Viglione, Massimo - Le Insorgenze
- Fonte:
Milano, 1999
Pagine: 233
Le insorgenze controrivoluzionarie in Italia iniziarono ancor prima della Rivoluzione francese, già nel 1787, e terminarono solo nel 1815, con la definitiva caduta di Napoleone.
In realtà, essendo uno dei problemi fondamentali dell'argomento in questione proprio il fatto di non essere seriamente conosciuto se non nell'ambito degli esperti e degli "appassionati" (è cosa innegabile che il concetto stesso di "insorgenza" sia ancor oggi sostanzialmente estraneo alla coscienza storica del popolo italiano), diviene anzitutto necessario puntualizzare alcuni elementi basilari costitutivi dell'intero fenomeno.
Occorre subito dire che si tratta di una pagina di storia italiana di importanza capitale; e questo è vero non solo per la durata, per il coinvolgimento popolare (centinaia di migliaia di persone), per l'epoca specifica in cui avvenne (gli anni della Rivoluzione francese e dell'affermazione napoleonica, che costituiscono le radici del nostro Risorgimento), per le efferate stragi, per la guerra insurrezionale, per le profanazioni e per i furti dell'invasore, perché non vi fu provincia o remota zona della Penisola che non venisse coinvolta, per gli sconvolgimenti religiosi, politici e sociali verificatisi (crollo delle secolari monarchie, nascita delle Repubbliche giacobine, affermazione delle idee illuministiche e del concetto moderno di democrazia politica, Papi fuggiaschi o arrestati, e quindi crollo delle suddette Repubbliche, nascita del Regno d'Italia napoleonico, la Restaurazione, ecc.), non solo per questo e per molto altro ancora; l'importanza consta soprattutto in un aspetto fondamentale, che forse rimane tuttora il meno compreso di tutti: vale a dire che ci troviamo di fronte alla prima grande insurrezione popolare di carattere nazionale che la storia ricordi.
Va infatti subito chiarito che la consistenza quantitativa di tale insurrezione generale del popolo italiano (non solo dal punto di vista geografico, quanto soprattutto da quello meramente numerico) è di gran lunga superiore a qualsivoglia altro grande e meno grande momento della nostra storia, trattandosi, come detto, di centinaia di migliaia di persone che, mosse da unitarietà di intenti spirituali e politici, contemporaneamente insorsero in armi in ogni luogo della Penisola contro un invasore straniero e i suoi alleati locali (i giacobini italiani).
Appare subito chiaro che il problema principale dell'Insorgenza controrivoluzionaria rimane quindi quello del suo pressoché totale oscuramento dalla memoria storica del popolo italiano (e dalla storia europea in genere), il che contrasta in maniera anomala tanto da un punto di vista quantitativo (vastità, partecipazione popolare, durata del fenomeno), quanto da un punto di vista qualitativo (momento storico, posta in gioco, scontro ideologico e religioso, ecc.) con quella che invece fu la realtà dei fatti. Da chiarire, dunque, non sono solo le cause, gli eventi e le conseguenze dell'Insorgenza, ma anche le cause e le conseguenze del silenzio che da decenni grava su di essa.
In tal senso, il fenomeno va inquadrato nel più vasto movimento storico di reazione popolare all'affermazione degli ideali illuministici e dei princìpi politici (e dei governi) della Rivoluzione francese, movimento comunemente denominato "Controrivoluzione", e che vede negli eventi della Vandea francese e nella ribellione antinapoleonica spagnola i momenti più salienti, tragici ed eroici nello stesso tempo, ai quali bisogna aggiungere, nei decenni successivi, fenomeni minori ma sempre significativi di reazione come il cartismo spagnolo, l'antirisorgimento italiano, e altri.
Ma la Controrivoluzione europea non ebbe solo carattere popolare militante; per comprendere il fenomeno nella sua completezza sarebbe necessario avere conoscenza anche dell'aspetto culturale e dottrinale di esso, in realtà ancor più profondo dei suoi risvolti militari, a partire dalle opere di pensatori come de Maistre, de Bonald, von Haller, per arrivare agli autori più recenti (alcuni anche di questo secolo), passando per i pensatori francesi ultramontani e per i vari esponenti del pensiero antirisorgimentale (Canosa, Solare, Leopardi).
Tutto questo mondo "sommerso" della Controrivoluzione - conosciuto solo in un ben ristretto àmbito di esperti e di cultori - andrebbe sia approfondito con maggiore serenità e obiettività, sia definitivamente reso noto al grande pubblico, senza timori di sorta. Anzi: da un serio dibattito storiografico mirante all'approfondimento del fenomeno - in ogni suo aspetto e contributo, di qualsiasi genere e livello qualitativo esso sia - altro non può venire che arricchimento culturale e chiarificazione ideale.
