Veladiano, Maria Pia - Lei
- Autore:
- Curatore:

“… e poi, come si fa a dire che tutto è già scritto ma che per capitare ha bisogno di noi? E come si ha la certezza che tutto sia scritto? La morte è scritta, sì Ma la vita? La mia? Avrei potuto dire no all’Angelo? Certo che avrei potuto, altrimenti il sì non avrebbe avuto alcun valore. Ma non è stato solo quel suo parlare, come hanno riportato i Vangeli. Era l’essere stretta nelle ali dell’Angelo, le parole non avevano senso per me, ma erano morbide come una promessa. Non c’era altra strada possibile. Nulla si sa del dove si va quando le ali di un Angelo circondano il nostro desiderio…” (p.34)
Partiamo dalla copertina del libro. In primo piano vediamo il volto serio, sorpreso, un poco attonito di Maria. Il dettaglio dell’Annunciazione di Lorenzo Lotto, che ritrae una Madonna che sembra in fuga dall’Angelo che rimane sullo sfondo del quadro, introduce la narrazione di questo bellissimo testo: un’adolescente che vede irrompere di schianto il Mistero nella propria vita, dà il suo consenso, pur non capendo bene quello che le sta succedendo (nell’Angelus, Maria dice: “mi” accada secondo la tua parola) e poi, dentro un’obbedienza piena di mitezza, sostenuta da Giuseppe, la Madonna va alla ricerca di risposte. Maria è una giovane madre che accudisce un figlio, che è preoccupata se piange, che è in ansia quando il figlio sparisce per tre giorni perché lui dice: “devo fare le cose del Padre mio”, che si mette in cammino quando Gesù se ne va per quaranta giorni e lo aspetta sulla soglia del deserto fino a quando torna dopo le tentazioni del demonio. In che cosa sta l’originalità geniale di questo testo? Nel fatto che solo una donna poteva scrivere un romanzo così e solo uomini dalla ragione e dal cuore aperto possono immedesimarsi in questo personaggio, il quale è completamente liberato dalle scorie spesso superflue dell’agiografia e della ritualità sentimentale. Questa ragazza non è la statua a cui noi rendiamo omaggio in ogni chiesa dove ci rechiamo. È una ragazza indomita, in carne e ossa, catturata dal Mistero, piena di slanci appassionati d’amore di fronte al Dono che ha fatto irruzione nella sua giovinezza, una personalità sofferta e irrequieta di domande, che vuole scoprire cosa le sia successo, perché proprio a lei. Quindi si fa incontrare da Pietro, Giuda, Nicodemo, Giovanni Battista. È una donna che si infastidisce durante la Natività, perché gli Angeli svolazzanti nel cielo sono troppi e tanto chiassosi; una ragazza che assiste alla moltiplicazione dei pesci, alla guarigione dei malati, che abbraccia il Cristo appena deposto dalla croce per voler sentire l’ultimo calore del Suo corpo, come quando Lo teneva sul suo petto quando era infante. La Madonna non c’è quando Suo Figlio risorge, ma le madri sanno quello a cui gli altri non credono, non vedono o non vogliono vedere. La Madonna è certa che il Figlio se n’è andato solo per tre giorni, con la saggezza acquisita seguendoLo: lo ha capito quando le hanno raccontato la resurrezione di Lazzaro.
Tra le numerose splendide pagine di questo testo, ce ne sono due che mi hanno colpito. Il Bambino trattiene un passero nella mano, Maria teme che lo soffochi…. Nel secondo episodio, Gesù gioca con una trottola di legno fatta da Giuseppe: imitandone i movimenti, il bimbo si mette a girare su se stesso senza fermarsi e la trottola sembra non interrompere il vorticoso giro….
La scrittrice svolge la narrazione intervallandola con delle poesie che esprimono la ricerca e gli stati d’animo di Maria. Per esempio: “Quando è partito l’ho seguito / Lui non si è voltato mai / pazzi tutti e due eravamo, lui ad andare, io a seguire/ Lui ha rallentato, mi ha aspettata / la gente chiamava me stracciona,
lui vagabondo / non capivano che anche i sassi e la polvere sono forme d’amore / Madre degli straccioni e dei vagabondi, prego per voi”.