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Paolucci, Giorgio e Eid, Camille - I cristiani venuti dall'Islam

Storie di musulmani convertiti. Con Prefazione di Samir Khalil Samir
PIEMME, €12,90

Questo libro documenta numerosi percorsi di conversio­ne al cristianesimo maturati da musulmani che vivono in Italia. Abbandonare “la migliore comunità che Dio abbia donato agli uomini”, come si definisce l’islam, viene giu­dicato il più grave dei tradimenti, meritevole di una puni­zione che arriva fino alla pena di morte. Perciò la scelta dei “neocristiani” richiede coraggio e determinazione, e può essere compiuta in maniera meno gravida di pericoli in Paesi dove la libertà di coscienza viene tutelata, almeno sul piano giuridico.
Come dimostra la prefazione di Samir Khalil Samir, al­l’interno dell’islam contemporaneo è in atto un acceso confronto sulla pena da infliggere agli apostati, che ri­manda al più ampio dibattito sull’interpretazione del Corano. Un dibattito animato dai cosiddetti “riformatori” che si impegnano per conciliare la fede musulmana con i diritti dell’uomo e che lottano per un islam dal volto umano.
Attualmente, come viene ampiamente documentato in questo libro, il quadro normativo vigente nella quasi tota­lità dei Paesi islamici è sconfortante. Chi abbandona la umma, la comunità dei seguaci di Maometto, viene perse­guito a termini di legge, subisce discriminazioni e violenze, spesso patisce conseguenze anche al di fuori della sua terra di origine. E nella comunità internazionale sono an­cora poche e flebili le voci di coloro che chiedono il ri­spetto della libertà religiosa nei Paesi in cui essa viene conculcata.
Le storie presentate in questo libro testimoniano però che l’islam non è - come a torto si ritiene - un universo del tutto impermeabile. E che l’anelito alla felicità presen­te nel cuore di ogni uomo e il fascino esercitato dall’in­contro con l’esperienza cristiana possono risultare più forti dei condizionamenti di natura giuridica, sociale e culturale incontrati lungo il vertiginoso cammino della conversione. Ma proprio la permanenza di questi condi­zionamenti deve indurre le autorità del nostro Paese e tutti coloro che hanno a cuore la libertà, a garantire una piena espressione religiosa anche per i “neocristiani”, troppo spesso costretti alla clandestinità e al silenzio.

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