Spaemann, Robert - Tre lezioni sulla dignità della vita umana
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Dalla Prefazione di David L. Schindler
Che cosa rende ogni essere umano unico e irripetibile? Che cosa gli appartiene così intrinsecamente che niente e nessuno potrà mai strapparglielo? Che cos’è e come può essere definita la dignità di una persona? Esiste una morte «dignitosa»? Intorno a queste e ad altre domande sulla vita umana, la modernità appare lontana dalla religione, quando non in aperto dissidio con la sua morale. Eppure, scrive Spaemann, «la dignità non è una qualità biologica dell’uomo. La dignità è il fondamento dell’uomo, spiega l’esistenza di diritti e doveri, della libertà e della responsabilità. La dignità ha in sé qualcosa di trascendente, di sacro, di religioso, perché solo “rappresentando” l’Assoluto l’essere umano possiede ciò che chiamiamo “dignità”». Dal «diritto» di morire all’esistenza dell’anima, dal legame dell’amicizia alla dimensione della felicità, dall’amore alla sessualità, Spaemann sottopone la modernità a una critica paziente, stimolante, costruttiva, andando al fondo della ricerca di senso che tocca tutti noi, con un linguaggio di encomiabile limpidezza.
Nella prima lezione l’Autore si occupa dei «Paradossi dell’amore», in cui, inter alia, riflette sul perché «ciò che il termine “conoscere” significa può essere realizzato soltanto nell’amore».
In «La dignità dell’uomo e la natura umana» il professore sostiene che non dovremmo dire che è un diritto veder rispettata la propria dignità, che è piuttosto il motivo metafisico per cui gli esseri umani hanno diritti e doveri. Chi non è libero non può essere ritenuto responsabile di alcunché. Chi però può assumersi la responsabilità ha il diritto di non essere trattato come un semplice oggetto né costretto fisicamente ad adempiere il proprio dovere.
Nell’ultimo saggio, Spaemann affronta una questione spinosa: la morte cerebrale può essere il criterio che definisce la morte?
Robert Spaemann, nato a Berlino il 5 maggio 1927, è il più autorevole filosofo cattolico tedesco contemporaneo.
Ha insegnato nelle Università di Heidelberg (dove è subentrato a Gadamer), Stoccarda e alla Ludwig-Maximilians-Universität di Monaco di Baviera, di cui dal 1992 è professore emerito. Tra i suoi libri tradotti in lingua italiana, ricordiamo: Felicità e benevolenza (Vita e Pensiero, 1998); Persone. Sulla differenza tra «qualcosa» e «qualcuno» (Laterza, 2007); La diceria immortale. La questione di Dio o l’inganno della modernità (Cantagalli, 2008).