Negri, Luigi - Pio IX. Attualità e profezia
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Era illusorio pensare che sarebbe bastata la recente beatificazione a sottrarre la figura di Pio IX all’antico pregiudizio culturale laico, che invero alligna e traligna, e non da ora, anche in casa cattolica.
Quasi una damnatio memoriae in chiave moderna, che ha colpito un pontificato al quale è toccato il destino di attraversare le grandi rivoluzioni filosofiche e politiche dell’Ottocento - i Lumi e la rivoluzione francese, il risorgimento italiano e il deflagrare della questione fra Chiesa e Stato, la nascita del liberalismo, del marxismo e del positivismo - insomma quei rivolgimenti - senza precedenti nella storia umana - che incubarono, col regicidio e col deicidio, la scristianizzazione dell’Europa e l’inesorabile marginalizzazione della Chiesa quale presenza viva di Cristo fra gli uomini; fenomeni di cui oggi osserviamo l’estremo esito sociale. Eppure, la motivazione con cui, nel settembre del Giubileo, Giovanni Paolo II aveva argomentato la beatificazione di Mastai Ferretti era stata inequivocabile: «Esempio di incondizionata adesione al deposito immutabile delle verità rivelate». Immutabilità della Rivelazione: parole di granito, che visualizzano col loro peso semantico quello che fu insieme il problema e la testimonianza di fede dell’opera di Pio IX. Problema, perché proprio in quegli anni si affermava la deriva del relativismo e del totalitarismo, o meglio dei totalitarismi: emergenze problematiche che Pio IX si trovò ad affrontare, resistendo quasi in solitudine a marosi che parevano sommergerlo.
Ma questa fu anche la sua gloria, davanti alla storia e agli occhi di Dio: l’aver intuito i pericoli e lanciato l’allarme con una parola chiara, scritta, facendo con lucidità nel Sillabo il catalogo dei mali incipienti che avrebbero tragicamente segnato il secolo a venire. Questa lettura nitidamente profetica operata da Pio IX della cultura di un’epoca e dei suoi portati (più che mai attuali) ne avvicina indubbiamente il magistero a quello di Wojtyla, come ci spiega Luigi Negri nel suo ultimo libro, dal titolo esplicito: Pio IX. Attualità e profezia (Edizioni Ares, pagine 240, euro 14, con una prefazione di monsignor Mario Olivieri, vescovo di Albenga-Imperia). Un libro brillante, conciso, appoggiato sulle fonti e sui documenti, scolpito a tutto tondo nella tesi che lo innerva: la libertas Ecclesiae, che è un supremo bene non solo per i credenti ma per tutti, si afferma proprio in virtù della sua fondazione divina operata da Cristo.
La ragione ridotta a razionalismo, la libertà rimpicciolita a indifferenza, l’iniquo primato dello Stato sulla persona: in questi fenomeni Pio IX intravide e vide un’ostilità di fondo al contenuto della Rivelazione. In questo senso il suo magistero fu quanto mai anticipatore, attuale e moderno, e Negri lo evidenzia con una dimostrazione stringente, metodica, da storico della Chiesa.