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Wicomb, Zoe - In piena luce

Autore:
Mocchetti, Giovanni
Fonte:
CulturaCattolica.it
ed. La Tartaruga € 18,00

“Recitare la parte dei bianchi, giocare a fare i bianchi, frequentare i loro ambienti, vestirsi e parlare come loro, mandare la propria figlia nelle loro scuole, cancellare ogni traccia della propria vera identità, conquistarsi perciò un posto in piena luce…”.

Necessaria questa premessa per comprendere la straordinaria intensità di questo romanzo: in Sudafrica, (fino al 1990, che chiude l’epoca dell’apartheid, con la liberazione dal carcere di Nelson Mandela, dopo 27 anni di prigionia), l’80% della popolazione era di neri, meticci ed asiatici, il 20% di bianchi, che possedevano e gestivano tutto il potere. C’erano quattro gruppi razziali, rigidamente separati: bianchi, neri, coloured e asiatici. I coloured erano una razza mista, formatasi nei secoli dall’unione degli olandesi boeri (che, a metà del ’700, avevano conquistato e dominato il Paese) con le donne dei villaggi africani. Loro caratteristica: neri dalla pelle chiara.
Marion, donna single in carriera, gestisce un’agenzia di viaggi nel nuovo Sudafrica di Mandela e, ogni sabato, va a trovare il vecchio padre. La fotografia di una donna di colore torturata e uccisa all’epoca dell’apartheid, risveglia domande sopite dal tempo della sua adolescenza. Comincia così ad indagare sulla storia dei suoi genitori, in particolare di sua madre Helen, e farà i conti con una dolorosa ma liberante verità.
Sorprendente ed avvincente libro, che svela la faccia meno conosciuta di un Paese che, in epoca moderna, aveva legalizzato il pregiudizio razziale. Sapevamo dei neri, ma non dello strazio immenso, delle ipocrisie e del duro prezzo che anche i coloured avevano dovuto patire per decenni, per essere riconosciuti come persone, in una società aridamente e ottusamente bianca. Il fatto notevole è che la Wicomb racconta questa pagina drammatica del suo Paese attraverso il ritratto bellissimo di un personaggio femminile, usando il metodo di un’indagine quasi da detective, per svelare una fase drammatica del Sudafrica, così da riconciliarsi, con tenerezza e pietà, con la memoria della sua famiglia.

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