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Muscherà, Biagio Giuseppe - Ontologia del desiderio in Pietro Prini

Casa Editrice Marietti

Si tratta della prima ricostruzione critica e sistematica del pensiero ontologico di Pietro Prini, una delle personalità più autorevoli dell’esistenzialismo religioso. L’autore non solo espone il pensiero priniano, mostrandone l’origine e il contesto culturale in cui si forma, ma mette anche in luce il valore, l’importanza e l’attualità che esso riveste nel panorama filosofico contemporaneo. Non si tratta di un’opera monumentale, non è una celebrazione di una delle figure più importanti del pensiero cattolico italiano contemporaneo: il tratto fondamentale di questo studio è quello del confronto appassionato con una filosofia acrobatica, diaristica e, per certi versi, agonica del cristianesimo. L’Autore ci mostra come la filosofia di Prini prenda avvio dalle domande fondamentali dell’uomo, poste nell’età della tecnica, del nichilismo e dell’ateismo. Si tratta di interrogativi che hanno attraversato tutta la storia del pensiero dalle sue origini e che ogni seria filosofia dell’esperienza concreta non può eludere. Chi è l’uomo? Qual è il senso ultimo della sua esistenza? Che significato ha in fondo la realtà? Non è un indugiare nell’infanzia della filosofia; al contrario è il proporre o il riproporre un pensiero vissuto, ancorato al reale, lucido, disincantato che proprio nel momento in cui si consuma la negazione di ogni senso del pensare filosofico, scopre l’uomo nel suo statuto ontologico. L’Autore mostra come il pensiero ontologico di Prini si concretizzi come una filosofia del desiderio. Ci troviamo di fronte ad un pensare che è essenzialmente un desiderare: desiderio di essere, ricerca di senso. È in un tale contesto che si impone una riconsiderazione della ragione. È possibile che tutto ciò che interessa veramente l’uomo debba essere lasciato all’arbitrio dell’irrazionale? Come sembrano angusti i limiti in cui il razionalismo ha voluto vincolare tutta quanta la ragione! Essa, intesa come misura del reale, è il portato della modernità con cui la filosofia dell’esistenza, per poter continuare ad esistere, deve fare i conti. Occorre in questo senso allargare l’uso teoretico della ragione, svincolarla dalle catene oppressive del verificabile, del dimostrabile e considerarla come un varco, una finestra spalancata sul reale. Solo attraverso questa riconsiderazione della ragione si rende possibile un’indagine sull’essere nella sua interezza. Sullo sfondo di questo tema sorgono le domande: è ancora praticabile una filosofia dell’esistenza, che tenti di comprendere l’uomo nel suo complesso? È possibile pensare ad una filosofia cristiana che non sia una finzione, un puro gioco in cui si fa finta di dimostrare ciò che in realtà è già contenuto nell’assunto iniziale? Secondo l’Autore, sulla scia di Pietro Prini, a queste domande si può rispondere ‘semplicemente’ di sì.
L’intervista inedita dell’autore a Pietro Prini, collocata in appendice, e la bibliografia completa delle sue opere costituiscono un valido strumento per chi volesse approfondire lo studio del filosofo italiano.

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