Per questo, in uno specifico seppur brevissimo paragrafo e in una Appendice apposita, ho dato qualche minimale indicazione bibliografica e concettuale sulla questione: per invitare a riprendere, anzitutto a livello generale, un discorso forse a tutt'oggi troppo omesso e misconosciuto (eccetto qualche caso, naturalmente: basti pensare alle opere di Omodeo, Maturi, Godechot, che però rimangono certamente insufficienti per una esaustiva presentazione), all'interno del quale si inserisce del resto l'intera evoluzione storica dell'Insorgenza. Non si può infatti avere perfetta e completa comprensione del fenomeno rivoluzionario (inteso nella sua secolare e progressiva estensione), senza considerare, conoscere, valutare e dibattere il suo "controaspetto", in quanto non esiste fenomeno nella storia che non abbia una reazione contraria. Scrisse A. Cobban nel Times Literary Supplement (6 gennaio 1956): "Il più grande vuoto nella storia della Rivoluzione francese è, paradossalmente, la storia della Controrivoluzione".
Non si dice assolutamente nulla di nuovo e sconvolgente se si afferma che gli anni in questione videro verificarsi eventi fra i più decisivi della storia umana (non solo limitatamente alla Rivoluzione francese e a Napoleone, ma estendendo tale affermazione a tutto il periodo che va dall'Illuminismo in poi); e, da questo punto di vista, l'aspetto preminente di tali sconvolgimenti fu senz'altro la sostituzione di una società con un'altra, di una mentalità con un'altra, nel senso più profondo e totalizzante del concetto. Per questo, lo scontro tra il fenomeno Rivoluzione e il fenomeno Controrivoluzione rimane uno dei momenti essenziali della storia contemporanea.
Del resto, il presente lavoro non vuole tanto essere una storia dell'Insorgenza italiana, bensì una introduzione generale a tale storia. E tuttavia va subito detto al lettore, al profano ancor più che all'esperto, che in realtà sarebbe necessario, al fine di una più completa comprensione di quanto viene affermato nelle prossime pagine, venire a conoscenza di che cosa fu storicamente l'Insorgenza, dei suoi fatti, delle sue cause e conseguenze storiche, dei suoi protagonisti. Insomma, la lettura di questo lavoro dovrebbe essere accompagnata dalla conoscenza del fenomeno delle insorgenze almeno nei suoi termini generali (in questo volume mi limito a un riassunto complessivo nel primo capitolo) in quanto, come osservato, la gran parte della popolazione italiana, e a maggior ragione di coloro che italiani non sono, non ha nemmeno la vaga coscienza di che cosa furono le insorgenze, del perché avvennero, del quando, del come e del chi.
Chiunque può scrivere un saggio sul Risorgimento senza dover spiegare che cosa sia stato il Risorgimento; ma ciò non vale anche per il fenomeno delle insorgenze. Se tali eventi non si conoscono, è perché evidentemente non se ne parla se non nell'ambito degli esperti e degli appassionati, o se ne parla in maniera errata.
Necessario è quindi trovare opere che raccontino serenamente, almeno in maniera sufficiente, i fatti nella loro complessità. In tal senso, negli ultimi decenni sono stati pubblicati sull'argomento lavori miranti alla ricostruzione dei fatti (ai quali accennerò in seguito), la maggior parte a carattere localistico o comunque tematico, qualcuno finalizzato proprio all'inquadramento storico generale di tutto il fenomeno delle insorgenze, dalle origini fino alla conclusione; lavori preliminari necessari per qualsiasi successiva considerazione del problema.
A tale proposito, v'è da dire che chi scrive è anche autore, oltre del presente volume, di una storia generale del fenomeno dell'Insorgenza controrivoluzionaria italiana, che inquadra, secondo il criterio geopolitico degli Stati preunitari, i fatti e i protagonisti di tutta questa drammatica pagina della nostra storia. Con questi due studi è stata mia intenzione offrire una ricostruzione generale - tanto dal punto di vista storico e narrativo quanto da quello più prettamente scientifico, dottrinale, ideologico, politico e storiografico - dell'intero fenomeno della Controrivoluzione italiana armata, l'Insorgenza appunto, avvenuta esattamente due secoli or sono, e di cui il 1999 costituisce l'anno bicentenario per eccellenza.
Sono iniziate le numerose manifestazioni - pubblicazioni, convegni, dibattiti, saggi, articoli, opere musicali - per commemorare il bicentenario della Repubblica Napoletana, dei tragici eventi nel Mezzogiorno d'Italia, e per ripresentare, ancora una volta, tutta questa storia (non solo di Napoli, ma del fenomeno nel suo insieme) dall'usuale punto di vista che da oltre un secolo (e specialmente in questo secondo dopoguerra) caratterizza le correnti dominanti della patria storiografia.
Ebbene, forse non sarà inutile ricordare che, dall'altra parte della barricata, sono insorti centinaia di migliaia di italiani per difendere le loro patrie, i loro ideali, la loro religione, i loro sovrani, le loro cose, in una parola, la loro civiltà, in quei giorni aggredita da un esercito invasore spalleggiato da esigue minoranze di italiani che condividevano le idee della Francia giacobina.
Ciò è altresì necessario, ritengo, per cercare non solo di donare alla coscienza pubblica nazionale la consapevolezza di questa straordinaria e tragica pagina di storia patria, ma anche per spiegare le reali motivazioni dell'occultamento che finora ha gravato su di essa.
Mi auguro che anche i miei lavori, insieme a quelli di altri studiosi del fenomeno, possano costituire un contributo in tal senso.
Massimo Viglione
Roma, 25 marzo 1999
N.B. Ulteriori notizie sulle Insorgenze si possono trovare al sito http://users.iol.it/oscar.sanguinetti