicalmente in una straordinaria avventura dello spirito, in un’avvincente storia di un cambiamento, causato da un incontro; succede cioè che l’ottusa e superficiale Kitty, trascinata dal marito tradito nel cuore dell’epidemia, fortifichi il suo io a contatto con l’eroismo quotidiano di un gruppo di suore francesi, impegnate ad educare i poveri e a salvare i deboli colpiti dal colera. Quello di Maugham non è tuttavia un romanzo moralisticamente “edificante”: è la vicenda dura di un cuore spezzato di un uomo, della stupida indifferenza di una donna, del coraggio di vivere e di lottare di un gruppo di persone in circostanze tremende, che, per quanto abbiano la possibilità di scappare da una malattia che divora la carne, restano attaccate al loro compito, con una dedizione capace di struggimento per il destino del prossimo; tutto ciò raccontato splendidamente da uno degli scrittori inglesi più importanti del ‘900.